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LEDESMA scatta la foto più bella del 2011: «Gli ultimi trenta secondi del derby, una foto bellissima»

Il centrocampista biancoceleste parla del momento della Lazio e dei suoi sogni

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LEDESMA scatta la foto più bella del 2011: «Gli ultimi trenta secondi del derby, una foto bellissima»

Il centrocampista biancoceleste parla del momento della Lazio e dei suoi sogni 

(getty images)

Cristian Ledesma, un laziale vero, un leader di questa squadra che vuole tornare a vincere. Anche Sky Sport se n’è accorto e ha deciso di dedicargli la rubrica “Un anno da leader” per quanto riguarda i colori biancocelesti. Il centrocampista della Lazio è stato quindi intervistato nel giorno della ripresa degli allenamenti della squadra agli ordini di Reja. L’anno solare sta per arrivare al termine, qual’è la fotografia del 2011 della Lazio che Ledesma vuole scattare? «La più bella è gli ultimi 30 secondi del derby, una fotografia bellissima. Meglio non te lo puoi immaginare di vincere una partita così. Quella è la fotografia più bella che ci rimarrà in questo 2011».

In estate è arrivato Miroslav Klose. Cristian se lo aspettava così forte? «Io seguo molto il calcio quindi non l’ho scoperto qua. Vedendolo in allenamento però ti rendi conto di quanto sia al di sopra di noi giocatori normali. Lui non è un giocatore normale. Lui è un’altra categoria, un altro livello. Ti rendi conto di quanto sia importante avere un giocatore così. Dicono che non ride mai? Dicono male, anzi. Noi abbiamo questa idea dei tedeschi che sono seri, ma lui è entrato subito in gruppo, gli piace scherzare e non è chiudo come da fuori può sembrare» Da Cisse, invece, ci si doveva aspettare qualcosa di più? «Penso che qualsiasi attaccante a cui manca il gol soffre questa cosa».

Ledesma si sente un leader? «Leader non è la parola giusta, non mi piace neanche. Ma io cerco di trasmettere la voglia che ho, il sentimento che ho io per questa maglia. Il sogno è di riportare la Lazio in Champions, ma anche l’Europa League non è da buttare via. Voglio far arrivare la Lazio a giocare la Champions tutti gli anni, non un anno sì e uno uno».

Qual’è la squadra più forte del campionato? «Penso che a livello qualitativo il Milan sia sopra a tutti gli altri». Un pensiero alla Nazionale italiana c’è?: «Il sogno ce l’ho sempre in testa, tanto è vero che la prima maglia dell’Italia non gliel’ho data a mio padre, gli ho detto che gli avrei dato la seconda perché conto di tornarci. Finché non tornerò a Coverciano la mia Nazionale sarà la Lazio».

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