ESCLUSIVA. Cucchi e la sua lazialità: "Nel '74 ero in Curva. Calleri si lamentò di me"

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venerdì, 17/02/2017
Di
Redazione
Tempo di lettura: 3 minuti

Pubblicato il 15/02

ESCLUSIVA CUCCHI LAZIO - Una voce inconfondibile. Che rimarrà per sempre nelle nostre menti e nella storia di questo sport. Un personaggio unico. Inimitabile. Un vanto per l'Italia. Un motivo di orgoglio per la Lazio. Già perchè Riccardo Cucchi, fino a domenica radiocronista della Rai, ha svelato di essere un tifoso biancoceleste. A pochi giorni dalla sua rivelazione in diretta nazionale, ha concesso un'intervista alla redazione di Lazionews.Eu:

La sua radiocronaca che non scorderà mai?

"Avendo avuto l'onore di raccontare l'Italia Campione del Mondo, la mia mente non può che tornare a quella notte di Berlino. Prima di me soltanto Carosio, il nonno di tutti noi, ha potuto gridare 'Campioni del Mondo'". 

Tutti i laziali ricordano le sue parole che scandirono la vittoria dello Scudetto del 2000...

"In quella domenica folle (ride, ndr). Nel 1974 ho vissuto lo Scudetto di Chinaglia e Maestrelli in Curva Nord, da appassionato e da tifoso quale sono con la radiolina alle orecchie. Mi ricordo il rigore di Chinaglia e il grido 'Lazio Campione d'Italia'. In quel momento ho sognato di poter essere io a dire quelle parole. Poi è successo, anche se non ci speravo. È stata una grandissima emozione, non pensavo che quel giorno andasse così. Ho avuto l'occasione di dire, alle 18.04 minuti che la Lazio era Campione d'Italia. Ho coronato un sogno".

Lei ha fatto dell'oggettività e dell'imparzialità dei pilastri del suo lavoro...

"Io sono nato a Roma e andavo sempre a vedere le partite, anche in trasferta. A quel tempo la Lazio oscillava tra la Serie A e B e mi ricordo giocatori che oggi molti non conoscono, come Morrone, Dolso e Massa. A me questo sentimento nei confronti dei colori biancocelesti mi ha sempre preoccupato nel fare questo mestiere, perchè non volevo in alcun modo dare l'impressione di avere una simpatia verso una squadra. Io mi sono sempre posto come obiettivo di rispettare tutti gli appassionati, perchè se il calcio vive e vivrà ancora è perchè c'è passione. Ogni tifoso va rispettato, ogni gol e ogni Scudetto vanno commentati e celebrati allo stesso modo. E quando io ho detto della Roma che "mai Scudetto era stato più meritato" era perchè ne ero sicuro e lo pensavo veramente. Quella squadra di Capello ha meritato di vincere il campionato. Mi fa piacere che in 38 anni nessuno ha mai capito quale fosse la mia squadra del cuore, questo significa che sono riuscito ad arrivare a tutti. Sia gli abitanti di Milano, che di Caltanissetta".

Qualche aneddoto con il mondo Lazio?

"Un solo presidente in tutta la mia lunga vita ha alzato il telefono per protestare con il mio capo. Era Calleri, che mi ha criticato. Ha chiesto al mio direttore di non mandare più radiocronisti della Roma a fare la Lazio".

Lei con la sua rivelazione di domenica ha riempito di orgoglio i cuori dei laziali. Che ne pensa della situazione che stanno vivendo i tifosi biancocelesti? Non si vede più l'Olimpico pieno come tanto tempo fa...

"Mi dispiace tanto. Capisco le motivazioni che vengono portate da tutti: tifosi, società e prefettura. Io ho vissuto momenti in cui la Lazio trascinava allo stadio un popolo intero. Quando ero ragazzo io, a 20 anni, nei derby i tifosi erano mischiati. C'era lo sfottò e ci si prendeva in giro, ma questo è ovvio. Al massimo volava uno schiaffone. Oggi vedere gli stadi vuoti e sentire questi episodi di violenza fa male. Non andare allo stadio per protesta può danneggiare anche la squadra, che sta giocando bene".

Ora cosa farà? Accetterà l'invito della Lazio?

"Il mio obiettivo è di pranzare con mia moglie la domenica. Di accendere la radio e tornare bambino. La Lazio mi ha invitato all'Olimpico? Non lo sapevo, non ho letto il messaggio. Vado a cercare, ma verrò volentieri. Verrò con mia moglie che è romanista. Ho anche due figli, uno della Lazio e della Roma, e ci prendiamo sempre in giro. Questo per me è il calcio".

Ora tre derby in poco tempo...

"Saranno due mesi di fuoco (ride, ndr). La Lazio ce la può fare in Coppa Italia. La Roma però è più forte, ma i biancocelesti mi hanno sorpreso. Giochiamo bene ed abbiamo ottimi valori tecnici".

Un elogio particolare a Inzaghi...

"Bisogna fargli i complimenti. L'ho conosciuto da giocatore e ho commentato quella serata magnifica, nella quale realizzò 4 gol in Champions League contro il Marsiglia. Non mi sarei immaginato che potesse diventare un allenatore così bravo. Lotito ha fatto bene a metterlo in panchina".

L'Europa League?

"Si, sono sicuro che la Lazio ci arriverà. Sperando di portare fortuna".

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