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BERETTA: “Non possono essere 20 scalmanati a far chiudere uno stadio”. ABODI: “Il danno alle società va equilibrato”
Il Presidente della Lega Serie A: «gli episodi vanno valutati per quello che sono di volta in volta». Il presidente della Lega B: «C’è tanta gente per bene costretta a rimanere fuori lo stadio»…
AGGIORNAMENTO ORE 15.20: Sulla questione prende la parola anche il presidente dell’Assocalciatori Damiano TOMMASI: “Il problema è cosa succede negli stadi, si è trovata credo una specificazione nella normativa che sicuramente consentirà ancora di più di essere incisivi. Speriamo di un fenomeno che non si basa sulle norme ma di come si va allo stadio e il perché. Non capisco tutta questa enfasi nella paura sulla chiusura di un settore o di un altro, credo la discussione sia da centrare più sui comportamenti e il motivo per cui uno va a vedere le partite. La norma va nella direzione della lotta ad un certo tipo di comportamento, magari di individuare con la tecnologia cosa succede in alcuni settori e capire i colpevoli e fare la differenza di chi va allo stadio per vedere e tifare la propria squadra. Speriamo che gli stadi chiusi non ci siano più per i comportamenti non per la modifica della norma, rimane comunque la possibilità di chiudere lo stadio e eventuali settori specie se con recidiva”. Anche il numero uno dell’AIA Marcello NICCHI ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito: “Sono argomenti importanti che il presidente federale illustrerà bene in conferenza stampa, il tutto per cercare di evitare di chiudere gli interi stadi ma solo determinati settori”.
AGGIORNAMENTO ORE 12.45 – Anche il Presidente della LEGA di SERIE B ABODI all’ingresso della FIGC, dove si svolgerà una riunione alla quale partecipa anche LOTITO per modificare le norme sulle discriminazioni territoriali, ha analizzato questo aspetto: «Abbiamo sottovalutato il fatto che la norma sulla discriminazione territoriale, cosi’ come era formulata, avrebbe potuto determinare dei danni per le società. Oggi siamo chiamati a intervenire cercando di coniugare buonsenso senza arretrare però sui principi. Secondo me c‘è stata un po di confusione e ad agosto siamo stati probabilmente disattenti. Io sono della stessa posizione del presidente Abete: non bisogna derubricare un tema che è quello della civiltà e dell’educazione, ma il danno delle società va comunque equilibrato con l’esigenza di stadi che siano più civili. Così come chiediamo rigidità nei confronti dei giocatori che sbagliano dal punto di vista degli illeciti così dobbiamo pensare che certi soggetti che entrano allo stadio vestendosi illegittimamente da tifosi rimangano fuori perché c’é tanta gente per bene che va tutelata cosi come le società».
NOTIZIE SS LAZIO – «La questione non è la discriminazione territoriale, il problema è delle sanzioni. Era stato pensato un sistema che non va bene perche’ in realta’ non ottiene il risultato voluto. Questo è il punto e siamo tutti d’accordo nel modularlo in maniera diversa. Non possono essere 20 scalmananati, fessi e maleducati che fanno chiudere uno stadio». Lo ha detto il presidente della Lega di Serie A Maurizio Beretta, riporta l’ANSA, entrando nella sede della Figc, dove il consiglio federale modificherà la norma sulla discriminazione razziale e territoriale. ”Dobbiamo avere modulazioni diverse per le varie sanzioni, non si puo’ arrivare cosi’ in maniera automatica alla chiusura degli stadi e gli episodi vanno valutati per quello che sono di volta in volta. Non possiamo accettare la prevaricazione di pochissime persone, ne’ pensare di dare a queste esigue minoranze il potere di ricatto sui club e sugli altri tifosi». L’orientamento quindi è di chiudere i singoli settori e non l’intero stadio come accaduto per il Milan, per i cori contro i napoletani nel match contro la Juve (pena comunque sospesa dalla Corte di Giustizia della Figc, in attesa di un approfondimento d’indagine). «Dobbiamo individuare i responsabili ed eventualmente sanzionare il settore reale a cui appartengono, in modo che in quel settore ci sia un’immediata attivita’ di contrasto laddove si evidenzino manifestazioni di questo genere – evidenzia Beretta -. È assolutamente sbagliato dare a queste piccole minoranze delle armi di ricatto su tutta la generalita’ del mondo del calcio».
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