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Addio a Beppe BIAVA, paladino silenzioso e senza macchia della difesa biancoceleste

Dopo 147 presenze, 6 gol e un assist all’attivo tra campionato, Coppa Italia ed Europa League in quattro anni e mezzo laziali il nome e il viso un po’ ruvido ma semplice di Giuseppe Biava rimarranno di certo impressi…

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LAZIONEWS.EU – Sono veramente pochi i calciatori i cui addii lasciano dei grandi vuoti in una società, che sia per valore affettivo o puramente tecnico. Il saluto alla Lazio di Giuseppe BIAVA è senza alcun dubbio uno di questi. Nato a Seriate (BG) l’8 maggio del 1977, non è un sex symbol, non ha militato in top club nè in nazionale, ma è riuscito senza dubbio nell‘impresa forse più complicata: conquistarsi la stima e la fiducia dei suoi compagni e dei suoi tifosi. Prima al Palermo e poi al Genoa ha lasciato un segno, un grande ricordo. Nel gennaio 2010 arriva la Lazio, invischiata nelle sabbie mobili della zona retrocessione, arriva insieme a Floccari e Dias. Con il brasiliano forma una coppia difensiva affidabile a dir poco e Reja può dormire sonni tranquillissimi fino a sfiorare addirittura due volte consecutive l’ingresso in Champions League. Con l’avvento di Petkovic viene messo in cantina troppo in fretta, dato per finito senza pietà. Beppe non si scoraggia, in campo vanno Cana e Ciani ma la retroguardia torna ad essere estremamente perforabile, si rialza dagli infortuni al piede che lo tormentano e risorge come una fenice con il Reja-bis. Biava dimostra di essere ancora il miglior difensore della squadra, pedina imprescindibile, esperienza, condizione, voglia, anticipo, concentrazione, intelligenza, un ‘non mollare mai’ che ormai è parte integrante di lui. I tifosi laziali lo apprezzano per tecnica e personalità, mai una parola fuori posto, una vera e propria storia d’amore. Love story che arriva fino a Prandelli, ct della nazionale italiana: Biava merita il Mondiale, in un periodo di difficoltà per il reparto arretrato, e parte così la petizione per portare in azzurro il loro beniamino. Un leader silenzioso che però si porta sul groppone 37 primavere, non esattamente uno scherzo, ma che nel breve può dare garanzie difficilmente reperibili altrove. Come prevedibile la petizione non raggiunge l’obiettivo sperato, ma il legame tra Biava e i suoi tifosi è sempre più forte. Giuseppe ama Roma e la Lazio, ma non può far finta di niente. La lontananza della famiglia sta diventando un peso sempre più insopportabile: quelli contro il Levski Sofia in amichevole sono stati i suoi ultimi minuti con la casacca biancoceleste addosso, anche se di certo quei colori gli rimarranno stampati dentro, così come quella leggendaria Coppa Italia conquistata in finale contro la Roma il 26 maggio di un anno fa. La decisione però è ormai maturata da qualche tempo, la scelta è stata sofferta ma il desiderio di raggiungere moglie e figli a Bergamo non può che aver la meglio. Dopo 147 presenze, 6 gol e un assist all’attivo tra campionato, Coppa Italia ed Europa League in quattro anni e mezzo laziali il nome e il viso un po’ ruvido ma semplice di Giuseppe Biava rimarranno sicuramente impressi nei cuori biancocelesti, che non dimenticano i lottatori e quelli che alla maglia hanno davvero dato l’anima.

Francesco Iucca

TWITTER: @francescoiucca

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