Lazio, vittoria e compattezza: nella gioia e... nelle polemiche

Pubblicato 
martedì, 26/01/2016
Di
Redazione
Tempo di lettura: 3 minuti

Pubblicato il 25/01 alle ore 16.45

NEWS DEL GIORNO – La Lazio vince contro il Chievo e conquista tre punti d’oro, per il morale e per la classifica. La posizione non è ancora quella sperata, ma il quinto posto dista ora quattro punti, un gap che con un pizzico di continuità potrebbe essere colmato. Una vittoria contro gli scaligeri che offre molti spunti interessanti: in campo la solita Lazio a due facce, spaesata nei primi minuti e arrembante nella ripresa, un Cataldi che cerca di confermarsi nel ruolo di regista e i gol. Sì, i gol, momento di gioia per eccellenza del calcio, tre reti (su quattro) leggermente intorpidite da gesti polemici dei marcatori, rivolti verso le tribune al momento di andare a raccogliere la palla nel sacco.

La Lazio è reduce da una striscia di cinque risultati utili consecutivi in campionato, ma esce da un momento difficile in cui gli scarsi risultati hanno appesantito la situazione e in cui le critiche sono state aspre. Dopo il vantaggio del Chievo, Candreva conquista e realizza un tiro dal dischetto: risultato in parità, palla sotto un braccio e l’altra mano ad indicare il “bla bla bla” per poi finire sulle labbra, nel più tipico dei gesti che invoca al silenzio. “Nessuna polemica dopo il gol”, sono state le parole del numero 87, ma il segnale è parso rivolto verso le parti della tribuna stampa. Un tappare la bocca a qualche mugugno di troppo rivolto al laterale biancoceleste, che nelle ultime gare è tornato a caricarsi il peso dell’attacco laziale sulle spalle. E’ proprio lui il simbolo di una Lazio che si sta compattando nella difficoltà, e nelle polemiche. Al raddoppio stessa scena: Cataldi segna al volo di destro, via la maglia e corsa sotto la Nord (semi-vuota), come sognato a lungo da bambino. Poi mani sulle orecchie e indice a tappare la bocca, gesto liberatorio dopo le pressioni che lo hanno messo in difficoltà nella prima parte di stagione. Nei minuti di recupero copione ancora una volta rispettato da Keita, per una Lazio che segna e cerca di lasciare lontano dallo spogliatoio certe voci e, fatalità del caso, proprio le polemiche delle scorse settimane.

Troppe chiavi di lettura per poter analizzare con chiarezza le reali intenzioni dei calciatori, ma molto probabilmente le polemiche non erano rivolte ai tifosi, almeno non del tutto. L’appello di Candreva è stato chiaro: “Abbiamo bisogno dei nostri sostenitori, ci serve calore, non siamo mica a teatro”, il grido d’allarme dell’esterno romano. Stessa lunghezza d'onda anche per Keita: “Spesso il pubblico sembra contro di noi, non devono fischiare inutilmente, ma devono aiutarci e starci vicino. Noi dobbiamo essere più concreti e vincere”. Ma la scarsa affluenza dei laziali all’Olimpico in questa stagione ha radici più profonde, non si ferma al risultato sportivo. La Nord sta disertando ad oltranza lo stadio in segno di protesta contro le barriere volute dal Prefetto Gabrielli per ragioni di sicurezza, in più la contestazione contro Lotito e la sua gestione prosegue senza sosta, anche con lo stadio mezzo vuoto. Eppure la voglia di Lazio è sempre viva, i laziali lo hanno dimostrato gremendo il settore ospiti del Franchi, pronti poi a ripetersi a Bologna, prima di essere fermati dalle decisioni dell'Osservatorio. A suon di gol ed esultanze polemiche i calciatori forse più attesi e amati dai tifosi hanno lanciato un messaggio: avanti nella rimonta, uniti contro le avversità e senza lasciare possibilità a voci e dicerie di permeare nello spogliatoio. La vittoria con il Chievo non  può certo far dimenticare di colpo i periodi neri che ha attraversato questa Lazio, ma è sicuramente un buon punto di partenza. Ora testa bassa e pedalare verso l'Europa, parla il campo.

Gian Marco Torre

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