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Pippo Inzaghi: “Simone è laziale dentro, con il club ha un legame difficile da spezzare. Vorrei rivivere quei minuti in Nazionale insieme”

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INZAGHI BENEVENTO FESTIVAL DELLO SPORT – La città di Milano ospita anche quest’anno il Festival dello Sport. Gli atleti e gli allenatori protagonisti dell’ultima stagione sportiva si alternano sul palco della cerimonia sponsorizzata da La Gazzetta dello Sport. Nella seconda serata di questa edizione è stato ospite l’allenatore del Benevento, Filippo Inzaghi, insieme a suo fratello Simone. Queste le sue considerazioni.

Gli inizi di carriera dei fratelli Inzaghi

“Giocavamo a San Nicolò, stavamo sempre insieme. In quella chiesa abbiamo calciato i primi palloni. Simone era più giovane di me, ma era capitano sempre. Papà era dirigente del San Nicolò, ci ha sempre aiutato. Ci ha permesso di iniziare a giocare i tornei in età più giovane del normale. Ci portava sempre a vedere il Piacenza, io e Simone facevamo le foto con i giocatori ogni domenica”.

Da giocatore a allenatore

“Ho abbandonato l’idea del gol. Quando giocavo mi veniva malinconia, l’allenatore non deve avere il pensiero di giocare. Ora nn gioco più, ho anche paura di farmi male. Non gioco neanche più con i miei amici, se dovessi infortunarmi sarebbe problematico soprattutto per come sono abituato io a vivere le partite dalla panchina”.

Le differenze tra Pippo e Simone in campo

“Non è una questione di cattiveria, Simone lo era. E’ stato sfortunato dal punto di vista fisico, ha fatto 4 gol in Champions League in una singola partita, io no. E’ stato decisivo nello scudetto della Lazio a Torino contro la Juventus, poi ognuno ha il suo percorso. Il problema alla schiena lo ha segnato, ha fatto il massimo. Se fosse stato bene avrebbe fatto meglio di me. Come doti tecniche era più forte. Ogni generazione ha le sue caratteristiche, io sono contento di aver giocato in quel periodo con grandi campioni. Mi piacerebbe tornare a giocare, magari in Nazionale insieme a Simone, o al Piacenza. Abbiamo provato gioie incredibili, anche quando ci sfidavamo da avversari”.

L’esperienza in Nazionale con Simone

“In Nazionale quegli 11 minuti il primo obiettivo era dare la palla a Simone, io che non la passavo spesso. Se tornassi indietro vorrei fare almeno un tempo in azzurro con lui accanto. Era la sua prima convocazione, ci sono delle foto che non dimenticheremo mai. La soddisfazione era poi quello che avrebbero potuto provar e i nostri genitori a casa. Io non dormivo mai con nessuno, quella volta in hotel volli Simone come compagno di stanza”.

La formazione degli Inzaghi

“I fratelli Inzaghi li schiererei da allenatore, giocherei con due attaccanti: 4-4-2, o 4-3-1-2, ma per le tattiche dovete chiedere a mio fratello che è più esperto. Formazione ideale? Buffon; Stam, Maldini, Nesta Serginho; Leiva, Nedved, Gattuso; Kaka; Inzaghi F., Inzaghi S.”.

Lotito e Simone Inzaghi

“Simone non penso litighi con Lotito, lui è laziale dentro. Con la Lazio ha fatto cose straordinarie. Sta vivendo una favola con la Lazio, l’ha portata in Champions. E’ tutto molto bello. Può allenare chiunque, ma il legame che ha con la Lazio è difficile da spezzare. Il mio sogno è che faccia il Ferguson della Lazio, lui ha la lazialità dentro. Il club deve tenerselo stretto, se lo perdesse diventerebbe problematico sostituirlo. E’ un vincente, giovane, esperto e ha tanta voglia di vincere”.

Verso Lazio Benevento

“Ci sentiremo prima della partita, per noi sarà una giornata di festa. Incotnrarsi in Serie A rende tutto speciale al di là del risultato. Giocare contro la Lazio sarà difficile e strano, in amichevole è stato così. E’ strano vedere Simone accanto che di solito mi dà consigli e mi aiuta. Sentire che urla, ma li facciamo fatica a farlo. A Bologna ci fu una scena bellissima: aveva vinto 2-0, sembrava avesse perso. Era imbarazzato, sono emozioni belle e uniche”.

Simone e il Milan

“Dopo Piacenza nel 1998 Simone fu bocciato dal Milan e poi lo prese la Lazio, io ero alla Juventus”.

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