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L’ambasciatore GUARIGLIA: “I ragazzi detenuti a Varsavia sono ancora tre. Gli avvocati questa mattina presenteranno dei ricorsi”

Riccardo Guariglia rende note le ultime notizie riguardanti il caso dei tifosi laziali incarcerati a Varsavia: “I legali sperano di trasformare la pena detentiva in libertà sotto cauzione.”…

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tifosi lazio fermati a varsavia

NOTIZIE SS LAZIO: L’ambasciatore Riccardo Guariglia, ai microfoni di Lazio Style Radio, aggiorna la situazione degli ultimi tre ragazzi incarcerati a Varsavia:

In questo momento sono in tre ad essere ancora a Varsavia. La società biancoceleste ha chiesto formalmente al dott. Guariglia di poter andare a far visita a questi ragazzi in carcere. Tutti ci aspettavamo che l’istanza di scarcerazione fosse accettata.

“I ragazzi detenuti ancora nel carcere di Varsavia sono effettivamente tre. Gli avvocati stanno lavorando, questa mattina presenteranno dei ricorsi per vedere se è possibile trasformare la pena detentiva in libertà sotto cauzione. Chiedono una revisione della decisione presa ieri. Si spera sia accolta anche se siamo nelle mani dei giudici polacchi naturalmente. Il giorno di Natale visiterò personalmente quei tre ragazzi in carcere, in particolare porterò i miei auguri ad uno di loro che proprio in quella data festeggerà il suo compleanno”.

Ci spiegava ieri sera, che la decisione viene presa dal tribunale per poter fare visita ai detenuti.

“Bisogna fare domanda al Tribunale, che le processa. Grazie alla cortesia dei polacchi e alla direzione del carcere siamo riusciti ad avere un numero di visite maggiore rispetto al regolamento carcerario, che prevede due visite al mese, ma ne  abbiamo avute giornaliere da parte di istituzioni, parenti, amici e fidanzate. Credo che i ragazzi detenuti, nonostante la condizione spiacevole in cui si trovano, abbiano sentito la vicinanza di queste persone”. 

La ringraziamo per il lavoro che sta svolgendo.

“Molto del lavoro che facciamo non si può pubblicizzare. I contatti con i giudici e con i tribunali non si possono esplicitare. Perchè non c’è giudice che accetti pressioni da parte di un’istituzione governativa. Anche per non creare effetti controproducenti. Naturalmente sarebbe la stessa cosa anche in Italia. I tempi di scarcerazione sono stati molto veloci, grazie all’azione discreta e alla capacità degli avvocati”.

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