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Inzaghi: “Siamo una sorpresa solo per gli altri. Essere alla Lazio? Per me significa essere a casa”

NOTIZIE LAZIO – Il tecnico biancoceleste si racconta e parla della sua nuova esperienza da tecnico in Serie A…

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NOTIZIE LAZIO – Mister Inzaghi si racconta. In una lunga intervista a Lastampa.it (G.Bucchieri), il tecnico biancoceleste ha parlato della sua squadra e degli obiettivi che intende prefiggersi. Partendo dalle giovanili ad oggi, fino al rapporto con il fratello Pippo:Essere alla Lazio significa essere a casa. E’ così che mi sento in una realtà che ho vissuto da professionista in campo e da tecnico partendo dal basso: questa è una forza che ti porti dietro per sempre”, ha esordito.

Sul quarto posto: “A sorpresa per qualcuno, non per me: conosco i miei ragazzi, so dove possono arrivare. Questo è un gruppo destinato a migliorare, anche perché spero che ci abbandoni la cattiva sorte per i tanti infortuni”.

Le scommesse sui giovani:  “Con i ragazzi bisogna saper parlare, e non è un luogo comune. Solo così capisci se hanno personalità o no: quando gli dai fiducia e ti dimostrano di capire come si sta in uno spogliatoio, il più è fatto. Poi, è chiaro, occorrono le qualità”.

Sulle voci in panchina ad inizio estate: “Non ho avuto essun fastidio. So come va il calcio, ma soprattutto conosco il mio amore per questi colori. E comunque, nelle sette partite della passata stagione, penso di aver dimostrato qualcosa”.  

Poi sul fratello: “Con Pippo ci sentiamo ogni giorno perché è forte il legame tra lui e i miei figli: lo zio vuole sapere tutto. Il suo Venezia va alla grande e Pippo è felicissimo perché impegnato a trasmettere le sue conoscenze: poteva aspettare un’occasione in serie A a campionato in corso, o accettare la B, ma lo hanno convinto con l’entusiasmo che chiedeva. Prendi la squadra e avrai carta bianca: in un attimo ha detto sì”. 

Sulla Lazio dello scudetto 2000 e Mihajlovic: “Sinisa-Toro mi sembra un binomio perfetto: i granata giocano bene, faranno una bellissima stagione e magari saremo rivali per un posto in Europa. Al Toro c’è anche Lombardo, l’ho salutato con affetto quando abbiamo giocato là”. E Simeone: “Sono stato a casa sua quando l’Atletico ha giocato contro il Psv Eindhoven in Champions League: là, a Madrid, lo amano e lo trattano come un re, sarà dura per lui andare via”.

Inzaghi allenatore dei giovani: “Se per moderno si intende la voglia di sperimentare, sì: io sono uno che cambia anche modulo a seconda degli avversari da affrontare, come accaduto ad esempio nella sfida di Napoli. Il gioco è fondamentale, però sfido chiunque a preferire una grande partita senza punti a un successo senza il bel calcio”.

Sui modelli in panchina: “Penso a Beppe Materazzi, il mio allenatore ai tempi di Piacenza: mi mandò in campo giovanissimo, eppure fra gli attaccanti di quella squadra c’era gente come Dionigi, Rastelli e Piovani”.

Su Lazio-Roma del 4 dicembre: “Appunto, il 4 dicembre. Prima ci sono Genoa e Palermo, poi penseremo alla sfida con i giallorossi”.

Un giovane di cui parleremo fra qualche anno?: “Il nostro Murgia: ha delle potenzialità incredibili”.

Quale complimento per la sua carriera da allenatore le farebbe più piacere?: “Per ora sento la fiducia della gente e questo mi gratifica, al di là di quelli che potranno essere i giudizi futuri: Roma è una piazza non semplice, essere rispettati qui ha un valore doppio”.

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