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Il Grande Torino, 65 anni fa lo schianto di Superga: la fine di una squadra, l’inizio di un mito

LAZIONEWS. Il 4 maggio del 1949, di ritorno da un’amichevole giocata a Lisbona contro il Benfica, il terribile schianto del trimotore Fiat 202 contro la Basilica di Superga…

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LAZIONEWS-«Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto “in trasferta”». Le parole di Indro Montanelli sanno di leggenda, di eternità. Il grande scrittore le ha pronunciate il giorno successivo al funerale di una squadra che non è morta, è semplicemente diventata storia. Il Grande Torino, forse un aggettivo fin troppo semplice con cui provare a descriverlo. Ma d’altronde non è possibile ‘affibbiare’ molti attributi a una squadra in grado di divorare cinque scudetti consecutivi in un’epoca triste e complessa come quella della Seconda Guerra Mondiale. Il Grande Torino è anche più di una leggenda, di un mito, è un periodo storico del calcio italiano quello tra il 1942 e il 1949, ma non solo, un qualcosa da imparare a scuola sui libri. Un‘amichevole a Lisbona, contro il Benfica per l’addio al calcio di Françisco Ferreira, amico di Valentino Mazzola. I granata la giocarono, la persero 4-3 il 3 maggio del 1949, ma il vero scherzo del destino quanto mai beffardo arriva 24 ore dopo, il 4 maggio. Un viaggio, quello da Lisbona di ritorno a Torino, giunto quasi al termine. “Siamo sopra Savona. Venti minuti e arriviamo”. Tutti tirano un grosso sospiro di sollievo, le nubi e la pioggia intensa stavano mettendo in subbuglio il cielo che quasi sembrava salutare con un ghigno quanto di lì a pochissimo sarebbe accaduto; quelle nuvole fanno un po’ meno paura. Poi la tragedia, un altimetro probabilmente danneggiato che segna un’altezza di 2000 metri. Tanti si, ma non 2000. In un attimo lo schianto del trimotore Fiat 202 contro i muraglioni della Basilica di Superga. Tutto in un attimo, un silenzio troppo duro e profondo avvolge il relitto, un‘atmosfera surreale circonda i corpi di Valentino Mazzola, Ezio Loik, Valerio Bacigalupo, Guglielmo Gabetto, Romeo Menti, Franco Ossola, Mario Rigamonti e i loro compagni di squadra, oltre ai dirigenti e a tre giornalisti. Loro erano, sono e saranno il Grande Torino. Sono morti 65 anni fa, ora sono semplicemente storia.

Francesco Iucca

TWITTER: @francescoiucca

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