CONFERENZA STAMPA PETKOVIC:''La mia squadra deve dominare l'avversario. Fondamentale sarà il gruppo. Senza non si vince nulla''

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mercoledì, 06/06/2012
Di
Redazione
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Il tecnico croato si è presentato alla stampa e ha parlato per la prima volta da allenatore della Lazio...

 

Vlado Petkovic si è presentato ai giornalisti e ai tifosi della Lazio, dal Centro Sportivo di Formello, per la prima volta, da allenatore dei biancocelesti. Il tecnico ha toccato tanti punti, in particolare ha sottolineato quanto sia fondamentale per lui il gruppo. 

Igli Tare ha aperto la conferenza stampa del nuovo allenatore della Lazio Vladimir Petkovic:

''Sono molto contento di fare questa presentazione dopo la vittoria di ieri sera della Lazio primavera, che ci ha dato un pò di allegria dpo un periodo non molto positivo. Ringrazio voi per essere qua. Petkovic è stato per voi un nome nuovo, ma ho sentito con grande interesse i commenti fatti nell'ultimo periodo. Penso che è stata una scelta molto coraggiosa basata sui fatti che noi abbiamo seguito con il tempo. Io lo conosco da più di due anni perchè ho avuto modo di seguirlo quando seguivo Lulic e ho avuto modo di vedere la sua squadra come gioca, il calcio che propone e mi è rimasto impresso. Il lavoro svolto da Reja è stato importante con dei risultati importanti e quindi abbiamo puntato su una persona che rappresenta simbolo di lavoro e con le idee ben chiare. Penso che sarà in grado di lavorare in una società importante come la Lazio e di dare proseguio al lavoro fatto da Reja''.

Dopo l'introduzione del direttore sportivo biancoceleste, Petkovic si è presentato ai giornalisti presenti:

''Penso che per me sia molto importante essere arrivato a questo punto perchè posso fare il salto di qualità per dimostrare a tutti cosa ho fatto fino a adesso. Sono orgoglioso di lavorare per la Lazio, che ha una storia di 112 anni. Per me è un onore. Negli ultimi due tre anni la Lazio ha fatto veramente bene. Noi vogliamo continuare a far bene e per me è un onore far parte di questa società e di questo ambizioso progetto. Una cosa per me molto importante è che tutto quanto si vedrà con il tempo, senza cercare di strafare, perchè strafare per me è un passo sbagliato. In questo momento e nelle prossime settimane voglio capire dove sono arrivato e con chi ho a che fare. Conosco abbastanza bene le realtà del calcio italiano, ma per uno che viene da fuori non è mai facile. Mi lascio quindi spazio e tempo per vedere ogni singolo giocatore e ogni singolo movimento della società. Per me sicuramente ho sentito mi interessa quello che leggo ma non mi incuriosisce ciò che si dice su di me e sul mio staff. C'è modo e maniera di arrivare e dimostrare e forse anche combattere certi pregiudizi per me questo è importante ed è importante il gruppo. Senza quello nel calcio di oggi non si vince niente. Importanti anche le individualità ma fare gruppo è fondamentale. Con i risultati che si raggiungono poi si possono fare valutazioni. Penso che in queste ultime settimane ho conosciuto persone veramente interessanti e pronte a farmi una mano, come Lotito, Tare, e tutte altre persone che sono qua in giro e con cui ho avuto modo di parlare e sono molto contento di essere entrato in questa famiglia che è molto compatta. Da fuori posso sembrare un pò duro. Ma sono una persona che ama il contatto anche guardarsi negli occhi, comunicare chiaro e tondo e lo pretendo anche dai miei collaboratori, sia in modo positivo che in negativo, amo il confronto diretto, senza avere paura di migliorare la situazione. Sicuramente nei momenti dove le cose non vanno molto bene, è molto importante la comunicazione perchè per me i giocatori sono prima uomini e poi giocatori. Io voglio la compatezza del gruppo per aiutarsi nei momenti difficile e per comunicare. Penso che in questa società si può fare molto bene. Vedendo il contorno e i risultati degli ultimi anni. Si possono migliorare le situazioni e puntare sempre più in alto. Io lo pretendo da tutti i miei giocatori ma anche da me stesso. Pretendo il 100% e quando lo raggiungo il giorno dopo punto al 110. Per me il gruppo è fondamentale. Abbiamo fatto un piccolo programma per come proseguire la preparazione. Abbiamo ambizioni alte. Vincere sempre contro ogni avversario, anche se deve esserci sempre rispetto. Io cerco di trasmettere alla mia squadra. Dobbiamo dominare in fase offensiva e difensiva. La mia squadra sarà organizzata, propositiva ma cercherà sempre di dominare l'avversario''.

I giornalisti poi hanno iniziato con le domande di rito.

Quale sarà il dna della sua Lazio? Sarà una squadra propositiva, vincente e spettacolare?

''Si, prima dobbiamo conoscerci tutti quanti, ma se noi riusciamo a fare il modo propositivo in fase offensiva e difensiva, con il modo che ho di vedere il calcio, la squadra girerà in modo piacevole. Dipenderà anche dai risultati con i risultati sarebbe tutto pià facile''

La preoccupa l'impatto con il calcio italiano?

''No, perchè prima cosa credo in me stesso, nei miei collaboratori. Ma come ho detto, sul campo il calcio è unico, deve essere un divertimento, per me, per i giocatori. Il calcio italiano è molto duro, diverso da altri tipi di calcio. Ma abbiamo abbastanza tempo per preparare la squadra''.

Qual'è un allenatore del passato che ritiene molto vicino a lei?

''Penso la maggior parte degli allenatori si rifanno a qualcuno. Poi però bisogna avere un proprio stile. A me sono molto piaciuti la concretezza di Capello o il bel gioco di Wegner, credo però che poi sia importante crearsi un proprio stile''.

Con lo Young Boys esprimeva un bel calcio. C'era Lulic con lei. Qui trova una squadra più forte tecnicamente. Proverà a cambiare le caratteristiche di una squadra spesso compassata?

''Devo prima conoscere i miei giocatori e sicuramente abbiamo le qualità e la squadra per girare anche bene. Con il mercato cercheremo di apportare certe modifiche. Ma mi lascio tempo per valutare tutti quanti, portando comunque le mie idee avanti. Penso che posso dire che da oggi inizia un processo per valutare e ottenere il massimo da questa squadra''.

Ha già un'idea su come schierare la squadra? Qual'è il numero di giocatori ideale per lei in rosa?

''Una cosa per me importante è che non si fa la tattica così senza vedere i giocatori. Giocare a tre quattro sei o otto dipende dai giocatori. E' molto importante sfruttare le loro caratteristiche. Per me sono importanti i principi tecnico-tattici che ogni giocatore deve sapere, i movimenti di ogni singolo giocatore dei compagni. Come gruppo possiamo poi dare soddisfazioni. Sulla rosa penso che sarebbe ideale avere un pò più di giocatori per valutarli tutti quanti. Poi io vorrei con me 23/24 giocatori più qualche giovane per fargli fare esperienza e chissà magari rubare il posto a qualche titolare''.

Il suo entusiasmo potrebbe essere attenuato dal calcioscommesse? Lei lavora molto sul fisico o predilige il lavoro con il pallone?

''Io sono una persona che non fa l'attore. Il mio entusiasmo arriva dal cuore. Voglio trasmetterlo alla mia squadra e alle persone che devono lavorare con me. Non è piacevole leggere e sentire le cose sul calcioscommesse. Quanto siano fondate o no ci darà la risposte il tempo e le persone che hanno la competenza di affrontare queste cose. Per me è molto importante il lavoro con il pallone. Io dico sempre che ci vuole entusiasmo e piacere di allenarsi ma anche per giocare. Tutti i bambini cominciano perchè hanno voglia di giocare a pallone''.

Non ha paura dell'ambiente spietato del calcio italiano?

''Non arrivo senza esperienza ma non ho capito ancora dell'ambiente perchè si deve creare e io cercherò di crearlo in positivo, nel rispetto reciproco. Se vogliamo avere una comunicazione tra di noi ci deve essere rispetto sennò non si arriva a niente''.

E' al corrente dei tanti infortuni di quest'anno? Soprattutto dei difensori. Ha chiara la situazione senza che la scoietà debba intervenire in maniera massiccia sul mercato?

''Sono cosciente che i tanti infortuni della stagione appena passata forse sono stati casuali. Il calcio però è anche questo. Cerchiamo ora di capire come è successo per prevenire il tutto dal primo giorno di preparazione''.

Ha un ricordo personale della Lazio?

''Ricordi particolari no perchè ho seguito un calcio globale italiano. Penso che già il nome della Lazio da uno stimolo forte e deve essere sempre presente nei vertici del calcio italiano''.

E' rimasto sopreso della chiamata dalla Lazio?

''Certamente si. Ma io sono cosciente di quello che ho fatto fin'ora nella mia carriera. Non ho mai avuto spinte. Ho fatto determinati risultati in Europa. Aspettavo e speravo che un giorno arrivasse una chiamata come questa. Sono molto contento e sono sicuro di poter onorare la fiducia datami dai dirigenti della Lazio. Ora voglio conoscere la squadra alla perfezione e portare le mie idee''.

Di quanto tempo hanno bisogno le sue squadre per esprimersi al meglio? Zeman ha detto che il derby è una partita che vale tre punti. Lei come la pensa?

''No, sono molto d'accordo che il calcio si vive ogni singolo giorno. Si deve andare avanti con la fiducia e cercare di migliorare. Sul derby, per me vale tanto perchè sento tanto calore, tutti parlano di questo. Ma al derby ci si comincia a pensare dopo la partita pre-derby''.

Su Zarate? Cosa pensa?

''Zarate lo conosciamo tutti e penso che sia un giocatore che ha fatto buone cose in Italia e se ci sarà farà parte del gruppo. Il gruppo è molto importante e ogni singolo giocatore deve mettersi a disposizione del gruppo''.

Lei prima era al Sion. E ha trovato una situazione non molto semplice.

''Si io sono stato al Sion. Ho trovato una squadra in difficoltà sul morale e mentale. Avevano lavorato poco sul fisico. Io ho preso tanto rischio ad accettare questa sfida perchè la Lazio già mi seguiva. Ho accettato, ho vinto e sono molto contento''.

Può darsi un voto alla carriera? Come valuta il campionato italiano?

''La mia carriera sono gli altri che la devono valutare. Il calcio italiano è molto fisico, molto tattico, difficile da affrontare. Ma io con le mie idee voglio portare novità. Lo rispetto ma non lo temo. Ai tifosi posso dire che non faccio tante promesse. Sicuramente è molto importante. Io e la mia squadra lavoreremo per ottenere risultati. Cercheremo di essere sempre migliori degli avversari''.

Che tipo di partita si aspetta dal derby, conoscendo anche il calcio di Zeman e il suo che sono molto votati all'attacco?

''Dipende tanto anche a che punto del campionato giocheremo il derby. Sarà senza troppi tatticismi, ma si farà tutto per vincere e convincere''.

L'impegno con la caritas. Ce la racconta?

''Nella mia carriera non ho mai avuto la certezza di diventare prima o poi un professionista. Ho avuto infatti un buco di sei-sette anni e volevo così approfondire la mia vita. Ho lavorato per anni con istituzioni diverse, tra queste anche la caritas. Come con il calcio, si lavora con gli uomini, con il gruppo. Serve molta motivazione anche li per poi ottenere qualcosa nella vita privata. Mi ha aiutato poi anche nel calcio per gestire certe cose''.

Cosa non ha funzionato nella sua esperienza in Turchia? Conosce Yilmaz? Le piace?

''Per me erano sette-otto mesi molto importanti per il proseguio della mia carriera. Ho imparato a vivere sotto un altro tipo di pressione, ma ho avuto sfortuna a capitare in una squadra che aveva cambiato molto, non poteva avere ritocchi. E penso che alla fine non sono stato mandato via ma è stata una decisione congiunta. Su Yilmaz è un giocatore molto importante. Ha segnato tanti gol ha tante qualità e penso anche che sia uno dei migliori realizzatori del calcio turco e anche in Europa ha dimostrato che è un buon giocatore''.

Sul Calcioscommesse? Cosa ne pensa?

''Come ho già detto non fa piacere sentire le notizie sul calcioscommesse. Anche l'anno scorso in Turchia è successo. E' una malattia che si deve curare e togliere dal calcio''.

Ha dato un'occhiata l'età media della squadra? Come si rapporterà con la Primavera?

''Per prima cosa non ci sono giocatori vecchi e giovani. Ci sono i bravi e i meno bravi. Penso che questa cosa fa l'insieme con quello che ho detto prima. Passo dopo passo valuteremo tutti. Anche i giovani. Tutti avranno la possibilità di dimostrare quanto valgono''.

Lei vive molto male le sconfitte? E' vero?

''Si ma io penso che posso anche reputarmi un vincente e amo vincere. Le sconfitte cerco di digerirle. Non la prendo bene ma sono abituato anche a migliorare. Spero che non ci saranno tante sconfitte''.

Ha parlato di uomini e gruppo. Pensa di chiamare Reja per sentire il suo punto di vista?

''Io vorrei fare tanti complimenti all'ex mister per quello che ha fatto nei suoi anni alla Lazio. Io cerco di dimenticare il passato e guardare al futuro. Il gruppo è molto importante e a conquistare la fiducia dei giocatori tocca a me. Ma tocca anche ai giocatori accettarmi. Sarà anche questo un criterio per valutare i giocatori''.

Al termine della conferenza stampa il tecnico ha comunicato le date ufficiali del ritiro: dal 6 Luglio i biancocelesti si ritroveranno a Formello, resteranno due giorni li, poi dal 9 al 26 andranno a preparare la stagione ad Auronzo di Cadore.

Ma Petkovic non ha lasciato subito il centro sportivo di Formello, perchè pochi attimi dopo la conclusione della sua conferenza stampa, si è recato negli studi di LazioStyleRadio dove ha risposto ai primi commenti dei tifosi biancocelesti:

''Cercheremo di fare il meglio possibile,  è importante il contatto con i tifosi. Mi farà piacere essere parte di loro e meritare la fiducia che mi stanno trasmettendoLa mia immagine iniziale è bassa, spero che dopo un breve periodo di lavoro mi valuteranno in un’altra maniera''.

Poi sul derby:

''Ce la metteremo tutta, non solo per vincere il derby ma per vincere con tuttiIeri sera ho visto una bella partita, la Roma negli ultimi anni si è dimostrata squadra forte e i ragazzi di Bollini hanno dimostrato il loro valore. Voglio complimentarmi con quanto fatto fino a questo momento e dire in becco all’aquila per sabato. Come allenatore devo dare possibilità a tutti, sono i giocatori che si mettono in gioco e sono loro a decretare se rimarranno o no con i fattiFarò tutto per accontentare tecnici, dirigenti ma soprattutto i tifosi''.

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