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Tavecchio senza freni: “Con Balotelli ed Insigne saremmo in Russia. Io almeno mi sono dimesso…”

TAVECCHIO ITALIA MONDIALE – Nel giorno in cui la Svezia fa il suo esordio nel mondiale di Russia contro la Corea del Sud…

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TAVECCHIO ITALIA MONDIALE – Nel giorno in cui la Svezia fa il suo esordio nel mondiale di Russia contro la Corea del Sud, l’ex presidente della FIGC Carlo Tavecchio torna a parlare, in una lunga intervista rilasciata al Messaggero, del fallimento della nazionale italiana. Di seguito le dichiarazioni:

IL FALLIMENTO – “È stato un trauma, certo. A un certo punto, uscendo dalla federazione ho cominciato a cambiare la mia solita strada di casa, in quei giorni. Ma io, dopo la debacle, mi sono dimesso pur avendo la maggioranza. Non lo rifarei, ora: quelli si sono fatti commissariare. Questo fallimento nasce in Brasile, 2014. Il ricambio non c’era: impallinato Balotelli, salta la Figc e io divento presidente. Mi rendo conto che il livello che esprimiamo è questo: crisi profonda. Prendiamo Conte: per due anni lo usiamo come un defibrillatore, il motivatore top del mondo. Europei 2016: abbiamo battuto la Spagna, il Belgio dei baby fenomeni, usciti con la Germania campione con quei rigori ridicoli di Zaza e Pellé. Avevo provato anche con Ancelotti. La Figc può pagare solo 1,5 milioni l’anno per un allenatore. Nei top club c’è chi prende 20 milioni… Mancini ora ha voluto l’azzurro: bene”.

VENTURA CT – “Ventura fa 7 vittorie e 2 pareggi: che fai lo cambi? D’altronde avevamo condiviso tutti la soluzione d’emergenza, non solo in Figc. Anche al Coni erano d’accordo, lo ha ricordato Ventura da Fazio.  Il Ct si è sentito solo? Macché, nessuna fronda dei senatori: dopo il ko con la Spagna non c’era aria di fronda, ma nemmeno di vittoria. Ventura mi ripeteva stancamente che saremmo passati, ma sull’aereo di rientro dalla Svezia ho cominciato ad avere paura. Poi sento che a Milano ci sono 30 mila napoletani e tu non fai giocare Insigne; che ti ostini a far crossare la palla per un centravanti che non c’è…”.

BALOTELLI – “Mandai Ventura a Nizza: si era ripreso, dopo il Brasile. Ma lui niente. Attaccanti così l’Italia non ne sforna da anni. E noi giochiamo senza: mica è matto Mancini che riparte da lui. Con Mario in campo gli svedesi li battevamo sicuro, anche se oggi si fatica pure con l’Arabia. Lui è soprattutto tifoso dell’Italia, so quanto ci tiene all’azzurro: un gol l’avrebbe fatto sicuro. Dissi una battuta infelice, lo so. Ma sono anche quello dei 30 anni di missioni africane: Togo, Benin. L’immigrazione vista dal Sud del mondo potrei spiegarvela. Parlavo di vivai invasi da ragazzini trattati come merce e impoveriti di italiani”.

DYBALA – “Tifo Argentina: sono mezzi italiani e ci gioca Dybala, ero quasi riuscito a convincerlo a giocare con noi. Con lui e soprattutto Balotelli sarebbe stata un’altra storia”.

 

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