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SILVAGNI: ” La pausa può servirci molto. Che emozione giocare con il tricolore sul petto!”

Il motorino del centrocampo biancoceleste ricorda la finale scudetto con l’Atalanta: “Quella sera l’ammonizione più bella della mia vita…”

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NOTIZIE SS LAZIO- Dopo la batosta all’ultimo secondo della sfida di Supercoppa contro la Juventus lo scorso 26 settembre la Lazio Primavera si lecca le ferite ed è pronta a riprendere la preparazione in vista della ripresa contro il Livorno il 26 ottobre. Ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7 è intervenuto uno dei protagonisti del centrocampo biancoceleste, Lorenzo Silvagni. “Sono ancora un pò deluso per quella partita. E’ stata una sorpresa partire da titolare, alla fine avevo le gambe pesanti ma ho dato tutto. Volevamo vincerla a tutti costi anche perchè eravamo all’Olimpico, per ritornarci dovremo arrivare in finale di Coppa Italia.” Nella partita con la Juve la Lazio è cresciuta alla distanza. “Nel primo tempo ci abbiamo messo un pò per trovare le misure, sbagliavo molto anche io, poi abbiamo trovato il pareggio, e poi la beffa nel finale anche con due rigori negati.” Un anno non fantastico per te a causa di problemi fisici. “Basta con gli infortuni, è la terza volta in un anno che porto le stampelle, anche perchè  è stato un infortunio rimediato in amichevole, sembrava niente di grave, invece era una microfrattura.” Anche in campionato venite da un risultato negativo con il Palermo. “Abbiamo dominato la partita, il loro primo tiro è stato un rinvio sbagliato da noi e il gol con un rimpallo fortunoso. Noi dobbiamo finalizzare al massimo, ma con i siciliani non l’abbiamo fatto.” Ora c’è la sosta, la partita con il Livorno sarà il 26. “Fisicamente il mister ci tiene sempre sul pezzo, ho cominciato già ad esercitarmi, cerco di staccare mentalmente dalla delusione, anche perchè il Livorno non è facile da affrontare. Il mister ci ha dato delle schede individuali.” La tua storia con la Lazio e il tuo ruolo. “La Lazio mi ha visto in una partita di un torneo a Genzano; sono da 10 anni alla lazio, due come centrocampista centrale, sono duttile e sempre a disposizione del mister per giocare in qualsiasi posizione. Ho iniziato dall’attacco, mi chiamavano ‘Van Basten’, poi sono tornato in difesa, dopo che il campo per me si era allargato. Poi sono avanzato ancora ed ora mi fermo al centrocampo, il ruolo che mi piace di più. Il sistema di gioco non è cambiato, è sempre lo stesso in questi di due anni. Il mister ci trasmette carica e rabbia, arriviamo alla vittoria soprattutto per la cattiveria che mettiamo in campo.” Filippini con i grandi in trasferta a Trabzon. “Lo conosco da 8 anni, non abbiamo un rapporto strettissimo, ma ci siamo sempre l’uno per l’altro. Gli faccio un grande in bocca al lupo e spero ce la metta tutta e continui così.” Con chi hai legato di più dei nuovi? “I ’96 sono abbastanza vivaci, sto stringendo con Fiore e Muggia. Il soprannome argentino per gli attaccanti ‘tanque’ è partito con Paterni, lui era veramente simile a Denis fisicamente e tecnicamente.” Ora c’è la lunga pausa, ne approfitterai per studiare? “Studiare è passato in secondo piano ma è comunque molto importante. Questa sosta ci serve, soprattutto dopo aver perso due partite di seguito. Grazie al mister torneremo a vincere.” Che differenza fa giocare con lo scudetto sul petto? “E’ un peso in più sulla maglia, vedere la maglia con il tricolore è sempre un emozione. I nostri avversari sono sempre con il coltello tra i denti. In ogni caso l’abbiamo vinto l’anno scorso, questa è un altra stagione e dobbiamo lottare per riconquistarlo.” Che ricordo hai delle final eight? “Di francesco era il mio compagno di reparto e di spogliatoio, all’inizio era bello averlo sempre in ritiro, poi è diventato pesante. Con l’Atalanta, nella finale, quando Cataldi ha preso la palla per battere la punizione eravamo sicuri che avrebbe fatto gol. Quel giorno ho preso l’ ammonizione più bella della mia vita: Cataldi ha segnato il gol del 2-0, sono andato a festeggiare dalla panchina ma l’arbitro mi ha fermato, sono rientrato molto dopo dai festeggiamenti e mi ha ammonito.”

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