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Solidarietà ad Amatrice: tra i dubbi culinari di Basta ed i ‘problemi’ di taglia per Lotito
AMATRICE – Il dietro alle quinte della giornata biancoceleste…
AMATRICE – Palloni, zaini, foto autografate ed un clima perfetto. Nell’Istituto Onnicomprensivo di Amatrice è tutto pronto per l’arrivo della Lazio. Nel frattempo a Formello scatta l’allenamento, domenica c’è il Torino. I minuti passano e l’attesa aumenta. Sono le 13 e si vedono arrivare i pulmini della squadra. Scendono tutti i giocatori: serietà e compostezza sono d’obbligo. Pronti, si va. Ah no, manca Inzaghi: “Il mister sta con Angelo (Peruzzi, ndr)”, si sente dalle retrovie. Qualche minuto ed ecco l’abbraccio con i bambini. Immobile il più acclamato, Parolo sempre disponibile con tutti. Hoedt, appena diventato papà, ha gli occhi lucidi nel vedere questi giovani ragazzi: “So cosa provano, vederli sorridere mi rende felice”. È il turno di Lotito. Si prende la scena. Arriva ed abbraccia un suo vecchio amico. Viene fuori la sua umanità, fin troppo tenuta nascosta. Pacca sulla spalla di qua, pacca sulla schiena di la. Quasi si commuove per tutto quest’affetto.
ZONA ROSSA – Dopo la foto ufficiale ecco il momento più toccante. La truppa si sposta nella zona rossa, il centro di Amatrice, ancora molto pericoloso. Lotito avanza deciso e riceve in regalo la felpa della squadra di calcio locale: “Si ma a me serve l’XL”. Accontentato, dalla busta esce anche la taglia richiesta. “Vedete lì, io mi mettevo sempre seduto sui leoni davanti la chiesa”, il presidente ricorda con emozione ed orgoglio le sue origini. I giocatori prendono i propri telefoni e documentano lo spettacolo. Tragico, malinconico. Regna il silenzio, ma fa molto rumore. “Quella è la casa dove è nato il pres.” , Patric riceve questa notizia. Passaparola. In poco tempo anche tutti gli altri compagni ne vengono a conoscenza. Chi se lo sente entra, munito di caschetto. Gli altri aspettano fuori. Basta è uno dei più interessati: “Quante persone sono scomparse?”. Chiede ad un ragazzo della protezione civile. “E ci sono anche dei bambini tra queste?”. Nota la risposta dell’addetto ai lavori.
IL PRANZO – “Possibile che un posto con 300 abitanti sia famoso per un tipo di pasta”. Il difensore serbo è perplesso e non riesce a spiegarselo. Poi lo capisce a tavola, al ristorante ‘Lo Scoiattolo’, situato a pochi metri dal centro di Amatrice. C’è Giocondo, il cuoco, e c’è Lotito: “Qui si mangia bene – ci spiega all’ingresso – c’è di tutto, ci stanno anche le trote”. Il menù prevede due primi piatti: amatriciana e gricia. Il profumo non inganna. Non manca nessuno a tavola. Anzi si, qualcuno è rimasto fuori. Chi? Noi giornalisti, arrivati troppo tardi per trovare posto. Così ci arrangiamo come capita. Un panino e si torna a Roma.
Da Amatrice,
Riccardo Caponetti
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