Tifosi albanesi accolgono un "infortunato" CANA a Formello. TARE tranquillizza: "Nessuno strascico nello spogliatoio" (FOTO e VIDEO)

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mercoledì, 15/10/2014
Di
Redazione
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NOTIZIE SS LAZIO - Quella di ieri è stata purtroppo una serata che rimarrà nella storia del calcio e non solo, ovviamente in maniera molto negativa. Serbia-Albania, match valido per la terza giornata di Qualificazioni ad Euro 2016, è durata appena 42 minuti e si è trasformata in vera e propria guerriglia, tra aggressioni e intimidazioni. Tutto è stato scatenato da un drone che portava una bandiera della Grande Albania con scritto 'Kosovo libero' e quando il serbo Mitrovic ha tirato giù il vessillo con forza è scattato il putiferio.

AGGIORNAMENTO ORE 21.30 - In ogni caso, con tre protagonisti della serata orribile di ieri nella rosa biancoceleste, due albanesi e due serbi, gli equilibri dello spogliatoio della Lazio non sono a rischio. Parola di Igli TARE: "Tra di loro c'è un rapporto ottimo, sono persone molto serie e perbene. Non ci sarà nessun problema”.

AGGIORNAMENTO ORE 17.35 - Dopo la brutta serata vissuta ieri a Belgrado, oggi Lorik CANA ha fatto ritorno nella Capitale dove è stato accolto da un gruppo di connazionali. E' avvenuto nel pomeriggio presso il centro sportivo di Formello, dove il capitano albanese - che ha messo in mostra una vistosa fasciatura al ginocchio destro, dovuta alla rovinosa caduta durante l'uscita dal campo, ndr - si è intrattenuto a colloquio con loro. Serbia-Albania sarà senz'altro un argomento di discussione per le settimane a venire...

AGGIORNAMENTO ORE 16.55 - Prende la parola anche il ct Gianni DE BIASI, intervistato da LaPresse: "A mente fredda sono ancora perplesso da quanto successo ieri sera. Per qualche ora ho pensato di aver vissuto dentro un incubo, poi mi rincresce il fatto che la prestazione fatta dalla mia squadra fino a quel momento sul campo sia passata in secondo piano rispetto all'aspetto delinquenziale di quanto successo. La partita era molto carica di elettricità, specie per loro che giocavano in casa doveva essere il tentativo di confrontarci sul campo in maniera leale. I miei giocatori lo hanno messo in pratica. Chi stava attorno a questo spettacolo, invece, no. Alcuni tifosi serbi sono entrati sul terreno di gioco e diversi miei giocatori sono stati picchiati in maniera vigliacca perché aggrediti alle spalle ed hanno cercato di difendersi". La Uefa, dopo di eventi di ieri sera, ha deciso di aprire un'inchiesta sull'accaduto. "Mi aspetto che venga fatta chiarezza noi tutti auspichiamo che quanto successo in campo venga acclarato con serietà. Quando l'arbitro ha sospeso la gara e siamo rientrati negli spogliatoi, il delegato Uefa è venuto da noi ed ha visto che quattro miei giocatori non erano più in grado di scendere in campo e di sicuro non potevo fare altrettante sostituzioni. Aspetto la sua valutazione con grande interesse. Ritorno in Serbia? Noi, se c'è da giocare a calcio, giochiamo. Ma guerre non ne facciamo: ci sono dei regolamenti dove è scritto che le partite devono essere disputate in condizioni di sicurezza e ieri sera queste condizioni non erano presenti".

AGGIORNAMENTO ORE 14.30 - Arrivano altre dichiarazioni del ds della Lazio Igli TARE, stavolta rilasciate ai microfoni di 'Sky Sport'. "Una volta arrivato ho capito che l’atmosfera era molto tesa. Mi ha fatto piacere il fatto che i giocatori sul campo abbiano cercato dal primo minuto di interpretare nel modo più corretto la gara. Ieri sera ha perso il calcio secondo me, era una grande occasione per entrambi i Paesi. Tutto il mondo è Paese, penso che anche nel 2014, se si gioca Albania e Serbia, doveva essere messo in atto una campagna di sensibilizzazione di questa partita per togliere tensione, invece ho constatato con grande interesse sia da parte della stampa serba che albanese, hanno buttato benzina sul fuoco per questa partita mettendoci aspetto politico invece di quello sportivo. L’indipendenza del Kosovo e la grande Albania quanto è importante? Non mi piace fare il politico. Sono un ambasciatore del mio Paese, non dobbiamo guardare indietro ma avanti. Ovviamente siamo orgogliosi della nostra storia e delle nostre radici. E avete visto come i giocatori hanno difeso la nostra bandiera in mezzo al campo. Sono rimasto deluso, speravo che vincesse il calcio. Lo stadio non era attrezzato per ospitare questa partita. Io sono passato con la macchina davanti all’albergo della squadra albanese e ho visto 500-600 militari serbi con le macchine blindate davanti all’hotel. Io questo stadio lo conosco bene, ci sono stato altre volte per vedere le partite. Una partita ad alto rischio come quella di ieri non doveva svolgersi a Belgrado. Con il fratello del premier siamo amici. Era a fianco a me allo stadio, aveva solo una macchina fotografica, è stato raggiunto dalla polizia gli hanno preso l’apparecchio controllato e riconsegnato a lui. Poi insieme all’altra parte della delegazione albanese è andato all’aeroporto. Tutte le altre notizie sono infondate”.

AGGIORNAMENTO ORE 12.40 -  Puntuali arrivano anche le parole del ds della Lazio Igli TARE, ieri sera presenta sugli spalti dello stadio 'Partizana' di Belgrado "Mi dispiace che non abbia vinto lo sport. Doveva unire questi due Paesi, purtroppo non è successo. Invece è successo di tutto, tanta gente in tribuna minacciava, ma altrettanta ci ha difeso con dignità". Le parole riportate da un'agenzia 'Ansa', secondo cui Tare se la sarebbe presa con la stampa, colpevole di aver caricato troppo il match.

AGGIORNAMENTO ORE 8.35 - Il capitano dell'Albania e difensore della Lazio Lorik CANA, che si è letteralmente scagliato contro il tifoso serbo che puntava i giocatori albanesi con una sedia in mano atterrandolo, ha raccontato quelle scene: "Siamo venuti a Belgrado per giocare a calcio ma siamo stati aggrediti dai tifosi serbi. Volevamo solo prendere il vessillo e tutto sarebbe tornato alla normalità, ma poi siamo stati aggrediti - riporta tanjug.rs'-. Ho visto un tifoso serbo con una sedia che si scagliava contro i miei compagni, dovevo difenderli. Ho delle ferite sul viso, Taulant Xhaka (difensore del Basilea, ndr) ha il naso e gli occhi gonfi e doloranti. Il personale di sicurezza invece di proteggerci ci ha attaccato. A gara sospesa i delegati UEFA hanno visto quello che è successo, volevano far riprendere la partita con lo stadio vuoto, ma era davvero impossibile tornare in campo". Cana poi riconosce una nota di merita al difensore serbo del Chelsea Branislav IVANOVIC. "E' stato un uomo vero, ha accettato la nostra decisione e prima della partita è venuto da noi per dirci che questo è solo un gioco.Vedremo quando si potrà rigiocare questa partita e se la giustizia prevarrà. Il calcio è stato creato come un gioco per divertirsi, non per assistere a scene simili". Anche l'altro biancoceleste albanese impegnato nel match, Etrit BERISHA, ha rilasciato alcune dichiarazioni"L'atmosfera era quella di guerra. Prima della partita sapevamo che tutta la nazione ci stava seguendo per questo incontro importantissimo, è stato emozionante. Abbiamo combattuto per loro!". Poi tocca all'allenatore delle 'Aquile' balcaniche, Gianni DE BIASI: "Quattro dei nostri giocatori sono stati feriti dai tifosi durante l'interruzione, alcuni sono stati aggrediti anche all'interno dello stadio. E' successo di tutto, fin dall'inizio l'atmosfera era tesa. La partita è stata organizzata molto male".

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