Ferrante ricorda Strakosha: "Arrivava prima dei magazzinieri, piangeva quando sbagliava. Ora è un leader"

Pubblicato 
lunedì, 16/10/2017
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

STRAKOSHA PRIMAVERA FERRANTE - Di strada ne ha fatta Thomas Strakosha, prima di diventare un idolo della tifoseria biancoceleste ed un punto fermo della Lazio dei miracoli. L'albanese, sabato nell'anticipo di campionato contro la Juve, ha dato spettacolo e ha detto no a quel Paulo Dybala che tanto spaventa i portieri di Serie A e non solo. Oggi, a gianlucadimarzio.com, ha parlato Christian Ferrante, il suo primo allenatore in Italia ai tempi della Lazio Primavera.

STAKANOVISTA - “Thomas arrivava prima dei magazzinieri! Aspettava da solo, davanti ai cancelli del campo. Poi palestra, allenamento, pranzo. E ancora allenamento coi compagni, poi di nuovo in palestra. Alle 8 già dormiva, alle 9 di mattina era già in campo. Era un lavoratore incredibile, è questo che mi ha convinto a prenderlo. Aveva voglia di dimostrare a sé stesso e al padre di poter arrivare lontano. L'unico mezzo che conosceva era quello di lavorare. Viveva a Formello e arrivava al campo prima di tutti, tant’è che dopo un po’ gli abbiamo dato le chiavi per potersi allenare da solo”

CARATTERE - “Mister, io vengo… ma alle 8 vado via perché devo allenarmi, diceva. Aveva buone doti fisiche, ma grandi difficoltà dal punto di vista tecnico ed emotivo”.

SCETTICISMO INIZIALE - “Per il ds Tare era come un figlio, mi disse di valutarlo molto bene. Era amico di suo padre. C’era anche un po’ di scetticismo. Alla fine del periodo di prova ne parlai con Tare e decidemmo di tenerlo, nonostante avessimo portieri di livello

ESPLOSIONE - “E’ il capolavoro della Lazio e di Inzaghi, ma anche di Grigioni, preparatore dei portieri”. ”. Strakosha finalmente alla Lazio, Ferrante svela il perché di quella scelta: .

GLI INIZI -  “Il primo anno fece fatica, non giocò per 4-5 mesi. Poi l’abbiamo messo in campo anche per capire i suoi progressi. Ricordo gli esordi in Primavera, quanto scetticismo. Thomas è stato costruito, abbiamo lavorato sulla fiducia che aveva in sé stesso. E ai primi errori piangeva, si disperava, viveva malissimo ogni minimo sbaglio”.

PUNTO DI FORZA - “L’umiltà! E' merito della famiglia, suo padre è un mito in Albania (Fotaq, anche lui portiere ndr). Poteva essere un peso, ma è diventata la sua migliore qualità. Ora è un giocatore completo”.

LEADER - “Inzaghi è stato bravissimo a farlo diventare un leader, lui l’ha ripagato diventando affidabile e vincendo trofei. Poi è andato a Salerno e ha avuto qualche difficoltà di ambientamento, è tornato il primo Thomas. E’ uno che ha bisogno di tempo per inserirsi, alla Lazio è stato così. Tare lo conosce bene, l’hanno inserito in rosa gradualmente e ora è diventato un top. La sua forza è la tranquillità”.

RAPPORTO - “Per lui sono stato come un padre, la mattina eravamo da soli. Io e lui. Aveva voglia di emergere, di stupire, di arrivare. Siamo rimasti legati, per lui sono come un padre. E’ davvero un esempio per tutti”.

Non perdiamoci di vista, seguici!
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram