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PRIMAVERA, “Ei fu”. La retrocessione arriva in casa il 5 maggio

PRIMAVERA LAZIO RETROCESSIONE – Ei fu. Emblema di qualità e dedizione. Ei fu, vincente ed appassionante…

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PRIMAVERA LAZIO RETROCESSIONE – Ei fu. Emblema di qualità e dedizione. Ei fu, vincente ed appassionante. Anche quando i grandi deludevano e la prima squadra faticava, la Primavera no. Le giovani aquile passavano da un successo all’altro, con la leggiadria dei loro vent’anni. Alzavano trofei, gioivano e regalavano sorrisi ogni sabato pomeriggio. Ei fu, perchè quella di oggi invece è una squadra totalmente diversa, condannata a due partite dalla fine della stagione all’oblio. Si ripartirà dunque dalla Primavera 2, dopo la sconfitta contro la Sampdoria al Fersini che ha decretato matematicamente la retrocessione di Miceli e compagni. E i blucerchiati  oggi, un po’ come la Lazio all’Olimpico il 5 maggio 2002, qualche lacrima l’avranno scatenata in campo e sugli spalti.

LA STAGIONE – 19 punti in 28 partite. Per chiarire meglio la portata della deludente stagione biancoceleste, basterebbe dire che l’Atalanta, capolista, di punti ne ha macinati 62. In casa, il bottino più magro: Lazio ultima, con soli 9 punti conquistati. Un po’ meglio in trasferta, dove ne ha fatti 10 scavalcando il Napoli fermo a 9. La squadra di Bonacina è quella che ha segnato meno (28 gol), ed il miglior marcatore è Alessio Miceli, mediano classe ’99, con cinque reti. Dopo la vittoria clamorosa a Milano contro l’Inter di Vecchi, seconda in classifica, l’unica speranza era fare 9 punti nelle ultime tre di campionato e sperare per il miracolo play out. Invece proprio oggi è arrivata la 17esima sconfitta stagionale, la settima in 14 gare casalinghe. Sotto gli occhi dei tifosi e di Tare si è consumato l’ultimo dramma, in una stagione che può definirsi decisamente fallimentare.

RICOSTRUIRECancellare la più negativa annata che la Primavera ricordi. E ricostruire da subito, questo il diktat.  Senza dubbio, il ds e la società che fino ad oggi tanto bene hanno fatto con il settore giovanile, sapranno come comportarsi, ripartendo proprio dagli errori che sono costati una retrocessione. E forse, come la fenice, l’aquila imparerà a risorgere dalle proprie ceneri. Sarà vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza.

M.S.

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