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RASSEGNA STAMPA

Lotito e la Lazio ai 10 anni: Latino, spallate e fiuto. Così ha rilanciato il club

LA GAZZETTA DELLO SPORT (S.Cieri)- Un decennio fra luci ed ombre, meriti ed errori…

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RASSEGNA STAMPA SS LAZIO- Dieci anni fa l’estate più difficile per i laziali. Il club che li aveva accompagnati fin dalla nascita sembrava sull’orlo del fallimento, soverchiato da una montagna di debiti che sembrava impossibile risanare. Poi, a poche ore dal crac, spuntò il nome di Claudio LOTITO, un imprenditore con interessi nel mondo della pulizia e della vigilanza.  Il candidato presidente può vantare la parentela, tramite la moglie, con la famiglia Mezzaroma nonché uno stretto rapporto con il presidente della regione Lazio Francesco Storace.  Ed è proprio alla luce dell’affidabilità garantita alla regione, scrive La Gazzetta dello Sport (S.Cieri), che LOTITO riesce ad acquisire la Lazio i cui conti però vanno ora risanati. Nella “guerra” contro l’agenzia delle entrate, il nuovo presidente può contare sull’appoggio di una curva che minacciava, come disse allora Berlusconi,  di compromettere l’ordine pubblico in caso di mancato accordo. Così si arriva ad un compromesso: pagare 150 milioni di debiti in 23 anni. L’Italia intera grida allo scandalo ma LOTITO si difende dicendo che quello sarebbe stato l’unico modo in cui lo Stato avrebbe rivisto quei soldi, dato il fallimento del responsabile del crac. Ma il buon rapporto con la curva che aveva inaugurato la sua esperienza da dirigente biancoceleste ha vita breve. Il nuovo patron abolisce infatti molti malcostumi diffusi nei vari club italiani, come quello di fornire biglietti gratis agli ultrà e ben presto è scontro. Al grido di “Libera la Lazio” la contestazione è arrivata fino ad oggi e una svolta non sembra alle porte. I malumori fra i laziali sono tali che non bastano le due coppe Italia e la Supercoppa conquistate nel decennio per placare gli animi ma spesso questo clima va a discapito anche delle prestazioni in campo della squadra. Dà poi un volto nuovo al settore giovanile investendo sulle nuove leve fino ad aprire la prima Academy italiana. Tante luci dunque sul suo operato ma anche l’ombra di calciopoli, risoltasi con la prescrizione, e un’attenzione quasi maniacale al bilancio che l’ha portato a sfiorare per due anni consecutivi la Champions senza raggiungerla, forse, per la cocciutaggine nel non rinforzare la squadra a Gennaio. Ma è fatto così, ha le sue idee e le porta avanti. Non gli interessa quanti tifosi o quanti dirigenti deve far arrabbiare. 

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