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Marchegiani: “La Lazio non era così forte, lo è diventata. Immobile-Milinkovic fortissimi, Anderson unico”

MARCHEGIANI LAZIO – 339 partite trascorse a difendere la porta della Lazio, in tutte le competizioni, dalla Serie A alla Champions League…

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MARCHEGIANI LAZIO – 339 partite trascorse a difendere la porta della Lazio, in tutte le competizioni, dalla Serie A alla Champions League, passando per le Supercoppe Europea ed Italiana e la defunta Coppa delle Coppe. Luca Marchegiani, dieci anni biancoceleste, a ‘ilposticipo.it’ parla a ruota libera della Lazio formato 2017-18.

LAZIO – “Non mi aspettavo una Lazio così competitiva. Dopo le cessioni estive di Biglia e Keita il rischio di un ridimensionamento tecnico era evidente. Però fra innesti adeguati e lavoro sul campo, la squadra è andata oltre le più rosee aspettative. Merito soprattutto di Simone Inzaghi che si sta dimostrando un grandissimo allenatore. Innegabilmente la Lazio è migliorata sotto tutti gli aspetti. Non era così forte, lo è diventata. Ne apprezzo il gioco e la proposta. Inzaghi ha saputo trarre il massimo da ciascun componente della rosa e il suo peso è incidente. Sa gestire i calciatori e migliorarli dal punto di vista tecnico e tattico”.

PUNTI DI FORZA – Immobile e Milinkovic sono delle sorprese sino a un certo punto. La loro qualità era nota. Sono cresciuti esponenzialmente ma non rappresentano comunque una scoperta come Luis Alberto. Lo spagnolo ha stupito sotto tutti i punti di vista. Quando è arrivato non lo conosceva quasi nessuno. Sembrava destinato a un ruolo da comprimario, poi è scattato qualcosa. Adesso è il giocatore più decisivo della Lazio. Nello scacchiere tattico è determinante”.

VALORE AGGIUNTO – “Felipe Anderson è un giocatore particolare. Quasi unico. E’ stato frenato dagli infortuni ma rappresenta un valore assoluto. Nel calcio italiano, che conserva una forte impronta tattica, un calciatore delle sue caratteristiche è una variabile discriminante. Ha qualità e velocità tali da mettere in difficoltà qualsiasi avversario, sia attaccando la linea che scambiando il pallone in velocità. Chi ha un calciatore del genere ha già un valore aggiunto a priori”.

GIOCO E QUALITA’ – “Credo che si debba lavorare ancora un po’. La Lazio, negli undici e sulla partita secca, può giocarsela con chiunque. Soffre, però, una certa profondità nella rosa e deve ancora acquisire una mentalità vincente anche se la strada intrapresa è quella giusta. Noto tanto affetto nei confronti di questi ragazzi e ne sono contento. La squadra esprime un bel calcio e si è innescato un connubio che effettivamente non si vedeva da tempo. La gente ha percepito che questo gruppo si sta impegnando al massimo e ha capito che in altre realtà questo non succede. Quindi si è legata a questi ragazzi ed è giusto così. Si può dire che questa Lazio merita l’affetto che riceve”.

VAR – “Sono favorevole al VAR, anche se capisco l’amarezza. Sono d’accordo alla tecnologia in campo, perché è uno strumento che permette di migliorare la performance degli arbitri e spesso chiarisce diverse dinamiche. Certamente l’errore fa notizia ma più che bocciare il VAR credo sia necessario un miglioramento, inteso nel senso lato del termine. Il progetto va settato e migliorato nella gestione”.

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