CRESCENZI: "Sto facendo il possibile per recuperare dall'infortunio. Il futuro? Da decidere, ma sono sereno"

Pubblicato 
giovedì, 24/04/2014
Di
Redazione
Tempo di lettura: 3 minuti

NOTIZIE SS LAZIO- Negli ultimi anni è stato uno dei migliori prospetti provenienti dal settore giovanile della Lazio, Luca Crescenzi, centrale di difesa classe '92. Dopo il biancoceleste Nocerina, Viareggio, Siena e Pisa, un'esperienza quest'ultima fermata bruscamente dal brutto infortunio muscolare all'adduttore. Il giovane calciatore laziale è stato contattato da 'Lalaziosiamonoi.it'.

Ciao Luca, la prima domanda è la più scontata ma è anche quella che interessa di più. Come stai?

“Ancora male, ci vuole tempo. Sto facendo terapie mattina e pomeriggio, tutto quello che serve per recuperare da quest'infortunio lo sto facendo. Ho subito una lesione tra secondo e terzo grado, non è ancora chiaro, al tendine dell'adduttore breve. Cercherò di stare bene per la prossima stagione, sperando magari di rientrare anche prima”.

Non è la prima volta che ti infortuni gravemente, il 14 gennaio del 2012 nel match tra Lazio Primavera e Palermo Primavera, ti sei fatto male nell'azione del gol...

“Con il Palermo mi sono rotto il malleolo, mentalmente quindi sono già preparato, so che vuol dire recuperare da un brutto infortunio. Rispetto a quei giorni, oggi la sto vivendo meglio, perché allora non potevo camminare, non potevo fare nulla”.

Sino ad ora hai giocato con quattro squadre tra i professionisti: Nocerina, Viareggio, Siena e Pisa. Un bilancio di queste esperienze?

“Con la Nocerina sono andato bene, ho giocato quasi tutte le partite nonostante non avessi fatto nessuna preparazione. C'è da dire che non ho legato molto con i compagni, non stavo bene fuori dal campo, ma dal punto di vista calcistico è stata un'esperienza postiva. Il Viareggio invece mi ha aiutato a vivere con serenità, venivo da una piazza come Nocera con tante esigenze. Ho avuto qualche piccolo problema con l'allenatore, ma poi è rientrato tutto. Ho giocato le ultime quattro partite senza infortuni e ci siamo salvati senza disputare i play-out. È stata una stagione storica per il Viareggio, anche con la finale di Coppa Italia raggiunta (poi persa con il Latina, ndr). Ma fino ad ora quella di Siena è stata l'esperienza più formativa per me. Una squadra importante, una categoria importante, se non fosse per la penalizzazione il Siena sarebbe di nuovo in A. Mi sono ritagliato un mio spazio, penso di aver fatto molto bene. Sono andato via non perché non mi vedevano, ma per cercare di giocare sempre. Poi ho avuto la sfortuna che a Pisa mi sono infortunato dopo pochissimo tempo. Non posso fare un bilancio di quest'ultima esperienza, ringrazio il presidente e il direttore che mi hanno martellato di chiamate perché mi volevano a tutti i costi, ma a livello sanitario mi hanno gestito male, questo è sicuro”.

Quando eri a Siena hai giocato con Valerio Rosseti, un attaccante che piace a molte squadre e che è stato accostato anche alla Lazio. Hai fiutato qualcosa in questo senso all'interno dello spogliatoio?

“No, non ho mai sentito nulla, anche perché questa voce è cominciata a uscire quando stavo andando via. Posso dire che è migliorato davvero tanto, è un '94, ha grandi margini di crescita, spero che possa approdare in qualche squadra importante”.

Rituffiamoci nel passato, torniamo al salto tra i professionisti. Com'è cambiata la tua quotidianità?

“Se uno è di Roma e gioca nella Lazio o nella Roma, ha la fortuna di allenarsi e allo stesso tempo di vivere la quotidianità in famiglia. Un altro paio di maniche è vivere da soli, è una crescita che devi fare più a livello mentale che tecnico, perché se un giocatore è bravo lo dimostra. Poi i ritmi, gli allenamenti, la pressione della tifoseria, il rischio di non reggere botta a livello mentale c'è; molti ragazzi che in Primavera sembrava fenomeni poi finiscono in Serie D”.

Hai mai ricevuto offerte dall'estero o dall'Italia quando eri nel settore giovanile della Lazio?

“Quando non avevo ancora firmato il contratto con la Lazio ho avuto l'opportunità di andare in altre squadre italiane. Ma dopo aver incontrato il direttore, al mio primo anno in Primavera, mi hanno fatto 5 anni di contratto. La mia volontà era di rimanera alla Lazio”.

Hai avuto la fortuna di collezionare qualche panchina in prima squadra, c'è un giocatore con cui hai legato particolarmente?

“Io ricordo con piacere Radu e Zauri. Ma anche Stendardo è stato carino con me; quando mi sono fatto male mi ha chiamato per sincerarsi delle mie condizioni. Poi non dimentico Albano Bizzarri, l'ho incontrato anche in amichevole, con lui ho un bel rapporto”.

C'è un giocatore emergente a cui ti ispiri?

“Adesso seguo molto meno le partite, come modello non ho nessuno. Cerco di percorrere la mia strada, di migliorarmi senza imitare nessuno. Il mio idolo è e rimarrà sempre Alessandro Nesta, non perché penso di somigliargli, ma perché è stato il giocatore più forte che la squadra del mio cuore ha avuto in quel ruolo, nel mio ruolo”.

Uno sguardo al futuro, cosa vedi?

“A gennaio la mia metà l'ha presa il Siena, quindi sono in comproprietà tra Lazio e Siena. Io con la Lazio ho un contratto sino al 2015, a fine anno o mi chiameranno o si metterano d'accordo le due società. Il mio futuro credo sia ancora da decidere, ma lo vivo con serenità”. 

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