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ESCLUSIVA LN Corsi: “E’ una Lazio da sogno, bisogna credere allo scudetto. Immobile? Può far di me ciò che vuole”

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INTERVISTA ESCLUSIVA GABRIELE CORSI LAZIO – Un “Amore in quarantena” e una vita da aquilotto sfegatato. Gabriele Corsi, volto sempre allegro del Trio Medusa, si prepara al ritorno su Rai Uno con un programma innovativo di Stand By Me, condotto proprio dall’artista e a cura di Davide Acampora, con la regia di Claudio Pisano. Cresciuto in una famiglia tutta a tinte biancocelesti, il presentatore ha raccontato in esclusiva ai nostri microfoni la sua lazialità.

Gabriele Corsi: “L’amore per la Lazio è un affare di famiglia”

“Sono da sempre tifoso della Lazio, la mia famiglia è tutta biancoceleste. Mio nonno era un fabbro, aveva la bottega a Rione Monti ed è stata una delle ultime officine a chiudere a Roma. Erano 17 fratelli, una cosa che lo ha sempre reso molto fiero tanto quanto la nostra Lazio. Quando gli chiedevo: “Nonno, perché tifi Lazio?”, lui rispondeva: “Sono nato nel 1911, e a quei tempi in città c’era solo la Lazio“.

La Lazialità di Gabriele Corsi

“Già da bambino andavo molto spesso allo stadio, con mio papà o con mio zio. Lo stadio Flaminio era la mia seconda casa. C’è stato un periodo nel quale, complice mia sorella che apparteneva agli “Eagles Supporters“, ero sempre presente, anche in trasferta. Sono stato a Napoli a vedere gli spareggi per la Serie C, ma addirittura a Monopoli a seguire una partita di Coppa Italia del Bari! Eh sì, ed è un ricordo fresco perché in questi giorni rimettendo a posto le varie cose in casa, mi sono ritrovato in mano una sciarpa dei biancorossi di Puglia. Noi laziali siamo gemellati con i baresi e io andai, quindicenne, con mia sorella, a vedere questa loro partita. Passando a tempi più recenti, posso dire con orgoglio che ho avuto il piacere di andare con mio figlio a vedere Lazio-Bologna all’Olimpico, l’ultimo match prima del lockdown”.

L’aneddoto a tinte biancocelesti

“Parlando di lazialità, non posso che tirare fuori un aneddoto. Come Trio Medusa siamo l’unico caso di due laziali (io e Furio Corsetti) e un romanista (Giorgio Daviddi), cosa rarissima come percentuale. Nel 1999 proposi alla mia fidanzata (poi diventata mia moglie, ndr) di andare a Londra. Un gesto molto romantico, fino a che non scoprì, una volta toccato il suolo inglese, che la nostra destinazione era in realtà Birmingham, teatro della storica finale di Coppa delle Coppe contro il Maiorca. E Furio era lì ad aspettarci con tre biglietti in mano”.

Dallo scudetto del 2000 al 26 maggio

“Giorgio è un romanista atipico, di calcio parliamo molto raramente. Il 26 maggio 2013 fu una giornata ricca di emozioni, ma in queste settimane rivivo più spesso i ricordi dello scudetto del 2000. Ero allo stadio, con Furio, in Distinti Sud. I tifosi ci avevano riconosciuto e fino alla fine della partita di Perugia ci imposero di rimanere al nostro posto. A dicembre poi, in occasione della festa di Natale della Lazio, ho avuto modo di conoscere Riccardo Cucchi, una delle persone migliori al mondo, elegante, colto e corretto”.

La Lazio di Simone Inzaghi

“Nella vita bisogna sempre puntare in grande, meglio fallire che non provarci. Il sogno scudetto è da coltivare, dobbiamo giocarcela fino alla fine. Come va, va. Senza rimpianti. Simone Inzaghi è l’artefice di questa meraviglia, ma la vera forza della Lazio è il gruppo. Nello spogliatoio si respira un’aria di famiglia. Lo si vede dalle immagini delle partite: quando c’è un gol i primi a correre ad abbracciare il marcatore sono i panchinari, c’è tanto affetto. I giocatori stanno in campo per la squadra, non per loro stessi. Questa Lazio ci fa divertire, ha un gioco accattivante e ora nessuno può negarlo”.

Il rapporto con Ciro Immobile

“La storia della Lazio è ricca di protagonisti. Giorgio Chinaglia è intoccabile, così come Fiorini. Ma potrei citare Salas, Ruben Sosa, o Almeyda che segna da fuoriclasse a Parma. Ma ti dico: Ciro Immobile, in questo momento, può fare di me ciò che vuole. Ho la sua maglia autografata, appesa al muro e in evidenza. Ho anche quella di Messi, ma non c’è paragone”.

Gabriele Corsi e il sogno di mercato

“Il calciomercato estivo lo lascio agli esperti. Io, da tifoso, spero non si rompano gli equilibri. Meglio un giocatore affidabile che non rovina il clima all’interno dello spogliatoio, che il fenomeno scalmanato. Pensiamo a Luis Alberto, era un sogno di mercato? Ora ci fa sognare”.

I progetti lavorativi di Gabriele Corsi

“Sabato non c’è il campionato, quindi vi invito tutti a seguire la prima puntata di “Amore in quarantena“, alle 15:00 su Rai Uno. E’ uno speciale in quattro puntate, un esperimento molto bello e toccante. Abbiamo chiesto alle persone di riprendersi nella quotidianità della loro vita e raccontarci le loro storie d’amore. Ognuno troverà un racconto in cui si ritroverà. Poi, da settembre, vi aspetto su Nove con le nuove puntate di “Deal With It“.

Intervista a cura di Marco Barbaliscia

1 Comment

1 Comments

  1. Francesco Maraschi

    28 Maggio 2020 15:08 at 15:08

    Bellissima intervista! Grande Gabriele, lazialotto come noi!

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