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14 maggio 2000: la Lazio trionfa. Inzaghi ancora protagonista dopo 20 anni

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LAZIO SCUDETTO 2000 – “Sono le 18 e 4 minuti del 14 maggio 2000, la Lazio è campione d’Italia del 1999/2000”. Sono queste le parole pronunciate al termine della radiocronaca di Riccardo Cucchi, che fecero esplodere lo Stadio Olimpico. Riviviamo, negli stessi minuti di 20 anni fa, quelli del trionfo biancoceleste.

14 maggio 2000: i sogni e le speranze di un popolo che non si è mai arreso

Il 14 maggio 2000 resterà sempre un pomeriggio indimenticabile per i supporters laziali: la Lazio alla vigilia dell’ultimo match, giocato in casa contro la Reggina, si trova a quota 69. Davanti a lei c’è la Juventus di Carlo Ancelotti, a quota 71, che in quella giornata si scontra con il Perugia. Tutto è pronto, l’Olimpico è gremito di tifosi biancocelesti, destinati a sognare, soffrire e sperare tutti insieme. Il match di Roma viene liquidato già nel primo tempo, con la Lazio che affonda in pochi minuti una Reggina già salva. Al 33’ i biancocelesti si portano in vantaggio con la rete di Simone Inzaghi su calcio di rigore. Pochi minuti dopo arriva il secondo gol siglato da Juan Sebastian Veron, che si porta a quota 8 in campionato. A Perugia, invece, il match è fermo sullo 0-0 e non si sblocca fino al termine del primo tempo.  Se quindi all’intervallo si va a riposo con il risultato in cassaforte per i capitolini, tutto è ancora da decidere al “Curi”. Questo però non è tutto: infatti, su Perugia si abbatte un’alluvione che non consente la ripresa del secondo tempo e addirittura rischia di non far concludere il match. Per garantire la contemporaneità delle partite, anche a Roma si attende per la ripresa. Passano quindi altri minuti, infiniti per i tifosi laziali, che soffrono, pregano e sognano tutti insieme. A Roma si decide di ripartire e il match prosegue sugli stessi binari della prima frazione di gioco, con la Lazio che trova il 3-0 con Simeone. La gara volge al termine e prima della fine viene omaggiato Roberto Mancini, che conclude la sua esperienza da calciatore dopo 541 partite e 156 reti in Serie A.

14 maggio 2000, l’altra faccia della medaglia: Perugia – Juventus

Dopo un primo tempo che si è chiuso sullo 0-0, l’alluvione non fa riprendere immediatamente il match tra Perugia e Juventus. I bianconeri non possono permettersi di perdere, altrimenti lo scudetto sarebbe della Lazio. Consci del risultato dell’Olimpico, scendono in campo alle 17:11, con in mente il 3-0 siglato dai biancocelesti. Il Perugia è già salvo e non ha bisogno di altri punti per evitare la retrocessione, mentre le zebre hanno tutto da perdere. Ricomincia il secondo tempo e il campo si fa davvero pesante. La violenta pioggia che si è scagliata nella città umbra ha reso difficile il rimbalzo del pallone. Nonostante ciò, passati appena 4’ dalla ripresa, il gol di Calori fa esplodere lo Stadio Olimpico. Infatti, nonostante il match di Roma sia terminato, i laziali sono rimasti all’interno dello stadio in attesa del risultato della Juventus. Ora i supporters biancocelesti ci credono e vedono nelle loro mani uno scudetto tanto sofferto. La partita di Perugia prosegue, ma la Juventus non riesce a portare a casa il risultato. È finita, cala il sipario a Perugia. L’Olimpico esplode tra sorrisi, pianti di gioia ed emozioni di un popolo che non ha mai smesso di crederci. La Lazio, guidata da Eriksson e con Cragnotti presidente, ha vinto lo scudetto e lo ha fatto nel modo in cui solo i laziali sanno farlo: soffrendo fino all’ultimo secondo.

Simone Inzaghi: un protagonista della Lazio dei sogni

Protagonista di quella Lazio e di quella attuale è lui: Simone Inzaghi, un pilastro della storia biancoceleste. L’attuale allenatore ha vestito l’aquila sul petto da calciatore per ben 7 anni. Ha collezionato uno scudetto, una Supercoppa Uefa e 3 Coppa Italia. Da allenatore, invece la sua carriera in Serie A è iniziata nell’aprile 2016 e da lì ha conquistato 2 volte la Supercoppa italiana e una Coppa Italia. Dire che è un simbolo della storia della Lazio appare ormai scontato. Amato dai tifosi, ancor di più da allenatore, si è dimostrato un condottiero dal cuore biancoceleste che, prima dell’interruzione del campionato, stava guidando i suoi ragazzi ad un’impresa ancor più grande di quella riuscita a lui nel 2000. Il mister si augura che la stagione possa riprendere ed essere portata a termine per poter vivere ancora delle emozioni indescrivibili. È tutto in bilico per la Serie A e per Simone Inzaghi che vuole ancora regalare sogni e vittorie alla propria tifoseria, sperando di ripagarli così come fece nel 2000.

Giorgia Civita
Pubblicato il 14/05/2020

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