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Tare: “Milinkovic uomo di parola. Ho pensato di lasciare la Lazio, ma sono rimasto per amore”

TARE – Si è raccontato a 360° ai microfoni di Sky Sport Igli Tare, nello speciale servizio…

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TARE – Si è raccontato a 360° ai microfoni di Sky Sport Igli Tare, nello speciale servizio riguardo i più grandi ds della Serie A. Queste le parole del dirigente biancoceleste.

MILINKOVIC – “Ero sicuro che Milinkovic non sarebbe andato alla Fiorentina, nonostante avesse fatto le visite mediche, ma sarebbe venuto alla Lazio. La sera prima mi aveva chiamato e mi aveva detto che avrebbe scelto noi, dicendomi di stare tranquillo, che sarebbe andato a fare le visite solo per rispetto al padre. Mi ha assicurato che sarebbe venuto alla Lazio. Gli sarò sempre grato, ci sono pochi giocatori che fanno una cosa del genere”.

SCOUT – “Mando in giro qualche mio ex collega, mi fido di loro. Quando voglio un giocatore lo voglio con fisicità, tecnica, un linguaggio del corpo che ti fa capire anche il carattere. Ci sono tanti dettagli che fanno la differenza”.

GIOCATORE – “Quando lasciai l’Albania andai a piedi in Germania, senza documenti, ma non mi vergogno di tutto questo, perché dietro tutta questa avventura c’era un sogno da coronare e sono molto fiero della strada che ho fatto. Penso di essere un esempio per tanti giovani che possono fare la stessa cosa, come feci io all’epoca. Fu un viaggio tra paure, difficoltà, domande. Ero da solo, avevo solo un punto di riferimento che mi avrebbe aiutato solo se fossi riuscito ad entrare in Germania. Adesso sembra la trama di un film, all’epoca era anche una cosa pericolosa. Dovevi fidarti dei trafficanti che rendevano possibile il passaggio tra Repubblica Ceca e Germania. Ho deciso di farlo, non mi spaventava niente. Arrivo in Germania… Proponendo alle squadre di farmi un provino e così è stato una sera al Ludwigshafen, la squadra dove giocavo, che mi diede la possibilità di allenarmi con loro. Non essendo una squadra a livello finanziario molto buono mi proposero questo lavoro. Ho rischiato anche di perdere una gamba. Fu un mio collega con una motosega, non è stato attento, mi colpì alla gamba. Sono stato veramente fortunato perché mi aveva tolto quasi tre millimetri di osso, fu un momento molto difficile”.

LOTITO – “Lotito ha visto in me cose che io non avevo visto, è stato un pazzo. Quando sono andato a firmare il contratto da giocatore lui mi disse di accettare questo nuovo incarico. Pensai che fosse un pazzo. All’inizio del mio percorso siamo stati sempre insieme, anno dopo anno ha capito le mie qualità, facendosi via via da parte sia sulla scelta del giocatore sia sulle trattative. Quando ci sono delle difficoltà a livello economico il suo intervento è fondamentale per risolvere queste problematiche”.

LAZIO – “A volte ho pensato di andare via. Ci sono stati dei momenti in cui ho pensato anche a questa scelta, soprattutto pensando alla famiglia. Fosse stato per me, non avrei avuto nessun problema ad andare avanti, ma il problema è che abbiamo ricevuto anche minacce di morte, ai famigliari, alla moglie, ai figli, cose che, veramente, non si possono raccontare. Quelli sono stati dei momenti in cui ho pensato se davvero valeva la pena andare avanti, o di mollare. Però, dentro di me, ho sempre detto che non l’avrei data vinta a nessuno, perché ho sempre pensato di avere lavorato con il cuore per la società ed ero convinto che alla lunga, sarebbe venuto fuori il vero valore di questo lavoro e, grazie a Dio, così è stato. Ho avuto anche paura. Ho pensato di tornare a casa per i miei figli perché, poi, gli anni passano, i figli crescono. In particolar modo, nel periodo della cessione di Hernanes. È stato un momento brutto, che dentro di me porto come un’esperienza molto negativa. Una parte di me, dopo quella esperienza, è morta, per quel che riguarda il modo di vivere il calcio. Lì, tocchi veramente la parte brutta del calcio”.

MERCATO LAZIO – “Ci sarà mercato in uscita, siamo tanti giocatori e qualcuno partirà. Solo nel caso in cui ci sarà qualche cessione non voluta compreremo qualcuno”.

TIFOSI LAZIO – “Ovunque vado nella città mi riconoscono in tante cose, però il calcio è un lavoro dove conta molto il presente. Io cerco di viverla così, giorno per giorno, e di metterci tutto me stesso nella società. Ho prolungato per 4 anni nonostante ho avuto tante richieste, anche a livello mondiale, però questa società per me significa qualcosa di importante. Quando arrivano questi momenti capisci cosa significhi il presente, valuti anche con il cuore. Il mio cuore mi ha detto di rimanere qui”.

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