Recupero lampo e prestazione super: Bastos, la roccia dell'Angola

Pubblicato 
domenica, 15/10/2017
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

JUVENTUS LAZIO BASTOS - Mancava dal 25’ della sfortunata partita contro il Napoli, persa poi in malo modo. Da quel momento, ha lavorato duramente Bastos Quissanga per riprendersi il suo posto sul centro-destra della difesa biancoceleste, conquistato con tanta fatica in questi primi 14 mesi con la maglia della Lazio.

LA SVOLTA - Tra infortuni, acciacchi e scelte di Inzaghi, l’ex promessa del Rostov (che lo pescò nel 2013, 22enne, addirittura dalla massima divisione dell’Angola) lo scorso anno lo abbiamo visto in campo soltanto in 14 occasioni, di cui 3 in Coppa Italia. Complici la cessione di Hoedt e l’infortunio di Wallace, Bastos ha avuto in questa stagione lo spazio in più che chiedeva, mostrando il perché, in Russia, tutti credevano ciecamente in lui.

UN MURO - Sviscerando le statistiche fornite da ‘corrieredellosport.it’ al termine di Juventus-Lazio, troviamo un supporto numerico ai tanti elogi spesi per la prestazione del difensore angolano. Si temeva potesse essere in ritardo di condizione e che potesse soffrire oltremodo l’attacco stellare dei bianconeri: la realtà ha dimostrato, invece, come chiunque si sia aggirato dalle sue parti abbia letteralmente impattato contro un muro. 4 sono stati i palloni pericolosi intercettati, 7 quelli respinti, 5 invece i duelli vinti e 2 su 2 i contrasti aerei in cui ha avuto la meglio sull’avversario di turno.

IMPOSTAZIONE - Ma non è tutto. Bastos, infatti, non ha svolto soltanto meri compiti difensivi, da marcatore vecchia maniera, ma è stato sempre pulito anche nel dare il là alle ripartenze, giocando palla a terra, senza regalare alle tribune cimeli da conservare per ricordo: 35 sono stati i passaggi effettuati allo Stadium, con una percentuale di successo dell’86%.

ANNULLATI GLI AVVERSARI - Dalle sue parti si aggiravano due spine nel fianco come Mario Mandzukic e Kwadwo Asamoah: a conti fatti, in 94 minuti di partita, Bastos ha concesso un solo tiro in porta al terzino ghanese, oltretutto velleitario e da oltre 40 metri, e nulla più. Semplicemente insuperabile.

Giordano Grassi

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