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RE CECCONI, conclusa la celebrazione. Wilson: ” Era l’essere più cristallino…Eravamo due fazioni unite da Tommaso Maestrelli”. Martini non crede all’incidente

Si è conclusa la celebrazione nell’anniversario della morte del talento biancoceleste con la presentazione di un film e di un libro sulla vicenda ancora misteriosa

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RE CECCONI, conclusa la celebrazione. Wilson: ” Era l’essere più cristallino…Eravamo due frazioni unite da Tommaso Maestrelli”. Martini non crede all’incidente

Si è conclusa la celebrazione nell’anniversario della morte del talento biancoceleste con la presentazione di un film e di un libro sulla vicenda ancora misteriosa

E’ terminato il simposio per i 35 anni della scomparsa di Luciano Re Cecconi. Il talento biancoceleste scomparso il 18 gennaio 1977 ucciso da un colpo di pistola esploso da un gioielliere nel corso di uno scherzo di finta rapina finito in tragedia.  La celebrazione che si è svolta presso l’Anica ha permesso anche la proiezione del film: “L’ appello-Il caso Re Cecconi“, realizzato dalla Rai negli anni ‘ 80 e mai andato in onda. Il girato, di circa 50 minuti, è per metà una ricostruzione degli eventi e del tragico evento con immagini di repertorio del tribunale e dei processi. Oltre al film è stato presentato anche il libro “Non scherzo-Re Cecconi 1977, la verità calpestata” di Maurizio Martucci. L’opera dell’autore potrebbe sollevare qualche polemica anche perchè riporta nella brochure dichiarazioni di Gigi Martini che non crede all’ipotesi del tragico incidente: “ Re Cecconi era il più saggio, non dava confidenza agli sconosciuti figuriamoci se poteva inscenare una finta rapina ai danni di un gioielliere che non conosceva e non sapeva essere armato” questo il sunto delle rivelazioni dall’ex calciatore biancoceleste. Una storia strana e controversa che accentua il fatto che la Lazio fosse una compagine scomoda negli anni 70. Oltre all’autore del libro erano presenti anche Guido Paglia e Mauro Mazza per la Rai, il figlio di Re Cecconi, Stefano con il nipote del calciatore che si chiama come lui, Luciano, Gigi Martini e Pino Wilson. Il capitano della Lazio scudettata del’73-74 ha preso la parola visibilmente commosso: “ Luciano era l’essere più cristallino di quella squadra. Lo sapete tutti, all’interno dello spogliatoio eravamo due fazioni ben divise, ma unite da un unico uomo: Tommaso Maestrelli. Nel periodo della sua scomparsa era serenissimo anche perchè stava per rientrare in campo”.

 

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