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Scudetto 1915. Martucci scrive a Tavecchio: “Esistono conflitti d’interesse per l’assegnazione postuma del torneo”

LAZIO SCUDETTO 1915 – Resta in sospeso la situazione sullo Scudetto 1915. Oggi Maurizio Martucci ha inoltrato…

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LAZIO SCUDETTO 1915 – Resta in sospeso la situazione sullo Scudetto 1915. Oggi Maurizio Martucci ha inoltrato in FIGC un nuovo dossier all’attenzione del Presidente Tavecchio in cui ha sottoposto all’attenzione del Consiglio Federale la questione morale, i conflitti d’interesse legati all’assegnazione postuma per tablus del torneo 1915 al Genoa, a svantaggio dei diritti sportivi conquistati sul campo dalla Lazio.

LA LETTERA A TAVECCHIO – “Egregio Dott. Tavecchio,più che come ex collaboratore FIG, membro della Società Italiana di Storia dello Sport e già Direttore della Biblioteca del Calcio e del Festival Nazionale della Cultura del Calcio, Le scrivo in qualità di scrittore e ricercatore storico in merito alla relazione tecnica redatta nel 2016 dalla Commissione particolare presieduta dal Dott. Sergio Santoro sull’ipotesi di assegnazione ex equo del titolo di Prima Categoria 1914/15 alla S.S. Lazio, invero consegnato per tabulas nel secolo scorso al Genoa C&FC (un’anomalia italiana per un caso più unico che raro), per il quale si attende un pronunciamento di rivisitazione da parte del Consiglio Federale da Lei presieduto. Ebbene, attingendo a fonti di prima mano dopo una dettagliata indagine condotta sugli attori principali del caso assunto ormai all’attenzione dei media internazionali, nel mio libro ‘Roma Sparita Football Club’ (Urbone Publishing) ho potuto ricostruire per intero la vicenda relativa all’enigma dell’assegnazione postuma del campionato nazionale della Grande Guerra, finendo per delineare un filone d’inchiesta culminato nella scoperta di come l’arbitraria iscrizione genoana nell’Albo d’Oro federale pel campionato in questione sia macchiata, oltre che da un’immotivata estromissione dei diritti lamentati dalle compagini dei vecchi gironi del centro-sud d’Italia, da una palese questione morale e da un clamoroso conflitto d’interesse da inserire alla nota ricomposizione seguita allo scisma tra FIGC e Confederazione Calcistica Italiana dove appare evidente come, proprio il titolo di Prima Categoria 1914/15, sia stato strumentalmente utilizzato come pedina di scambio per ricomporre l’emorragia di dirigenti e club fuoriusciti.

I FATTI – In sintesi, questi i fatti ricostruiti:

1) Nel 1915 il Presidente della FIGC Carlo Montù con troppo fretta sospese ab libitum gli ultimi 90 minuti di gioco per l’ingresso dell’Italia nel conflitto contro gli austro-ungarici, quando altre federazioni sportive proseguirono invece, ultimandole, le attività delle loro discipline (vedi podismo, ciclismo e ippica). Lo stesso Montù nel 1919 era anche il Presidente del CONI, organismo in cui – tra le altre – era associata la Federazione Ciclistica: ebbene proprio in quell’anno (secondo una prima versione storiografica) la FIGC iscrisse il Genoa come vincitore del titolo di Prima Categoria 1914/15, tra le vibranti poteste di un giovane Vittorio Pozzo (dirigente

Spett. Federazione Italiana Giuoco Calcio Alla cortese attenzione del Presidente Dott. Carlo Tavecchio Inoltrata a mezzo PEC

e allenatore del Torino FC), quando intorno al tavolo dello stesso CONI di Montù sedeva l’imprenditore italo-scozzese George Davidson, che oltre ad essere il Presidente della Federciclismo lo era anche del Genoa C&FC. E’ questo il primo evidente indizio di un conflitto d’interessi tra Montù e Davidson, supportato dalle vibranti lamentele inscenate in quegli anni dalle formazioni del centro-sud d’Italia che, anche per questo, escogitavano un’uscita in blocco dai ranghi federali: in molti accusarono i vecchi dirigenti FIGC di snobismo, alimentando strumentali tesi cospirative antisportive centrate, contrariamente allo spirito d’Unità del Regno rinsaldato nella Prima Guerra Mondiale, su supposte argomentazioni di disparità territoriali;

  1. 2)  C’è poi una seconda e, per certi versi, ancor più eclatante pista indiziaria che risale al 1921, ovvero all’anno in cui la storiografica genoana (Fondazione Genoa 1893) vuole il definitivo conferimento del vacante titolo della Grande Guerra. Ebbene, anche su questa seconda ipotesi pesa un evidente quanto grossolano conflitto d’interessi che non può continuare a rimanere sottaciuto. Infatti, come Lei ben sa, nella stagione 1921/22 il calcio italiano si trovò nel mezzo del più grande scisma della sua ultracentenaria storia, culminato nella scissione tra FIGC e CCI (Confederazione Calcistica Italiana): alla guida dei cosiddetti ribelli c’era l’ex presidente, socio e fondatore del Genoa C&FC Edoardo Pasteur e, circostanza ancor più singolare se non anomala, la fazione degli scissionisti cominciò ad indietreggiare, tornando sui propri passi fino a ricomporre la frattura di quadri dirigenziali e club fuoriusciti, tra il 20 Novembre 1921 e il 7 Dicembre 1921 siglata la cosiddetta Pace a Brusnengo, prima del cosiddetto Compromesso Colombo, quando cioè la FIGC di Luigi Bozino premiò proprio il Genoa di Davidson e Pasteur, consegnate ai foot-ballers reduci e superstiti dalla guerra le medaglie e il titolo nella cerimonia ufficiale d’investitura tenuta l’11 Dicembre 1921 in un ristorante della città portuale. Non può essere un’altra casuale coincidenza, ritengo ci siano i presupposti per allargare l’indagine storica ed affermare, con ragionevole certezza, che ci sia un’alta probabilità che sul piatto della bilancia per la riconciliazione tra FIGC e CCI sia stato inserito una sorta di tacito baratto, una sorta ‘do ut des’ tra i contendenti che ebbe proprio nel titolo di Prima Categoria 1914/15 un’evidente ‘merce’ di scambia, con la donazione d’ufficio del campionato più anomalo della storia del calcio italiano, a discapito dei meriti e dei diritti sportivi conquistati invero sul campo dalla S.S. Lazio del Presidente Ballerini e dell’allenatore Baccani;
  2. 3)  Senza per questo nulla togliere all’inappuntabile storia del glorioso sodalizio genoano, per altro antesignano tra i pionieri del calcio in Italia sin dalla fine dell’800, vale comunque la pena sottolineare come sia altresì fatto noto e incontrovertibile che proprio la dirigenza ligure di quegli anni (ovvero a cavallo tra il 1911 e il 1914) sia stata più volte nell’occhio del ciclone, subendo per giunta condanne plurime per reati sportivi di condotta sleale, culminati negli scandali dei cosiddetti ‘atti di professionismo’, cioè dell’acquisto di foot-ballers vietato al tempo da Regolamento e spirito dilettantistico decoubertiniano della FIGC. Mi riferisco agli illeciti Fresia, Santamaria, Sardi, Berardo e Swift: secondo il giudizio federale, infatti il ‘creativo’ presidente- imprenditore George Davidson, evidentemente scaltro nel maneggiare il calcio dilettantistico in modalità semi-professionistica, nel 1914 il Genoa rischiò persino la radiazione, sventata dalla retorica nell’abile difesa di Edoardo Pasteur. Da qui l’ultimo interrogativo che, stavolta, apre una questione morale sulla legittimità del titolo assegnato d’ufficio (e del quale, per altro, non si rinvengono atti né documentazione federale probante): fu propriamente sportivo assegnare a tavolino quel campionato al Genoa?

Per quanto sopra brevemente riassunto, che per una più dettagliata trattazione si rimanda all’allegato stralciato dal mio libro ‘Roma Sparita Football Club’ (Urbone Publishing), egregio Presidente Dott. Tavecchio con la presente Le chiedo di valutare in concreto anche questi aspetti certamente non marginali ai fini di un equo pronunciamento da parte del Consiglio Federale sul riesame del caso del titolo di Prima Categoria 1914/15, per cui la Commissione particolare presieduta dal Dott. Sergio Santoro (evidentemente proprio in ottica riparatrice) s’è già espressa con esito favorevole all’attribuzione ex equo del torneo nei confronti della SS Lazio.

Con richiesta di eventuale audizione dello scrivente, fiducioso di un gradito riscontro, l’occasione è propizia per porgerLe cordiali saluti”.

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