Giornata mondiale della poesia. Da "Ei fu siccome Immobile" a "Ed è subito Sergej": la Lazio nei versi

Pubblicato 
mercoledì, 21/03/2018
Di
Redazione
Tempo di lettura: 3 minuti

GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA - Oggi 21 marzo, primo giorno di Primavera, si festeggia anche la Giornata Mondiale della Poesia. Sui social impazzano i versi più strani, i più romantici e quelli storici, che tutti sui banchi di scuola abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare. Lazionews.eu festeggia questa meravigliosa ricorrenza, giocando un po' con i capolavori della Letteratura e la Lazialità: da Saba a Trilussa, passando per  Neruda e fino a Prevèrt.

STRAKOSHA RINGRAZIA - "Della festa anch'io son parte!", scrive Saba nel 1933 nella celebre poesia "Goal". Rendendo protagonista una figura che spesso, soprattutto nei momenti concitati che seguono una rete, non appare mai. Un'immagine lontana dalle luci della ribalta: il portiere della squadra che festeggia. E Strakosha, uno che certamente non cela mai l'istintivo e fervente entusiasmo ai gol dei compagni, ringrazia del pensiero.

ODE ALLA FELIPITA' - "Oggi lasciate che sia Felipe, io e basta, con o senza tutti, essere felice con l’erba...". Se Felipe Anderson potesse narrare dei versi, sceglierebbe senza dubbio l'Ode al Giorno Felice di Pablo Neruda. Sovente criticato, erroneamente paragonato a questo e a quello: lui che vuole essere il numero 10, il capellone che diventa grande quando si sente grande e torna bambino dopo l'errore di un passaggio. Felipe, unico e irripetibile. Felipe che unisce e divide, capace di regalare sogni o distruggere certezze. Felipe e basta.

ED E' SUBITO SER...GEJ - "Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole". Quel raggio di sole, decantato da Quasimodo, è arrivato a Roma tre anni fa. Lo ha fatto scegliendo la Lazio sopra ogni cosa, ad altri colori... a cui sembrava ormai destinato. Ma il giovane spilungone serbo non ha firmato ed è corso a rifugiarsi a "casa", quella che, fin quando vorrà, lo proteggerà per non farlo mai sentire solo.

EI FU SICCOME...IMMOBILE - Manzoni, nella celeberrima "5 Maggio" raccontava la fine di Napoleone, descrivendo il corpo senza vita del condottiero corso. Ciro, di immobile, ha soltanto il cognome: 60 gol, 16 assist e 79 partite disputate con l'aquila sul petto. Quella che sembrava la pagina di una carriera al tramonto, si è tramutata in una rivincita personale che ha dell'incredibile. Ma che finito! ma quale "ei fu": lui è (e sarà) il bomber che fa cantare la Nord e la bandiera della Nazionale che rinasce dalle sue ceneri.

L'INGIUSTIZZIE DER MONNO - Tante, troppe le ingiustizie nel mondo. Anche in quello del calcio. Quest'anno la Lazio e i laziali ne percepiscono il fardello: il Var sembra aver mandato in confusione la classe arbitrale quando vede biancoceleste. Chi ci rimette è ovviamente la squadra di Inzaghi, capace di dar luce ad una stagione ed un gioco da far invidia a chiunque, ma penalizzata dai troppi punti ingiustamente mancanti. "Quanno che senti di' "cleptomania" è segno ch'è un signore ch'ha rubbato", scrive Trilussa, amatissimo poeta romano del '900. Ma tutto sommato cari laziali, esistono ingiustizie peggiori. Tipo nascere romanisti.

I RAGAZZI CHE SI AMANO - Prévert ha regalato al mondo una delle più belle poesie d'amore di tutti i tempi. Ma pure mister Inzaghi con la sua Lazio non è stato da meno: a detta di molti, addetti ai lavori e non, il tecnico biancoceleste ha messo su una squadra capace di arrivare finalista in Coppa Italia, di vincere una Supercoppa, di contendersi la Champions, arrivare in semifinale di Coppa Italia (2018) e giocarsi i quarti d'Europa League. La Curva applaude questi ragazzi, la gente li ama. C'è anche nei momenti più duri, non li abbandona. Questo gruppo ha dato modo ai tifosi (e non solo) di farsi apprezzare. I ragazzi che si amano "sono altrove, molto più lontano della notte, molto più in alto del giorno", con la fiducia e la voglia di dimostrare, contro tutto e tutti, che loro si... sono più forti di ogni cosa.

Buona giornata della Poesia a tutti.

Michela Santoboni 

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