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100 volte Rocchi: «Bella soddisfazione. Il gol più bello? A Pechino. I compagni mi hanno festeggiato? Sì, ma per l’esordio»

Tommy Gol racconta a freddo le emozioni di ieri sera

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100 volte Rocchi: «Bella soddisfazione. Il gol più bello? A Pechino. I compagni mi hanno festeggiato? Sì, ma per l’esordio»

Tommy Gol racconta a freddo le emozioni di ieri sera

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Il gol tanto atteso è finalmente arrivato. Ora sono davvero 100. Ieri sera Tommaso Rocchi quasi non ci credeva, rideva come un bambino davanti alle telecamere alla fine di Cagliari-Lazio. Oggi, a mente fredda, il capitano laziale rivive quei momenti ai microfoni di Lazio Style Radio.

Ce l’hai fatta a dormire stanotte?«Diciamo che ho fatto un mix stamattina. Ieri sera quando sono tornato Filippo ha sentito la voce e si è svegliato, e quindi dopo l’ho rimesso a letto e stamattina alle sei e mezza era sveglio. Sono stato un po’ io con lui poi ci siamo dati il cambio con Valentina e mi sono ributtato a letto. Diciamo che abbiamo fatto una mattinata di relax». È vero che il giorno dopo l’emozione è ancora più bella? «Si perché c’è la realizzazione. Il vivere a freddo quello che comunque è successo penso sia una cosa bella, perché rimarrà nella storia, un traguardo vissuto giorno dopo giorno e che è venuto fuori solo con quello che ho fatto sul campo. Di certo non è stato il mio primo obiettivo quando sono arrivato qui. È una cosa che si è materializzata negli anni, quindi vissuto giorno dopo giorno».

Il Cagliari, la tua vittima preferita, e Ledesma, il tuo miglio assist man. «Il gol è nato perché con Cristian abbiamo intesa nella palla verticale. Io gli ho fatto cenno con gli occhi di metterla lì, e lui mi ha fatto capire di avere capito con lo sguardo. All’inizio sembrava non volesse entrare perché il portiere è stato bravo ma io sono stato altrettanto bravo a buttarmi sul pallone. Volevo fare tante cose ma ho fatto quello che mi è venuto più spontaneo. Andare sotto i nostri tifosi e portare dietro tutti quanti. Ho visto che è arrivato anche Sculli, all’inizio sono riuscito a evitarlo, ma poi è stato il primo che mi ha preso. Magari non sono andato dagli altri in panchina che me dopo me l’hanno detto, ma quello che succede diventa ciò che ti senti in quel momento».

Tanti attestati di stima, anche dagli arbitri. «Bella soddisfazione perché dimostra ancora di più di aver fatto qualcosa di importante. Che non verrà ricordata solo da chi ama la Lazio ma anche da chi vive il calcio. È stato bello anche quello perché sono stati sinceri, sono venuti fuori così da soli». Racconta il tuo rapporto con Sculli visto che ormai siete inseparabili e il vostro passatempo preferito è quello di storpiare i nomi e i cognomi di tutti. «Ci divertiamo. Con Beppe ci conoscevamo ai tempi delle giovanili della Juve. Abbiamo vissuto insieme in una pensione visto che i ragazzini che venivano da fuori Torino andavano tutti lì. Io ero all’ultimo anno di primavera e lui al suo primo di allievi. Il fatto di ritrovarci a distanza di anni da adulti, ha ricreato quel legame che c’era prima anche se eravamo ragazzini»

Dediche per tutti e sei riuscito a infilarci anche Carlo Zazza. «A parte tutti Valentina che ha un ruolo fondamentale nella mia vita, con mia mamma, mio papà, i miei due fratelli. Sono molto legati a me, quando sono felice sono felici, quando sono triste sono tristi. Carlo poi è la persona che mi è sempre stata vicina anche fuori dal campo. Il Cobra o il Condor, anche lui ha un bel po’ di soprannomi». Avevi pensato anche a un’esultanza con lo Champagne? «Veramente non si sapeva se ci fosse la possibilità di portare la bottiglia in campo. Non sono mai stato uno che fa questo tipo di sceneggiate, ma questa volta ci poteva stare visto il tipo di traguardo. Poi quando nelle giornate precedenti abbiamo visto che il gol non arrivava è un po’ saltato tutto. Ho detto pensiamo a giocare e basta. Il resto si vedrà. Niente magliette sotto, è cambiato un po’ tutto. E il gol è arrivato».

Si può dire che il gol di Pechino è quello più importante di questi 100? «Io nei gol valuto sempre la qualità, la giocata tecnica e il tipo di partita. Pechino è un assieme di tutte queste cose, bellissimo gol, importante per il risultato e per il traguardo che c’era in palio. Poi c’è anche quello di Cagliari di qualche anno fa. In quel caso ci fu anche una standing ovation mentre ieri, probabilmente per la recidività, invece mi hanno gridato di tutto giustamente. Ho accettato volentieri». È andata un po’ peggio a Marchetti? «Si ma tanto lui è ancora più grosso, ha le spalle ancora più larghe».

I tuoi compagni ti hanno chiesto qualcosa per festeggiare? «Mi hanno chiesto i pasticcini ma non per i 100 gol, per l’esordio in campionato. Le solite cose per prendersi in giro e scherzare». Reja ieri ha detto che ci sarà spazio anche per te nel corso della stagione. «È normale che un giocatore abbia sempre la voglia di giocare, di poter esprimere il proprio valore sul campo per aiutare la squadra, prendersi sia gli elogi che i demeriti. È normale che in questo momento sto giocando poco e spero di aver più spazio. Ho sempre accettato le scelte e Reja lui sa come ho vissuto questa cosa. Quello che voglio è sentire di essere considerato un giocatore importante. Questa è la cosa più importante che mi permette quando sono chiamato in causa di essere determinante».

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