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Tra presente e passato, Nesta si racconta: “Tifo Lazio, ma ho il Milan nel cuore”

INTERVISTA NESTA – Il Capitano ricorda gli anni trascorsi a Roma e quelli a Milano in una bell’intervista…

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INTRVISTA NESTA – Il Capitano si racconta a 360°. Quella di lunedì sarà per Alessandro Nesta la sfida del cuore. Lazio e Milan. Da una parte la squadra che lo ha cresciuto e cullato, dall’altra quella che lo ha consacrato. Nell’intervista di ieri, l’ex biancoceleste ha dato qualche consiglio a mister Inzaghi per fare male al Diavolo. Oggi, attraverso i microfoni di Sky Sport, analizza la sua carriera e ricorda gli anni trascorsi a Roma:

Chi vincerà secondo te?
“Il Milan è ferito, viene da un momentaccio e ha bisogno di punti e riscatto, mentre la Lazio sta bene. Per questo credo sia una partita che può finire con qualsiasi risultato. Sono due squadre che attaccano e non si difendono, prevedo emozioni e gol”.

Quali sono i tuoi ricordi più belli dei Lazio-Milan che hai disputato?
“Ho giocato da entrambe le parti. Ricordo una finale di Coppa Italia con la Lazio vinta contro il Milan e poi altre partite con il Milan contro la Lazio durante le quali facevo fatica. Era una partita particolare. Sono laziale, ma ho il Milan nel cuore perché quello che mi ha dato è stato qualcosa di molto importante”.

Dopo una prima parte di stagione ottima, il 2017 è stato da incubo per il Milan. Qual è il problema principale?
“Ha tanti giovani. I giovani danno freschezza, ma ti tolgono sotto altri aspetti. Viva i giovani, pero’ hanno bisogno di tempo per avere continuità durante una stagione. Credo che il Milan stia pagando questo adesso”.

Cosa diresti oggi a Berlusconi?
“Mi sento di dirgli grazie perché se ho fatto 10 anni al Milan e sono stato bene è stato anche grazie a lui. Spero che il nuovo Milan non perda la sua identità. Mi auguro la società successiva porti uno stile tipo il Milan di Berlusconi degli ultimi 30 anni».

Cosa serve al Milan, come società, per tornare grande?
“I soldi e fare un mercato all’altezza. Ben vengano i cinesi? Sì, se hanno i soldi. Altrimenti no”.

Il campionato italiano ti sembra già archiviato?
“Per quanto riguarda scudetto e retrocessione sì. Poi c’è una lotta per la Champions e l’Europa. Un campionato non proprio bellissimo. Il secondo posto è alla portata di Napoli e Roma e credo che la Lazio deve continuare a stare attaccata lì. Roma e Napoli sono sullo stesso livello, ma faccio il tifo per la Lazio”.

Come si interrompe lo strapotere della Juventus?
“La Juventus si può battere solo programmando il futuro. Le squadre che hanno il potenziale per ridurre il gap sono Inter, Roma e Napoli. Queste tre devono alzare l’asticella ogni anno e fare sforzi economici maggiori per arrivare lì, ma è difficile”.

Totti, invece. Lui sembra non volersi archiviare mai…
“È incredibile quello che sta continuando a fare. Gli faccio i complimenti. Sta facendo qualcosa di eccezionale. Speriamo che giochi ancora, anche se è dura. Io ho la stessa età faccio fatica. Se vuol venire, già sta qui. Anche se credo che finirà la sua carriera a Roma”.

Nesta invece ha deciso di smettere e fare l’allenatore. Come sarà questa stagione per il tuo Miami?
“L’obiettivo e fare meglio dello scorso anno. Non siamo arrivati ai play-off. Era il nostro primo anno e abbiamo avuto qualche problema. Quest’anno abbiamo una buona squadra e speriamo di vincere. Personalmente spero di crescere come allenatore. Il primo anno è stato difficile, ma voglio fare questo mestiere. Mi incuriosisce. Ogni volta puoi imparare qualcosa di nuovo. La parte piu’ difficile, comunque, è la gestione dei giocatori”.

Sei pronto per un avventura in Serie A?
“Non mi sento ancora pronto per una panchina di serie A. Credo che ognuno abbia bisogno di un proprio percorso. Per adesso il mio obiettivo è rimanere qui. Questa per me è una scuola”.

Qual è la cosa che ti manca meno dell’Italia?
“Non mi manca la pressione dell’Italia o il tipo di situazione che è successa a Pescara. Purtroppo è una brutta abitudine. Uno può protestare allo stadio, ma deve finire tutto lì. Qui non ci sono i tifosi che arrivano al campo, ma di quello ne faccio a meno”.

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