Veron: "Voglio tornare, lo stesso vale per Simeone. Lotito dovrebbe lasciare"

Pubblicato 
martedì, 10/05/2016
Di
Redazione
Tempo di lettura: 3 minuti

NOTIZIE LAZIO - Juan Sebastian Veron. Basta pronunciare questo nome per far riaccendere la luce negli occhi e nell'animo dei tifosi laziali. Il centrocampista, tassello imprescindibile dello scacchiere di Eriksson nell'anno dello Scudetto, è stato intervistato in esclusiva da Radiosei: "Mi fa piacere ricordare i tempi della LazioNella mia carriera ho sempre affrontato le difficoltà, anche in campo. Bisogna sempre cercare di aiutare la squadra, questo è l'importante. I ricordi in biancoceleste sono tutti belli, anche nelle sconfitte. È stato il miglior momento della mia vita calcistica e anche sotto il punto di vista sociale. La città e i tifosi erano fantastici. Il momento migliore? Il fischio finale a Perugia e la festa al Circo Massimo. Era qualcosa di eccezionale vedere tanti tifosi, ho provato qualcosa di simile solo qui all’Estudiantes”.

Trionfi e rimpianti:

"Abbiamo avuto paura, è normale avere timore di non riuscire a ottenere qualcosa. Nello spogliatoio è inevitabile pensare anche al peggio. Ma non ricordo di aver mai vissuto una giornata simile, era davvero infinita. Quando ti ritrovi a lottare per un nuovo obiettivo e torni a quegli istanti, pensi invece che sia un peccato che sia accaduto tanto velocemente. Dal momento in cui siamo alzati all’arrivo allo stadio, tutti avevamo nel nostro cuore un pizzico di speranza. Penso che potevamo vincere qualcosa in più. Magari una Coppa dei Campioni o potevamo lottare anche per lo Scudetto successivo, ma non siamo stati abbastanza continui. Il calcio è così, è stato comunque un periodo importante della storia della Lazio. La rosa comunque era davvero forte, non solo a centrocampo. Anche in difesa con Nesta, Mihajilovic, Pancaro e Favalli. Oppure davanti con Salas, Fabrizio (Ravanelli, ndr), Simone (Inzaghi, ndr), Lopez. Era un gruppo importante, ma in quel periodo c’erano tante squadre con giocatori straordinari. La competizione era davvero alta”.

Lazialità e sogni:

“La squadra era unita e ancora oggi ho rapporti con i miei ex compagni. La società, inoltre, ci è stata sempre vicina anche nei momenti difficili. C’era un dialogo sincero e diretto. Adesso è diverso. Bisogna vedere l’attaccamento della dirigenza a questi colori. In una situazione del genere, farei un passo indietro. Lascerei il passo a qualcuno che possa portare delle novità perchè i tifosi della Lazio devono sognare. Non serve solo dare solo sicurezza, la gente vuole avere grandi ambizioni. Se qualcun altro può permettere tutto ciò, mi farei da parte”.

Poi su un possibile ritorno:

“È un pensiero. Se c’è da dare una mano e muovere i sentimenti oltre il denaro per portare aria fresca ad una società che può tornare tra le migliori, non mi tiro indietro. La Lazio attualmente vive di alti e bassi. Anche il Cholo ha manifestato la sua disponibilità, lo ha detto anche a me. Abbiamo vissuto emozioni forti a Roma, ognuno darebbe una mano per far tornare il sorriso ai tifosi”.

Sul ritorno all'Olimpico:

"Io non mi aspetto mai nulla. La cosa più bella è che la gente si ricordi di me e mi voglia bene. I dirigenti passano, a rimanere sono questi colori e i tifosi. Essere nella loro mente è l’aspetto più importante. Con Lotito non ho avuto contatti, anche se vorrei avvicinare la Lazio all’Estudiantes”.

Su Inzaghi:

"Ricordando Simone da giocatore, è difficile immaginarlo come allenatore della Lazio. C’è stata un’evoluzione nella sua persona e nella sua professione. Questa panchina rappresenta un premio, spero possa fare carriera. Non lo conosco in questo ruolo, ma se è lì è perché lo merita”.

Su Biglia:

“Nella mia Lazio sarebbe partito dalla panchina, gli lasciamo gli ultimi dieci minuti (ride, ndr)”.

Infine rivela la sua amarezza per non poter venire all'Evento 'Di Padre in Figlio':

"Purtroppo sarò in Malesia, mi dispiace non esserci. Ho visto le immagini di due anni fa ed è stato incredibile vedere tante persone allo stadio. E’ una serata generazionale, qualcosa di speciale. Farò il possibile, sarò lì con il cuore. Saluto il popolo laziale che è nel mio cuore e in quello della mia famiglia”.

R.C

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