L'ex difensore della Lazio, attualmente in forza all'Atalanta, Guglielmo Stendardo, a tuttomercatoweb.com ha parlato della situazione di Sneijder e Diakitè, vissute in prima persona quando era alla Lazio.
"So cosa vuol dire quello che sta sopportando Sneijder, anche se personalmente non conosco bene la sua situazione; quello che in questo momento sta vivendo Diakite lo ho vissuto io personalmente, è un atteggiamento vergognoso ed è triste quando succedono queste cose. [...] Anche Ballardini e Reja parlavano di scelta tecnica e solo dopo alcuni anni Ballardini ha dichiarato che non avrebbe accettato una situazione del genere; se sono i contratti pluriennali il problema, allora facciamo contratti di un anno, ma i contratti si firmano e fanno in due, in piena libertà. Se uno si allena e non gioca non si vuole chiamare mobbing, ma di certo ci siamo vicini. A volte poi alcune situazioni non emergono neanche per le pressioni societarie e il giocatore non ha il coraggio di farle emergere. Faccio un esempio". "Prendiamo il caso di Diakite, uno che gioca trenta partite in un anno e quello dopo non fa neanche un minuto; è assurdo pensare alla scelta tecnica. Vedo molte analogie con Diakite, poi ci sono altri giocatori ai margini della rosa, chi per un motivo e chi per un altro, come Sculli, Foggia e Matuzalem; quella di Sneijder è la situazione vissuta da me, Pandev e Ledesma. Io sono andato via per altre politiche societarie. Ripeto, non tutte le società adottano il metodo del ricatto per far rinnovare un contratto: adesso io sono in una società seria e c'è un direttore come Marino che non adotta questi mezzucci. Posso dire che la verità si autoproclama e la giustizia divina valuterà il suo corso. Io speravo con la mia causa di dare un segnare forte al sistema, ma vedo purtroppo che le cose non cambiano. A non vedere Sneijder in campo ci rimette la Serie A. Mi auguro che gli organi federali facciano qualcosa per impedire tutto quello che sta accadendo".