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ESCLUSIVA, Federica Buda: “Cantare sotto la Nord è come dire “Ti Amo” a una persona: non si può descrivere”

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Federica Buda canta allo Stadio Olimpico

Al microfono, in esclusiva, di Martino Cardani

La bravissima e gentilissima Federica Buda ha concesso a Lazionews.eu un’intervista esclusiva per raccontare e raccontarci il percorso che l’ha portata, alla fine, anche alla Lazio. La sua voce sa tingere lo Stadio Olimpico di colori e note straordinarie e, in sinergia con la Curva Nord, che ci invidia tutto il mondo, trasforma il prepartita biancoceleste in un’esperienza magica. Per noi, quanto per la stessa Federica. Ecco le sue parole, con le quali ripercorre la sua carriera, i suoi incontri con celebrità come Raffaella Carrà e Lorella Cuccarini e, ovviamente, il suo amore per la Lazio.

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Progetto senza titolo (12)
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Le parole di Federica Buda nell’ intervista esclusiva a Lazionews.eu

Federica Buda sulla sua carriera

“Nasco nel lontano 1992, sembro piccolina ma ho qualche annetto (ride, ndr). Ho sempre e costantemente studiato, circondarmi di arte, grazie ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuta in questo, anche se non era facile. Mi sono prefissata degli obiettivi già da piccola, impegnandomi e facendo tanta gavetta in Sicilia, studiando tantissimo canto e danza. Mi sono trasferita a Roma per studiare all’Accademia Internazionale del Musical per unire le discipline: canto, recitazione e danza. Da subito, avendo chiarissimi gli obiettivi e sapendo di dovermi fare strada da sola, mi sono rimboccata le maniche. Trasformare la passione in un lavoro è stato un gap, con studio e gavetta, che cerco di insegnare ai miei allievi: ogni palco è fondamentale, dai più piccoli a quelli più grandi”.

Progetto senza titolo (10)
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Federica Buda sulle esperienze TV

“Ho cercato di farmi strada con un po’ di TV che, se presa nel modo sano, porta tantissima visibilità, che mi serviva per entrare nell’ambiente lavorativo. E devo essere grata per essere stata notata da Raffaella Carrà, seconda edizione “The Voice of Italy”, abbastanza seguita, con Suor Cristina e un grandissimo riscontro di pubblico. L’insegnamento più grande è stato avere a che fare con la mia madrina musicale Raffaella, che mi ha insegnato tutto: da come stare sul palco, dalle banalità, alle piccole chicche che tengo custodite nel mio cuore. Si rivedeva in me, mi insegnava come stare. A “Forte forte forte” su Rai 1 mi fece tagliare i capelli come i suoi; “Tanti capelli, tanti segreti” dico io (ride, ndr), ma se Raffaella dice una cosa, la fai. Da lì è iniziata l’esperienza in teatro ed è fondamentale perché in TV non vedi il pubblico, anche se sono milioni”.

Federica Buda sul teatro

“Il teatro è un altro tipo di sensazione, quello tra l’altro per cui avevo studiato. “Footloose”, “Siddharta”, poi al Brancaccio per “La Regina di Ghiaccio” con Lorella Cuccarini e poi “Aladdin”, post Covid. Io non mi accontento, sono grata di quello che mi succede, ma cerco sempre quel pelino in più. Sono grata perché ci sono cantanti bravissimi nel mondo, bisogna capitare nel posto giusto al momento giusto. L’ultima esperienza televisiva intensa è stata “X Factor”, con due amici. Bellissima esperienza, ero più grande e matura. Conoscevo le dinamiche e l’ho vissuta come un’esperienza tranquilla. Saremmo potuti uscire in qualsiasi momento, ma ci sarebbe andato bene, ci interessava solo suonare. Siamo capitati nel cast con solo noi un po’ più energetici, altra coincidenza astrale. Il pubblico ci ha premiati e arrivammo secondi, facendo tutte le esibizioni possibili nel programma, hai coronato il tuo sogno e il tuo percorso. Poi il Covid è stata sfiga, ma noi siamo ancora amici e non escludiamo un ritorno”.

Progetto senza titolo (11)
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Federica Buda su Lorella Cuccarini

“Rapporto molto bello, è una professionista, non la conoscevo prima di lavorarci in teatro. Lei è una diva, la visione che ho di lei è come quella che ho di Carrà, Parisi, di queste grandi donne della TV che fanno tutto. Una persona iper-umile e stakanovista a livelli iper-estremi: prima che arrivava a teatro e ultima che se ne andava, faceva foto con tutti. Esempio di umiltà estrema. Un treno, davvero, fa paura, non si stanca mai. Sempre sul pezzo. Iper-professionale”.

Federica Buda sull’impegno dell’artista e dello sportivo

“Lo sportivo ha la disciplina del danzatore: il fisico va allenato con costanza e determinazione, senza sentire la fatica, andando oltre i limiti. Il cantante è più “passivo” e attraverso i talent sembra che lo studio non serva e ci si possa accontentare del proprio talento. Mi spiace che i ragazzi lo pensino, perché ci sono mille sfumature di colori e resistenza che puoi trovare, che tanti giovani non riescono a tenere, magari non portando a termine una tournée o una stagione. Esattamente come nello sport. Questo è quello che cerco di portare ai ragazzi, alle donne e agli uomini a cui insegno. Sei stanco? Continua! Devi essere stanco ma soddisfatto e se canticchi quando esci, vuol dire che ho trasmesso un po’ della passione. Trovo però la danza più simile alla determinazione e ai sacrifici dello sport”.

Federica Buda sulla Lazio

“Diventa emozionante perché i tifosi laziali che mi accettano. Fanno tutto loro, se io cantassi in uno stadio vuoto o che si disinteressa al momento…La mia performance va bene se la tifoseria pensa che vada bene, io faccio poco. Quando iniziano a cantare, mi viene da non cantare più e godermela, ho la tranquillità di stare sotto la Nord e godermela, lì sei un essere minuscolo e di poco conto. Le prime volte non mi permettevo di andare sotto la Nord poi, piano piano, mi ci sono avvicinata. Ho un rispetto così grande per la nostra tifoseria che il fatto che mi ascoltino è l’onore più grande e sono anche molto intonati! Facciamo invidia al mondo, i miei video sono andati virali, mi scrivono da ovunque, laziali e non. Questo è un brivido, l’Olimpico laziale è una magia che si crea se c’è sinergia tra chi canta e la tifoseria”.

Federica Buda sullo spettacolo

“Lo stadio è parte dello spettacolo e abbiamo le coreografie più belle del mondo. Essere parte di questo, con la curva ripartita tre volte a cantare “Giardini di Marzo”, mi sono emozionata contro la Juve, c’è uno spostamento di aria, di energia, io poi sono un essere minuscolo…Quell’energia mi sposta, di solito, ma con la Juve mi è entrata dentro l’anima, ero immobile a guardarli e sentirli e mi sono lasciata trascinare. E poi è partita la coreografia “Honor” ed è stato uno dei momenti che pensi che ti ricapiterà più. Ma ogni volta è un’emozione. Il massimo pubblico era stato per me al Forum di Assago, alla finale di “X Factor”, ma l’Olimpico è una cosa diversa. A novembre 2023, la prima volta che cantai, al derby, non so come sono riuscita ad andare lì (ride, ndr), nel ricordo di Gabriele Sandri, con la famiglia. Per un momento c’è stato il rispetto assoluto e quella roba è una cosa che capita pochissime volte, che è anche il bello tra tifoserie, lo sfottò, la rivalità…Invece quel momento fu solenne, anche con i tifosi della Roma, per il nostro tifoso scomparso. Ho pensato che non mi sarebbe mai capitato, mi sono stampata le foto. Stare sotto la Nord è tutto, è come dire ti amo a una persona che ami tantissimo, non ci sono parole per descriverlo, provo a farlo cantando, che è la cosa che mi viene meglio: davanti a un microfono, parlando, balbetto, mi vergogno, ma cantando no”.

Federica Buda sull’arrivo alla Lazio

“Riccardo Celletti, il nostro vocalist, voce incredibile, è un presentatore incredibile, speaker meraviglioso e lo stimo tantissimo. Mi scrisse per propormi questa cosa, con qualche dubbio. Avrebbe potuto capitare a qualcuno più importante di me, invece è successo. Il reparto creativo di marketing e comunicazione si è fidato di me e la volta successiva, in Lazio Juve del 2024, cantai per la prima volta “I Giardini di Marzo” nella solennità, guardando l’autorità della Nord, che per me è una calamita. Ho avuto il permesso di fare un passettino in più verso di loro e ora me la godo alla fine, la nostra tifoseria. Sono io che godo di loro, non il contrario. Piano piano, con rispetto. Io non sono nata laziale, ma la lazialità ti entra dentro anche per chi non è nato laziale. Non può fare a meno di farti pervadere da questa lazialità, non puoi togliertela di dosso. In più il mio fidanzato e mio cognato sono laziali e tutto gira intorno a questi splendidi colori”.

Federica Buda sul tifo per la Lazio

“Con il Bodo ero in Tevere, verso i distinti Nord-Est, un po’ in alto. Era stata una bella partita al cardiopalma. Al gol di Noslin mi hanno lanciata, ho avuto lividi sul ginocchio per tre settimane e ho dovuto spiegare che era il gol di Noslin. Vedendo i rigori, lì ho pensato che non avrei potuto farcela. Il mio ragazzo mi ha fatto guardare i rigori, ma ho guardato con un occhio aperto e uno chiuso, ho perso una corda vocale. Prima o poi la ritroverò”.

Federica Buda sulla lazialità

“Prima di essere artista per la Lazio sono una tifosa. Se non vado a cantare, compro i biglietti in Tevere e mi guardo la partita. Sto imparando e mi sto mettendo in pari con tante cose che mi sono persa degli anni passati, come lo Scudetto del 2000. Sto cercando di fare mio il mondo Lazio in tutto e per tutto. Vorrei che si sapesse che prima sono una tifosa. Anche se molti artisti non si sbilanciano, evitano di dire la squadra del cuore per evitare la squadra del cuore, io voglio dirlo, sono laziale. Il resto viene da sé. Spero di poter continuare con questa bellissima esperienza in campo, ma sono convinta che fino alla fine dei miei giorni andrò allo stadio a tifare. O, se sto lavorando, dal cellulare. Sarò sempre con la Lazio, per scelta”.

Federica Buda su “Giardini di Marzo”

“Se in futuro non dovessi cantarla sotto la Nord, la canterò sugli spalti”.

Martino Cardani

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