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MARCHETTI: “Nei nostri occhi c’è la Supercoppa”

CORRIERE DELLO SPORT (Fabrizio Patania). L’ex portiere del Cagliari ha parlato ieri in conferenza stampa. “Ripartiamo con lo stesso spirito dell’anno scorso, ma dobbiamo…”

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RASSEGNA STAMPA SS LAZIO- Prosegue la marcia di avvicinamento alla Supercoppa Italiana. Il 18 agosto si fa sempre più vicino e la Lazio ha un solo obiettivo che è la vittoria; così come Marchetti, rientrato più tardi dalle vacanze a causa della Confederations Cup ‘giocata’ in Brasile. Ora il portierone biancoceleste è carico e ha voglia di altri successi, insieme a una Lazio più matura.

Perché da bambino ha scelto di giocare in porta?
«Bella domanda. Giocavo fuori, un giorno il mister mi chiese di andare tra i pali. In realtà la colpa è di mio fratello. Lui è più grande di me, giocava a calcio e, quando ero piccolo, si allenava a casa in giardino. Gli facevo da portiere. Così si accorse della mia propensione tra i pali, lo disse al mio allenatore e iniziò l’avventura».

Come riparte la Lazio dopo la Coppa Italia e le vacanze?
«Si riparte con lo spirito lasciato l’anno scorso, uno spirito giusto perché ci ha portato a vincere la Coppa Italia. E’ normale, giocando in finale con la Roma, il trofeo ha acquisito ancora più prestigio. Ma noi ora sappiamo di dover cancellare quello che è stato e che è successo. Si riparte da zero e per una nuova stagione. sarebbe un errore pensare di essere bravi. Sappiamo quali sono i nostri pregi e in cosa dobbiamo migliorare. Conservando questo spirito, potremo giocarcela alla pari con tutti, a partire dalla finale del 18 agosto».

Qual è la sua valutazione del mercato della Lazio? La rosa è stata rinforzata per poter reggere sino in fondo su tre fronti?
«Sicuramente sono stati fatti degli acquisti nelle zone di campo in cui la società e l’allenatore hanno pensato ci fosse bisogno. Ora è inutile pensare che nel passato si potesse fare di più, io credo che gli infortuni ci hanno condizionato nella fase decisiva del campionato, altrimenti la Lazio sarebbe stata in grado di tenere sino in fondo».

Il suo nome è stato accostato anche al Barcellona. Cosa ha pensato? 
«Ho 30 anni, alle indiscrezioni e alle voci di mercato bisogna dare il peso specifico giusto. Nessuno mi ha cercato, qualora ci fosse stato un interesse, con il presidente ci saremmo parlati e avremmo deciso il da farsi. Da persone mature. Sono qui perché volevo restare alla Lazio, non c’è stato nessun contatto con altre squadre».

E’ felice di essere rimasto alla Lazio?
«Quando sono arrivato alla Lazio nella mia testa sono entrati grandi progetti. Questa è una piazza importante, una società che è stata protagonista in Italia e all’estero, Lotito mi ha parlato chiaro, piano piano ha intenzione di riportare a quei livelli la Lazio. Sono convinto che ci arriveremo, spero in futuro di far parte di una squadra che riuscirà a giocarsela con le grandi d’Europa».

Come ha ritrovato Bizzarri, che appare vicino alla cessione? E che ne pensa di Strakosha?
«Vedo bene tutti e due, anche perché sono più allenati, più rodati di me. Albano è tranquillo, ha un’età che gli permette di gestire le voci di mercato, è un grande professionista, sono contento che sia ancora qui con me. Da compagno spero e mi auguro egoisticamente che rimanga alla Lazio. Strakosha è un ragazzo di prospettiva, ha delle qualità, sa di dover lavorare duro per dimostrare di poter stare ad alto livello».

Come è andata ad Atene? Non sembrava un’amichevole.
«E’ andata bene, a parte l’episodio della sospensione per il lancio di oggetti. Io preferisco queste partite ad altre dove non si scende in campo con l’atteggiamento giusto. E’ stata una partita tosta. I greci esprimevano grande determinazione. Abbiamo ottenuto un risultato positivo. C’è da lavorare, siamo agli inizi».

Che partita si aspetta il 18 agosto e ci saranno delle analogie con la semifinale di Coppa Italia?
«Mi auguro ci siano analogie, sarebbe un bene per la Lazio, perché li abbiamo eliminati in Coppa Italia. Sarà una partita tosta, la Juve ha piazzato acquisti importanti, noi pure. Ce la giocheremo a viso aperto, con la convinzione di poter vincere. Durante i 90 minuti o dopo non lo so, ma già dai primi giorni di lavoro ho visto negli occhi dei miei compagni la voglia di vincere. Questo mi ha dato ancora più fiducia per l’inizio di stagione e per una partita che ci può dare subito l’opportunità di alzare un altro trofeo».

In una teorica griglia di partenza del campionato, come colloca la Lazio? L’obiettivo dichiarato è la Champions…
«Non mi piace dire dove metterei la Lazio, nella mia testa so dove voglio arrivare. Sarà il campo a decidere se meritiamo o meno i primi tre posti. La squadra è forte. Sarà dura perché anche le altre si sono rinforzate, dovremo essere più bravi: rispetto agli ultimi due anni le pretendenti sono aumentate. Sarà una bella lotta».

I grandi nomi stanno tornando in Italia. E’ un’inversione di tendenza?
«Ci sono parecchi fattori che incidono nelle scelte. In Italia si sta bene. Personalmente mi viene da pensare che non si siano trovati bene altrove. Non stiamo passando un bel periodo economico, il paese sta facendo fatica, ma abbiamo le potenzialità per tirarci fuori. Il calcio si è ridimensionato e sta dando gli input giusti per ripartire. Se giocatori importanti hanno scelto l’Italia significa che c’è fiducia e credono di poter essere protagonisti anche qui».

 

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