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Le Iene, Tavecchio in lacrime: “Sono giorni che non dormo. Ha sbagliato Ventura, io volevo Donadoni”

TAVECCHIO NAZIONALE –  Un Tavecchio inedito quello mostrato ieri alle Iene. Il presidente della Figc che sta vivendo un dramma professionale e morale…

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TAVECCHIO NAZIONALE –  Un Tavecchio inedito quello mostrato ieri alle Iene. Il presidente della Figc che sta vivendo un dramma professionale e morale, ha spiegato le sue decisioni e le sue scelte al noto programma di Italia 1.

LA MANCATA QUALIFICAZIONE “Personalmente io sono stanco dal punto di vista mentale. è come se avessi un’ossessione. Non andare ai Mondiali lo ritengo un fatto gravissimo. Non doveva succedere tutto questo. I Play off li abbiamo affrontati malissimo. La Svezia andava affrontata diversamente, con filosofie diverse. Dovevamo aggirarli con i piccoletti (Insigne ndr.) che invece stavano in panchina. La scelta sbagliata è stata dell’allenatore. Ho scelto io Ventura, ma l’ho scelto tenendo conto delle considerazioni di persone importanti. Cairo mi disse che Ventura meritava una chance. La mia prima scelta era Donadoni, ma Saputo si era opposto. Adesso mi prendo tutte le mie responsabilità. Sono quattro giorni che non dormo”.

RESPONSABILITA’: Mi sento responsabile, ma mi presenterò con un programma, poi rispetterò le decisioni di chi deve giudicare. Sfortuna o disorganizzazione? Disorganizzazione mentale. Insigne in panchina, Florenzi a destra. I ragazzi hanno pianto tutti. Il problema è che erano stati assemblati male in quella partita. Cambiare allenatore in corsa? Mi era venuto in mente. Mi chiedo come si fa a Milano a non far giocare Insigne? Sotto l’aspetto tecnico Ventura ha sbagliato. Ha scelto tutto lui, compresi i collaboratori.

FUTURO – Futuro? Non ho nessuna firma sul contratto al momento. Gattuso? Spalletti? Acqua. Allegri? Mancini? Fuocherello. Conte non l’ho chiamato. Ancelotti? Fuoco. Noi stiamo cercando il meglio. Fino a giugno molti sono impegnati. Tommasi? Ognuno fa le sue considerazioni. Io non mi dimetto perché voglio presentare un progetto. Se non accoglierà il consenso, ognuno andrà a casa sua. Abbiamo una Federazione solida. Il capo della baracca in questo momento conosce la baracca meglio di qualcun’altro. Non ho voglia di stare a casa, ho voglia di correre. Ripartiamo e forza Italia!”.

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