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Auronzo è diventata Sarrilandia: il carisma del tecnico ora è un fattore
LAZIO AURONZO SARRI – Se nel tempo qualcuno ti affibbia l’appellativo di Comandante, forse un motivo c’è. E nel caso di Maurizio Sarri non è affatto complicato svelarne il motivo. Il tecnico toscano, da quando ha messo piede in quel di Auronzo, ha letteralmente trasformato l’ambiente. In positivo, s’intende. Si respira un’aria che, almeno a leggere le testimonianze dei diretti protaginisti, pare simile a quella che si vive al Forte Village nel pre-ritiro degli azzurri ad Euro 2020. Attenzione, non stiamo dicendo che finirà allo stesso modo, ma il clima di concordia, di serietà, di buonumore ma anche di impegno e dedizione si toccano con mano. Si percepiscono. Ci sono due episodi, accaduti in questi giorni, che evidenziano le capacità di Sarri di ricompattare tutto in un’unica direzione: quella che coincide col bene della Lazio.
Lazio, Sarri è il padrone di Auronzo
Dai fischi, poi tramutati in applausi, per Vedat Muriqi fino alla perfetta gestione del caso Hysaj, il Comandante ha mostrato una grande capacità relazionale. Con una giusta dose di autorità e di decisionismo. Ota i tifosi applaudono i gol del kosovaro, nonché le giocate di Vavro, altro profilo non troppo gradito alla tifoseria. Il caso attorno all’albanese si è sgonfiato non solo per merito dei comunicati della società: anzi le mosse di Sarri sul campo, il suo difendere a spada tratto il fedelissimo voluto a tutti i costi, ha mostrato il lato coraggioso e coerente dell’uomo Maurizio. Una persona che a buon bisogno ride e scherza, ma che quando serve si erge al ruolo per cui è stato acclamato: quello di Comandante, appunto.
Alessio Cherubini
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