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Coronavirus, Castellacci: “Riprendere gli allenamenti è mancanza di senso civico. Necessari altri test per l’idoneità dei calciatori”

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CASTELLACCI INTERVISTA – Nelle ultime settimane si è discusso ampiamente dell’ipotesi di far ripartire, se non i campionati, almeno gli allenamenti. Queste discussioni hanno creato due fazioni opposte tra i presidenti di club. Alcuni, come Lotito, avrebbero preferito far tornare in campo le squadre in vista di una possibile riapertura della Serie A. Altri, tipo Agnelli, sono sembrati estremamente convinti di lasciare i calciatori a casa fino al termine dell’emergenza. Su questo punto è intervenuto il dottor Castellacci, presidente dei medici sportivi italiani, in una lunga intervista rilascia a TMWradio. Ecco le sue parole.

Far ripartire la Serie A

“Per la ripresa la scelta ricade sui vertici mi sembra logico. Il governo va avanti su giudizio medico e ci affidiamo a loro. Il parere più importante però resta quello dei virologi e trovo giusto che le istituzioni sportive, parlo di Malagò o Gravina, cerchino di dare delle scadenze. Cerchiamo di programmare, ho qualche perplessità pensando a questi tempi rapidi”.

La ripresa degli allenamenti

“Volersi allenare nelle settimane scorse sarebbe stato da irresponsabili. Noi siamo partiti due mesi dopo la Cina. Lì hanno bloccato subito i campionati e la loro Champions League. Noi non l’abbiamo fatto e sappiamo perché. Riprendere gli allenamenti in anticipo come prospettato, mi sembrava mancanza di buon senso e senso civico. Aspettiamo di capire cosa decide il governo, ma credo si allunghino ulteriormente i tempi.”

Nuovi test ai calciatori

“I giocatori dovranno fare una nuova preparazione. Come Presidente dei medici sportivi italiani ho mandato una missiva per far ripetere le visite di idoneità. Per i calciatori che sono stati positivi bisognerà fare dei test supplementari. Abbiamo visto da alcuni esami sui deceduti che possono rimanere delle alterazioni, delle cicatrici, che potrebbero danneggiare l’atleta. Si dovranno fare dei test aggiuntivi per scongiurare effetti collaterali, sarà fondamentale”.

Pericolo nuovi focolai

“Non è semplice una soluzione di questo genere. Anche l’Uefa sta cercando mille soluzioni, ma non è facile non conoscendo i tempi. Neanche io li conosco e neanche un virologo. C’è sempre la preoccupazione del virus di ritorno. Bisogna sempre guardare l’esperienza altrui per programmare l’aspetto sanitario. Sono in contatto con la Cina e ho parlato con Cannavaro, c’è nuova preoccupazione per una ripartenza. Non è semplice debellarlo, non sarà facile neppure nei prossimi mesi”.

Gli asintomatici

“Abbiamo il pericolo degli asintomatici e spesso lo dimentichiamo. Il pericolo grosso sono loro, perché sono di più di quanto si pensi. Non ci sono solo giocatori, tutto lo staff dove lo mettiamo? A porte chiuse si muovono comunque un centinaio di persone, più i giornalisti. Oggi c’è paura di stare in due o tre, il rischio ci sarà sempre”.

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