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Berisha VS Mirante: all’Olimpico è sfida tra portieri in cerca di rilancio

FACCIA A FACCIA – La prima di campionato tra Lazio e Bologna vista dalle porte dei due estremi difensori…

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L’OCCASIONE DI ETRIT – Non è mai troppo tardi per cercare di conquistarsi il posto. E’ la salita di Berisha, portiere albanese dal 2013 a Formello, in costante rincorsa verso quella maglia da titolare mai pienamente conquistata. Il ragazzo nato a nato il 10 marzo del 1989 a Pristina, in Kosovo, nasce come centrocampista di fascia, poi come in ogni buona storia di calcio che si rispetti un evento fortuito gli cambia la vita. A sette anni il portiere della sua squadra, il KF 2 Korriku, si infortuna durante una partita e il suo allenatore vista già l’altezza promettente lo manda a difendere i pali. Da quel giorno non è più uscito da lì. 193 centimetri di ragazzo, Berisha si forma vicino casa e impara il ruolo, poi nel 2008 lo chiama il Kalmar: con gli svedesi cresce giorno dopo giorno, parata dopo parata, con una specialità: i calci di rigore. Nel suo personale curriculum infatti il portiere vanta 5 reti dal dischetto, una delle quali in un turno eliminatorio dell’Europa League 2012, nella vittoria per 4-0 contro il Cliftonville. Dopo 104 presenze con il Kalmar (che lascia ancora con un gol), arrivano le avanches del Chievo e la disputa contrattuale che ne segue, poi la spunta la Lazio, che lo acquista per una cifra vicina ai 500 mila euro grazie al lavoro del ds Igli Tare, connazionale tra i primi ad apprezzarne le gesta. In biancoceleste collezionerà 41 presenze, così divise: 27 in Serie A, 9 in coppa Italia, 4 in Europa League e l’ultima in Champions League contro il Bayer. In Nazionale invece l’esordio arriva con De Biasi nel 2012 contro l’Iran, mentre l’8 giugno 2014 indossa per la prima volta la fascia di capitano.

IL RILANCIO DI ANTONIO – Scuola Juve a servizio del Parma, Mirante trova la sua dimensione in Emilia, dove si impone come uno dei migliori estremi difensori italiani dal 2009 al 2015. 6 stagioni in gialloblu, che gli valgono anche due convocazioni in Nazionale nel 2010, ma senza vedere mai il campo. Al Parma è tutta un’altra storia: ben 208 presenze, interrotte solo dal fallimento del club, con cui detiene anche il record di imbattibilità esterna nella storia dei portieri gialloblu. Cresciuto nelle giovanili della Vecchia Signora, comincia presto l’esperienza in giro per l’Italia. La prima gita è a Crotone, dove il ragazzo si impone fin da subito come uno dei migliori portieri della Serie B 2004-05. L’anno successivo la Juventus vuole per lui la Serie A e lo gira al Siena, ma l’anno successivo è già tempo di ritornare. E’ la stagione dell’inferno bianconero nella serie cadetta post Calciopoli e la dirigenza gli assegna il posto alle spalle di Buffon: il portiere nato a Castellammare di Stabia collezionerà 7 presenze. L’anno successivo è ancora prestito, stavolta alla Sampdoria, che decide anche di riscattarlo per la seconda stagione, ma Mirante continua a fare il secondo e a 26 anni vuole qualcosa di più. Così arriva il Parma, la piazza che gli cambierà la vita. Solo il fallimento lo separano da quella che oramai è diventata con gli anni casa sua, così per il n.83 è tempo di cercare un nuovo nido, che trova a Bologna, sempre in Emilia Romagna, dove c’è un club ambizioso e voglioso di tornare a respirare la Serie A da protagonista.

IL CONFRONTO – Mirante, che ha 6 anni in più di Berisha, potrebbe indicargli la via: tanta panchina, tanti n.12 sulle spalle, in attesa del momento giusto. Che guarda caso è arrivato a 26 anni, l’età attuale del portiere biancoceleste. L’occasione, se sei forte e lo dimostri arriva sempre e lo sa bene anche l’albanese, che è andato vicinissimo al posto fisso in maglia biancoceleste nella stagione 2013-14, quando aveva approfittato del momento buio di Marchetti per imporsi con l’aquila sul petto. Il suo carattere non troppo espansivo e timido in una piazza come Roma l’ha penalizzato, ma quando è stato chiamato in causa si è sempre fatto trovare pronto. In patria, come ammette lo stesso ct dell’Albania, De Biasi, non c’è una grande tradizione di portieri e Berisha rappresenta il top. C’è da aggiungere poi che da quando la sua strada ha incrociato quella di Grigioni, abile preparatore dei portieri laziali, Etrit non ha fatto altro che migliorare e oggi è ancora un problema fisico a Marchetti a spalancargli la porta. Sabato sera incrocerà i guantoni con Mirante, chissà che non possa chiedergli anche un consiglio per il futuro.

Giorgio Marota

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