Restiamo in contatto

NOTIZIE

“Su c’è er Maestro che ce sta a guardà”: Sò già du ore, sò già quarant’anni…

LAZIONEWS.EU. Nel giorno dei quarantesimo anniversario del primo storico scudetto vinto dalla Lazio nel 12 maggio ’74, rivivono le gesta della ‘banda’ Maestrelli…

Pubblicato

il

LAZIONEWS.EU“Su c’è er Maestro che ce sta a guardà”. Sò già du ore, anzi no. Sò quarant’anni. Quarant’anni da un 12 maggio qualsiasi, quarant’anni da un 12 maggio che un giorno qualsiasi non lo sarà mai. Il gol di Chinaglia, il fischio finale di Panzino, la faccia statuaria di Maestrelli che accoglie il primo storico e per certi versi romanzesco tricolore della storia della Lazio, un volto che non mostra alcun segno, avvolto nell’abbraccio di Ziaco, l’invasione dell’Olimpico, i ragazzi protagonisti di quelle pagine che quasi fuggono per non restare travolti da quell’onda, da quell’oceano bianco e celeste che si confonde con il cielo. Già quei ragazzi, quegli eroi. Quella ‘banda’, la ‘banda’ Maestrelli. Pulici, Petrelli, Martini, Oddi, Wilson, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Frustalupi, Chinaglia, D’Amico. Una foto anche loro, quasi una filastrocca. Un’avventura iniziata un anno prima, alla promozione in Serie A. Una data immortale che poteva essere diversa, magari un giorno di maggio del 1973. La Lazio arriva all’ultima giornata con la possibilità ancora viva di vincere lo Scudetto da neopromossa; rimane il Napoli da affrontare. E’ il 20 maggio 1973, il Milan cade nella ‘fatal Verona’, mentre la Roma mette alle corde la Juve nel primo tempo: si va agli spareggi. Nell’intervallo succede qualcosa, cambia tutto, i giallorossi non oppongono troppa resistenza e la Juve rimonta vincendo il campionato. Poco male, la Lazio si rifarà con qualche mese di ritardo. Con gli interessi. Gli dei del calcio, quelli che dimorano nell’Olimpo e che hanno dato i natali e gli ideali alla S.S. Lazio, decidono che la storia si scriverà il 12 maggio 1974. Un giorno che corona un cammino impervio, fatto di ostacoli, tanti, di terra spianata, quasi per niente. Lenzini, Sbardella, Maestrelli. I tre amigos, tre demiurghi che hanno plasmato un gruppo di scapestrati, divisi in due fazioni si diceva, uniti nella storia. Tre padri che hanno educato i propri figli. Una prole geniale, grintosa, sbruffona. Un destino che come accade in questi casi poi si riprende tutto senza nulla lasciare. Un bagliore biancoceleste che si affievolisce insieme alla vita di Tommaso Maestrelli, strappato con violenza dalle braccia amorose dei suoi figli, da Massimo, Maurizio e Patrizia, da quella ‘banda’ inimitabile. Si è attenuato con la morte di Luciano Re Cecconi, ma mai si è spento del tutto e mai lo farà. ‘Er Sor Umberto’ continuerà per sempre a calciare il rigore al suo portiere prima di ogni match dopo aver compiuto il suo immenso giro di campo e giocato la partita a poker con il suo allenatore, Giorgione sempre busserà alla porta di Lina e Tommaso per chiedere riparo dopo qualche sua sciocchezza. Stasera sarà ancora 12 maggio, una foto e una filastrocca che rivivranno mai domi nella storia, al pari di quel dito di Long John sotto la Sud. Il ‘Maestro’ e i suoi compagni guardano dall’Olimpo riecheggiare le gesta di quegli anni fantastici, catturati in attimo di gloria sempiterna. Di Padre in Figlio.

Francesco Iucca

TWITTER: @francescoiucca

PIÙ LETTI

Lazionews.eu è una testata giornalistica Iscritta al ROC Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 137 del 24-08-2017 Società editrice MANO WEB Srls P.IVA 13298571004 - Tutti i diritti riservati