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SIVIGLIA: “La LAZIO ha le qualità per centrare il terzo posto. Senza KLOSE si è persa un po di convinzione”

L’ex difensore biancoceleste parla anche di Pereirinha e Cavanda: “Il portoghese non è un difensore. Cavanda? Uno come lui oggi potrebbe fare bene”…

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SIVIGLIA Sebastiano 01

NOTIZIE SS LAZIO – Intervenuto sulle frequenze di Radio Sei l’ex difensore biancoceleste Sebastiano Siviglia fa il punto sulle situazioni “calde” di casa Lazio. Ecco le sue parole:

Come si esce da un momento di crisi?
“E’ un momento delicato e secondo me in un momento particolare, perché non siamo all’inizio ma nella fase finale della stagione, diventa più difficile recuperare. C’era del margine e si è perso quel margine ma credo che la Lazio abbia le qualità per centrare il terzo posto. Ha perso delle ‘partite spareggio’, ma non vuol dire che abbia perso la guerra. Bisogna affrontare partita dopo partita con la massima attenzione e metterci con quel qualcosa in più. Col Milan la partita è finita dopo 20 minuti, perché una Lazio solitamente battagliera è stata frenata dall’espulsione, ma non c’erano stati molti tiri in porta anche prima. Inizialmente c’era stato un buon atteggiamento, ma quello che lascia l’amaro in bocca è di non aver continuato a spingere e subire i rossoneri. Ora sarà importante il fortino casalingo, dove la Lazio ha costruito il suo campionato e speriamo che con l’aiuto della gente arrivi questo grande obiettivo”.

Pensi che sia un questione fisica o mentale?
“Io sono convinto che sia un insieme di motivi. Se ti si fanno male 5 o 6 calciatori è normale che non puoi preventivarlo. Le partite si sommano e c’è anche stanchezza, sia fisica che mentale. È più facile mettere apposto l’aspetto fisico, meno quello mentale che serve per affrontare al meglio una gara e che se non c’è ti porta a sbagliare la partita. Sono un insieme di cose, non c’è un solo motivo. È come se si andasse a tratti, in alcune partite si spegne e in altre si accende. Ho visto la gara di Siena e non è stata una bella partita: i toscani hanno giocato alla grandissima e qualcuno si è chiesto cosa fosse successo. Magari si è tirato fuori tutto nella partita precedente e si manca in quella successiva. Non è facile riorganizzare le idee e mettere in campo il massimo con partite ravvicinate. È anche vero che questa Lazio va a singhiozzi e non c’è la continuità che c’era prima, anche nel gioco: la gara di coppa, ad esempio, è stata una partita straordinaria, giocata con grande forza e voglia, senza dare la possibilità all’avversario di avvicinarsi alla porta. Quando la compagine capitolina spinge fa paura, è organizzata e solida, poi però arrivano questi risultati altalenanti che fanno pensare, ma non vivendo all’interno è difficile capire i motivi di questa discontinuità”.

Quanto può contare l’allenatore dal punto di vista psicologico?
“Sicuramente ci sono calciatori e calciatori… Ci sono elementi che non devi caricare e che sono sempre pronti e uno di questi è Biava: non è un calciatore che ha grandissime qualità tecniche, ma è uno sempre sul pezzo, che non molla mai ed è affidabilissimo, sempre pronto. Per esempio Cana ha grandi qualità fisiche ma talvolta manca psicologicamente. Ci sono calciatori che non hanno bisogno della carica, altri hanno bisogno di essere sollecitati e qui è l’allenatore che li vede e li valuta anche mentalmente. Petkovic mi sembra molto equilibrato nel gestire queste situazioni e credo riesca a trasmettere quello che vuole al suo allenatore”.

Cosa succede nella mente della squadra  e di un calciatore quando ti ritrovi subito in inferiorità numerica ingiustamente e sotto di un gol?
“Ognuno reagisce a proprio modo: quello più coraggioso, che ha un po’ più di carattere, deve trascinare gli altri. Io personalmente sono sempre stato un sanguigno e cercavo di trascinare i miei compagni anche “rompendogli le palle”! Sapevo che urlando ad un mio compagno avrei stimolato una reazione, ed era quello che volevo. Alcuni calciatori, che giocano a singhiozzi, hanno bisogno di qualcuno che gli faccia mantenere alta l’attenzione, altri, come Diakitè, hanno bisogno di essere assecondati e accompagnati e personalmente, a tal proposito, ho sempre detto a Diakitè che era bravissimo”.

Manca un leader?
“Klose è un’assenza importante, nonostante Floccari stia facendo sempre bene. I leader sono importanti e non è facile tenerli, perché sono di un certo livello e spessore e vanno saputi gestire. I ragazzi che sono arrivati dopo la mia partenza sono ottimi calciatori e ci saranno alcuni con un certo temperamento, non credo che questo venga a mancare. Klose, ripeto, è un’assenza che mina tanto la convinzione della squadra”.

Intravedi in Pereirinha le qualità di difensore?
“Secondo me Pereirinha non è un difensore. L’allenatore della Roma faceva giocare Perrotta a terzino destro, ma alcuni calciatori hanno caratteristiche che sono adattabili, ma credo che Pereirinha non è un difensore, certo può essere adattato a terzino destro, ma per come la vedo io non è un difensore”.

Che ne pensi della situazione di Cavanda?
“Cavanda è un ottimo giocatore che ha avuto una grande crescita, ma non conosco la situazione a tal punto di poterla giudicare. Secondo me, oggi come oggi, un giocatore come lui potrebbe far bene, poi le scelte che vengono fatte le posso commentare fino a un certo punto, perché non conosco la situazione. Quel che è certo è che Cavanda è un ottimo calciatore”.

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