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ANDERSON: “Mi ha cercato il NAPOLI ma ho preferito restare alla LAZIO. Che gioia il gol al derby, ora vogliamo la Champions”. E sul futuro…

NOTIZIE LAZIO – Questa la lunga intervista rilasciata da Felipe Anderson ai media brasiliani…

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NOTIZIE LAZIO – Prima la tragica vicenda del padre in Brasile, poi l’infortunio al ginocchio. Sembra essersi scagliata contro Felipe Anderson la sfortuna. Proprio nel momento migliore del brasiliano. Tuttavia, l’ex Santos non ha mai perso la testa, pronto a tornare in campo quanto prima. Intanto, Anderson si è confessato ai microfoni di Globoesport. Gli argomenti trattati? Il gol nel derby, lo speciale rapporto con Miro Klose, il sogno Champions, il futuro e tanto altro…

Sull’omicidio di tuo padre

“In questi giorni sono stato in Brasile, la mia famiglia mi ha chiesto di rimanere qui a Roma, sanno e so che sto vivendo un momento importante, meraviglioso. Io sono forte, ho imparato ad esserlo grazie alla mia famiglia. Quando ero bambino ho passato molte difficoltà, ma ho sempre parlato con la mia famiglia, mi sono sempre accanto. E’ un momento difficile per noi ma sono sicuro che passerà anche questo; mio padre è tutto per me e io sarò sempre dalla sua parte”.

Come ti sta aiutando la Lazio in questa situazione?

“Mi parlano molto e mi dicono che queste cose nella vita possono accadere. Sanno che ho la testa sulle spalle”.

Sull’infortunio

“Fisicamente sto bene, ho solamente bisogno di riprendere il ritmo partita per tornare a segnare. Sono fiducioso del mio talento e sento la fiducia della squadra, che ora mi reputa un calciatore fondamentale. Spero di continuare a fare ciò che ho fatto in questi due mesi”.

Sull’amicizia con Klose e la passione del tedesco per il tennis

“Gioca spesso a tennis, è molto competitivo. Miro è uno dei miei migliori amici qui alla Lazio. Mi dà un sacco di consigli. E’ incredibile come si allena: dopo la Coppa del Mondo è tornato in squadra con ancora più vigore”.

Sul rapporto con Neymar

“Mi dice sempre che bisogna essere audaci, che per migliorare dobbiamo adattarci al calcio senza però cambiare il nostro stile. Sono felice per quanto di buono sta facendo, del suo successo. Io tifo molto per lui e grazie a Dio stiamo andando bene tutti e due”.

Come passi le giornate a Roma?

“Io vivo vicino al centro sportivo della Lazio, un po’ fuori da Roma che è una città delle più affollate. Ho preferito vivere in un posto più tranquillo. Come passo le mie giornate? Mi alleno, sto a casa, mi riposo, passeggio per Roma che  molto bella da vedere. Tuttavia, sono un tipo tranquillo e anche a casa sto bene”.

Qual è stato l’adattamento più difficile?

“L’unico problema era la lingua, mi ci son voluti circa tre mesi per cominciare a parlare e a capire. In città, con il cibo e con le persone invece mi sono sempre sentito alla grande. E’ stato difficile adattarsi al calcio, non alla città di Roma. Mi sento a casa qui, è sorprendente come gli italiano trattano gli stranieri. Sono simili a noi brasiliani in questo”.

Prima della tua esplosione, quali squadre ti hanno chiesto in prestito?

“All’inizio non era tutto come mi aspettavo. Credevo che in due o tre mesi sarei stato in grado di giocare con regolarità, ma questo non è accaduto. C’erano diverse squadre interessate a me, ho parlato con il Torino e il Napoli e anche altri club di Serie A ma grazie a Dio non sono andato in prestito”.

Come hai fatto a convincere la Lazio a tenerti?

“Con il cambio di allenatore sono cambiate tante cose. Pioli mi dà più libertà, mi sento libero di giocare e creare gioco come mi succedeva nel Santos. Questa è la chiave per far in modo che io possa fare la differenza”.

Cosa ti ha aiutato ad esplodere?

“Il dialogo con l’allenatore, con i calciatori più esperti della squadra,  la mia insistenza. Mi mancava un po’ di rabbia, la fame del campo. Così ho lavorato su me stesso per essere sempre concentrato al massimo”.

Quali giocatori sono stati importanti per la tua trasformazione?

“Klose è incredibile, un esempio. Dà sempre tutto in allenamento, lui mi ha sempre detto che ero un buon giocatore, che avevo talento e che avrei dovuto continuare a lavorare anche se i tempi erano difficili, perché questi sarebbero passati. Anche Biglia, Mauri, Marchetti mi hanno sempre sostenuto, chiedendomi di aiutare la squadra a raggiungere la Champions. C’è un grande spirito all’interno della squadra, ci diciamo sempre di non mollare e di continuare a dare tutto per raggiungere il terzo posto”.

Sul derby con la Roma

“Prima di venire qui le persone mi dicevano sempre di segnare un gol nel derby. Al primo che ho giocato sono riuscito a farlo e anche a fare un assist. E’ stato senza dubbio l’obiettivo più speciale raggiunto con la maglia della Lazio”.

Quale è stato il più grande complimento che hai ricevuto in Italia?

“L’allenatore della Sampdoria mi ha paragonato a Cristiano Ronaldo. E’ stato il più grande complimento che mi è stato fatto anche perché era un allenatore di una squadra rivale”.

Che differenze ci sono tra la Lazio e il Santos?

“Al Santos eravamo una squadra molto giovane e spesso abbiamo pasticciato un po’. Qui invece bisogna essere più seri”.

Che differenze ci sono invece tra le due tifoserie?

“I tifosi della Lazio sono molto fanatici, soprattutto per la rivalità con la Roma. Quanto ti vedono parlano solamente del derby. “Dobbiamo vincere” dicono. Vivono al massimo ogni partita, soprattutto quella con la Roma. I fan al Santos si aspettavamo molto da me e mi hanno fatto pagare un sacco, qui mi sostengono molto, mi dicono sempre di non mollare”.

Il Santos ti ha venduto troppo presto?

“No, perché è stata mia la decisione di andare via. La società avrebbe voluto tenermi ma io ho deciso che era arrivato il momento giusto per cambiare aria. All’inizio ho sentito la mancanza, ma so che queste cose sono normali nel calcio, soprattutto quando cambi squadra a solamente 17 anni”.

Hai contatti con i tuoi ex compagni

“Sì, con quasi tutti. Rafael (il portiere den Napoli) è venuto a Roma più volte, anche con Neymar parlo molto su WhatsApp. Siamo lontani ma la nostra amicizia durerà sempre”.

Ti piacerebbe giocare nel Brasile con Neymar?

“Sì, è il mio obiettivo. Tuttavia so che devo stare calmo, che se gioco bene qui poi tutto verrà di conseguenza. Il mio sogno è quello di giocare le Olimpiadi in Brasile. Sarebbe una grande gioia essere convocato”.

Hai mai parlato con Dunga?

“No, ma spero di vederlo presto”.

Alla Lazio ti trattano come una stella

“Lo sento, perché i compagni mi fanno tenere palla, mi fanno salire, prendermi i miei rischi, fare assist e gol”.

Sulla tua famiglia

“La mia famiglia grazie a Dio è meravigliosa, si prende cura di tutto ciò che faccio. Poi qui c’è mi fratello”.

Come ti vedi nel futuro?

“Spero di continuare a fare un sacco di gol e di tornare in Nazionale”.

In quale squadra di piacerebbe giocare?

“Ce ne sono molte, ma credo che il mio modo di giocare si adatterebbe bene in Spagna, potrei fare bene”.

Barcellona o Real Madrid?

“E’ difficile dirlo. Sono due grandi squadre ed ognuno spera di poterci giocare”.

Cristiano Ronaldo o Messi?

“Cristiano Ronaldo. E’ una macchina, mi ispiro molto a lui. Spero che posa raggiungere Messi nella conquista del Pallone d’Oro. Ne ha già tre  e ha solo 29 anni. Sono sicuro che darà ancora molte gioie sia a se stesso che ai tifosi del Real”.

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