Restiamo in contatto

NOTIZIE

Testimonianze da Varsavia. Nicolas: “Il ritorno a casa ha un sapore particolare dopo quello che è successo”

Il tifoso laziale racconta l’inizio dell’inferno: “Ero verso la fine del corteo e ho visto un po’ di confusione davanti. Mentre correvo con gli altri laziali mi hanno fermato e mi hanno messo faccia a terra”…

Pubblicato

il

tifosi-lazio-fermati-a-varsavia 2
NOTIZIE SS LAZIO – Oggi potrebbero essere scarcerati gli ultimi 3 tifosi detenuti a Varsavia. Tra i ragazzi che hanno vissuto le disavventure nella capitale polacca ( CLICCA QUI PER LEGGERE LA CRONACA DEGLI EVENTI )  c’è un ragazzo francese, con passaporto italiano, NICOLAS, che ha raccontato la sua esperienza ai microfoni di lalaziosiamonoi.it. Queste le sue parole:

Innanzitutto, come stai?
“Sto bene, il ritorno a casa ha un sapore particolare dopo quello che è successo”.

Come è avvenuto il tuo arresto?
Ero verso la fine del corteo e ho visto un po’ di confusione davanti. Mentre correvo con gli altri laziali mi hanno fermato e mi hanno messo faccia a terra. Ho visto anche un poliziotto in borghese che colpiva alle spalle dei ragazzi con un manganello spagnolo, voleva farli cadere”.

Dopo l’arresto dove ti hanno portato? E cosa è successo?
“Ero in una camionetta della polizia con una decina di laziali. Ci hanno portato in questura dove prima di tutto hanno controllato i nostri documenti e ci hanno fatto svuotare le tasche. Poi per tutta la notte hanno fatto foto e hanno preso le impronte digitali”.

Come ti hanno trattato?
“Ci hanno lasciato le mani legate a un laccio di plastica per circa 2 ore. Poi ci hanno messo le manette, non potevamo parlare e ci prendevano anche in giro. I poliziotti stavano scrivendo qualcosa, poi ho capito dopo che stavano scrivendo le accuse nei nostri confronti e stavano scegliendo chi accusare, cioè tu prendi lui io lui e così via. Noi eravamo stesi per terra e i poliziotto ci guardavano mentre scrivevano”.

Sceglievano chi accusare senza una logica, a caso?
“Direi di sì perché il poliziotto che mi ha accusato al tribunale l’ho visto per la prima volta il giorno del processo e non durante l’arresto. Mentre lui diceva di averci visto lanciare delle bottiglie e che era stato lui stesso ad arrestarci”.

Poi al carcere di Bialoleka cosa è successo?
“Fortunatamente io stavo in cella con due italiani. Quando facevamo domande in inglese gridavano in polacco facendo finta di non capire. La cella era piccola, sporca, come le coperte e le lenzuola. Anche i piatti non erano puliti, e all’inizio non avevamo nemmeno la carta igienica né una saponetta. Si poteva fare una doccia calda a settimana, l’acqua della cella era freddissima. La prima doccia calda era bollente, poi sono rimasto nove giorni senza poter fare la doccia perché avevamo cambiato cella. Ci siamo aiutati tra laziali, ci siamo fatti forza l’un l’altro”.

Hai saputo degli articoli della stampa polacca che definivano i tifosi laziali viziati? Hanno scritto che dormivate un quarto d’ora in più degli altri detenuti…
“Io sinceramente dormivo, con difficoltà ma dormivo. Pero c’è chi non riusciva proprio a dormire alcune notti come uno dei miei compagni di cella. Poi il cibo era immangiabile, uno schifo. Però credo che sia così in tutte le prigioni per quanto riguarda il cibo. Anche se alcune volte sembrava di mangiare cibo per gatti e cani”.

Hai mai pensato che sarebbe stato difficile uscire dal carcere? Che notizie vi arrivavano da fuori?
“Certo che l’ho pensato. Ci arrivavano le notizia dall’Ambasciata italiana, ci dicevano che a Roma stavano organizzando delle collette, manifestazioni e che la stampa stava con noi e denunciava quanto successo”.

Credi che se avessi avuto solo il passaporto francese ti avrebbero lasciato andare?
“Se al momento dell’arresto avessi tirato fuori la mia carta d’identità dicendo di esser un turista, direi proprio di sì. Però non l’ho fatto perché pensavo che mi avrebbero rilasciato al massimo 48 ore dopo, e poi non volevo lasciare i miei amici”.

So che vuoi scrivere un libro in cui parli dei fatti di Varsavia…
“Sì ho scritto ciò che è avvenuto e ho parlato delle nostre giornate noiose passate in cella. Poi vedo se c’è la possibilità di farne diventare un libro per aiutare tutte le persone arrestate ma anche le famiglie a livello economico”.

PIÙ LETTI

Lazionews.eu è una testata giornalistica Iscritta al ROC Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 137 del 24-08-2017 Società editrice MANO WEB Srls P.IVA 13298571004 - Tutti i diritti riservati