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PRANDELLI: “Dobbiamo osare: voglio una nazionale incosciente”

Il ct, alla sua prima conferenza in Brasile, spiega: ” Possiamo dimostrare che gli italiani fanno squadra nelle difficoltà. Balotelli? Non deve caricarsi la squadra sulle spalle”…

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BRASILE 2014 – Cesare Prandelli ha incontrato i giornalisti nella sua prima conferenza stampa in terra brasiliana, dopo l’arrivo della Nazionale nel ritiro di Mangaratiba, a 8 giorni dal debutto mondiale contro l’Inghilterra. Ecco alcuni stralci delle parole del ct azzurro:

Le prime impressioni
“Siamo appena arrivati, le prime impressioni sono buone, la struttura anche. Ci sono tutte le condizioni ideali per iniziare il Mondiale. Comincia oggi la vera preparazione’. Penso al lavoro fatto e a quello da fare: e quando sai che cosa fare, lo stato d’animo diventa d’incanto di grandissimo ottimismo”.

Come giocheremo in questo Mondiale?
“Non vogliamo fare capire nulla a nessuno. Sono partite dove si giocherà anche su certi equlibri. Stiamo verificando l’opportunità di giocare con un giocatore in più in mezzo al campo ma non abbiamo ancora deciso”.

Domenica c’è la partita col Fluminense. Cosa ti aspetti?
“Abbiamo programmato questa partita perché avevamo necessità di avere subito un impatto col Paese. Sicuramente tra due giorni non faremo una bella figura, ve lo dico già adesso. Ma nelle difficoltà sono convinto che si vede ancora di più dove poter migliorare la squadra”.

Su Balotelli.
“Mi aspetto la continuità che sta avendo in questi giorni. Ha una grande attenzione a tutti i particolari e una grande concentrazione. Ognuno non deve pensare di essere un protagonista, dobbiamo essere squadra”.

Sul mix tra esperti e giovani nella squadra.
“I giovani sono garanzia d’entusiasmo ed è quello che chiediamo a loro. Sono ragazzi interessanti, che ci possono stare in questa Nazionale. Sono anche incoscienti e il calcio ha bisogno anche di questo. Posso fare un nome, Darmian, che è arrivato in sordina ma sta meravigliando tutti per serietà e convinzione. Non sono state scelte difficili”.

Sulla possibilità di crescere durante il torneo.
“La storia insegna che l’Italia ha sempre dato risposte importanti soprattutto nei momenti di difficoltà. Se questo può portarci qualcosa in più, i giorni passati ne sono una testimonianza”.

Sullo scetticismo della gente.
“L’impatto forte del Mondiale fa alzare da tutti l’asticella. Tutti si aspettano miracoli. Abbiamo una responsabilità in più, dobbiamo andare in campo col pensiero di rendere orgogliosi gli italiani di questa maglia. Dobbiamo fare capire che l’italiano anche nella difficoltà fa squadra. Come insieme di gioco possiamo essere più bravi degli altri e noi stiamo lavorando su questo”.

Sulle condizioni della rosa.
“In questa fase ci sono giocatori che stanno bene e si sono visti e altri che hanno un po’ più di acciacco. I quattro centrali hanno qualche problemino, ma è risolvibile. Per questo comunque ho deciso di portare Ranocchia, mentre Mirante è stato chiamato per i problemini a Sirigu e Perin”.

Sull’obiettivo dell’Italia.
“Il primo obiettivo è passare il girone e poi vediamo. Noi dobbiamo farci trovare pronti”.

Su Buffon, Pirlo e De Rossi, che hanno vinto un Mondiale.
“Mi piace ascoltare le storie di chi ha vinto. Ho ascoltato Lippi, Gigi, Andrea. Ci sono tante energie che devono andare nella stessa direzione. Tante volte ci sono situazioni che pensi possano essere difficili e poi trovi energie per superarle. Una squadra è vincente quando non si pone limiti mentali”.

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