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AIC, Tommasi: “Ripresa? I tempi li detta il Coronavirus. Fifa e Uefa mettano dei fondi a disposizione”

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TOMMASI CORONAVIRUS CALCIO AIC INTERVISTA – L’emergenza Coronavirus non accenna a placarsi e anche il mondo del calcio sta pagando le conseguenze di questa terribile pandemia. Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport e a Canale Italia nelle quali ha espresso un parere sull’eventuale ripresa dei campionati.

Tommasi: “Fifa e Uefa mettano risorse a disposizione del calcio”

“La speranza, e sto parlando a nome dell’AIC, è di tornare in campo velocemente, magari già in estate. Tuttavia voglio ripetermi: per farlo, dovranno esserci le assolute garanzie. La salute e la sicurezza delle famiglie sono al primissimo posto, quando non ci sarà più alcun pericolo torneremo a pensare agli allenamenti e alla ripresa dei match ufficiali. Alcune istituzioni, come FIFA e UEFA, potrebbero mettere a disposizione dei fondi per limitare le problematiche economiche. E inoltre, non dimentico il calcio femminile”.

Sulle date di ripresa

“I programmi non li può dettare nessuno, né la UEFA, né la FIFA, né la FIGC, né la stessa Associazione Calciatori. Li detta il Coronavirus e noi purtroppo siamo chiamati a ragionare sui programmi nella totale incertezza su quando poter tornare in campo. È notizia di oggi che in Spagna, che ha ormai superato l’Italia nel numero dei contagi, prolungheranno lo stop fino a fine aprile. Bisogna capire se questa epidemia ci darà il tempo e la possibilità di ricominciare.”

Il taglio stipendi ai calciatori

“Da quando è nata l’AIC nel 1968, definita come il sindacato dei nababbi, il calciatore è visto come quello che guadagna troppo e quindi è un messaggio molto popolare. Il taglio degli stipendi, unito all’esigenza di gestire la crisi economica, diventa quindi un tema fin troppo facile, condito da molta demagogia. È chiaro che i calciatori faranno la loro parte e dobbiamo capire cosa faranno gli altri, dalle Leghe alla FIGC, fino a UEFA e FIFA, perché abbiamo detto che non ci sono solo calciatori di fascia alta ma esistono anche i calciatori di Lega Pro, i dilettanti, il calcio femminile e si rischia che questa parte scompaia. Ora la parte del vertice deve pensare alla base della piramide”

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