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CAMOLESE lancia la LAZIO: “Terzo posto e non solo: la ROMA deve fare attenzione”

L’ex biancoceleste ritorna sull’impresa dei -9: “Fascetti fu bravissimo a gestire il gruppo nel migliore dei modi e a fare da scudo a noi giocatori”…

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NOTIZIE LAZIO – Intervenuto nel corso della trasmissione radiofonica “I Laziali Sono Qua”, Giancarlo Camolese, allenatore e commentatore televisivo di Mediaset Premium, nonché protagonista dell’annata dei -9, parla del momento della Lazio:

Giancarlo quanto ti piace questa Lazio?
Tanto. Pioli ha lavorato benissimo sin dall’inizio della stagione per valorizzare al meglio ogni singolo calciatore e per dare una sua impronta di gioco alla squadra. Ha una rosa all’altezza e credo che, sino alla fine, sarà in lotta per qualcosa di importante.

Quali giocatori ti hanno colpito di più in questa prima metà di campionato?
Non vorrei fare torto a nessuno, ma dico Biglia e Felipe Anderson, che rispetto all’anno scorso hanno dimostrato di essere due grandissimi calciatori. Apprezzo molto anche Klose, Mauri e Marchetti.

Credi che questa Lazio possa davvero ambire ad arrivare al terzo posto?
Dopo averla vista in questo girone d’andata direi di sì, anche perché non credo che la Roma possa stare tanto tranquilla. L’ho vista molto scarica nelle ultime apparizioni. Chiaramente l’avversario più duro sarà il Napoli, anche se Sampdoria e Fiorentina potrebbero inserirsi e dare molto fastidio.

Domenica c’è Cesena-Lazio. Cosa ti aspetti dal match?
Sarà una partita da non prendere sottogamba. La Lazio è nettamente più forte, ma il Cesena si sta giocando la salvezza e viene da un successo in trasferta.

La Lazio martedì si è qualificata alle semifinali di Coppa Italia. Ti è piaciuto l’atteggiamento in campo della squadra?
Molto. Non era facile andare a vincere Milano sapendo che il Milan puntava moltissimo su quella partita. Oltretutto lo ha fatto giocando in dieci per tutto il secondo tempo. Questo dimostra che i ragazzi stanno dando il massimo.

Torniamo indietro nel tempo. Stagione 1986-87, quella dei -9. Cosa ti è rimasto di quell’esperienza e cosa hai appreso da Mister Fascetti?
Ho un ricordo fantastico di quell’annata. Ognuno aveva ben chiari i propri ruoli e sapeva quello che doveva fare. Fascetti fu bravissimo a gestire il gruppo nel migliore dei modi e a fare da scudo a noi giocatori. Mi rimase molto impresso il suo lavoro, tant’è che quando da allenatore riuscii a riportare il Torino in Serie A, presi come modello proprio la sua Lazio.

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