FOCUS | L’anno che ha cambiato il mondo, il calcio, la Lazio

Pubblicato 
mercoledì, 21/04/2021
Di
Arianna Botticelli
lazionews-stadio-olimpico-lazio-roma-spalti-vuoti-interno-vuoto
Tempo di lettura: 3 minuti

FOCUS CALCIO LAZIO SUPERLEGA - Da marzo dello scorso anno tutto è cambiato. Un’inimmaginabile pandemia ha colpito il mondo intero, gravando in un modo e nell’altro nelle vite di tutti e incidendo in tutti i settori della società. Nessun escluso, neanche il calcio, che da quel momento ha dovuto fare i conti con stadi chiusi, protocolli, Asl e soprattutto mancati introiti. Da quest’ultimo punto, in particolar modo, ha preso vita lo tsunami che nelle ultime ore ha investito il gioco: la Superlega. Percorriamo a ritroso le tappe di un processo deduttivo che dal Covid-19 si è sviluppato fino a tangere il pallone che rotola e la Lazio

L’inizio di tutto 

Immaginiamo di tornare per qualche istante al 29 febbraio 2020. Il Coronavirus cominciava a circolare nel Bel Paese, ma la prospettiva di un lockdown generalizzato e mesi di mascherine, gel igienizzanti e distanza interpersonale non era neanche lontanamente prevedibile. Se in quel preciso momento, intorno alle ore 14:00 avessimo intervistato un tifoso della Lazio in procinto di entrare all’Olimpico per la sfida al Bologna, la risposta sarebbe stata sognante, rivolta esclusivamente al biancoceleste che qualche ora dopo avrebbe colorato la prima posizione della classifica. Il risveglio dal sogno dei giorni successivi, tuttavia, fu brusco. Niente scudetto né campionato, ma soprattutto niente Lazio. La scienza ci spiegò che un virus terribile si era diffuso tra di noi e la socialità nel suo complesso doveva fermarsi, calcio compreso. La prima reazione fu di sconforto, seguita subito da un senso di incertezza e smarrimento. Con quali modalità il pallone sarebbe tornato a rotolare? I sogni che fino a quel momento il campo aveva espresso e alimentato sarebbero stati ancora perseguibili? Domande a cui nessuno, in quel momento, aveva risposta. 

Superlega, l’incertezza è un deja-vù 

La stessa sensazione di incertezza e smarrimento è tornata in questi giorni a far capolinea nella testa dei tifosi. I motivi sono diversi, certo, ma il futuro del calcio appare ancora una volta nebuloso. Nella notte tra domenica e lunedì dodici società europee si sono legate in una nuova competizione destinata a cambiare, in un modo o nell’altro, il futuro del gioco. Lo tsunami mediatico ed emozionale provocato dalla notizia ha rigettato lo sport più seguito al mondo nel buio più totale. Tra poche ore, ad esempio, la Serie A scenderà in campo e lo farà con l’ipotesi che una delle tre storiche grandi del Nord possa lasciare a breve il campionato. Esattamente come un anno fa, quando tuttavia le motivazioni erano ben altre, i risultati fuoriusciti dal terreno di gioco rischiano di essere bypassati, o, ancora peggio, sminuiti. 

Dal Covid alla Superlega, i debiti del calcio

La schematica dell’ultimo anno è fin troppo evidente. Stadi chiusi, popolazione in lockdown e introiti che diminuiscono sempre più: così il Covid ha toccato le casse delle società calcistiche. La pandemia ha avuto l’effetto di una bomba nei conti dei grandi club, ed è proprio qui che bisogna ricercare l’accelerazione impressa al progetto Superlega. La nuova competizione, stando al suo atto fondativo e programmatico, andrà ad alimentare le casse di tutte le partecipanti al di là del risultato sportivo. Il campo è, infatti, imprevedibile e i ricavi derivanti dagli obiettivi raggiunti non si possono programmare: è questo il nodo che le dodici fondatrici si erano preposte di superare attraverso un guadagno base alla sola iscrizione. Sì, ‘erano’ al passato, perché, stando alle notizie delle ultime ore sia le squadre inglesi che l'Inter ci avrebbero ripensato, costringendo la Superlega a emanare un comunicato ufficiale con il quale congelare le intenzioni.

Scommessa d’amore

Soldi, quindi, introiti e poi sì, verranno anche i miglioramenti. Ma l’amore? Torniamo a quel pomeriggio di fine febbraio 2020. L’Olimpico ribolliva d’amore. E certo, a chi non piacerebbe anche solo esser preso in considerazione tra le migliori squadre d’Europa per un qualsivoglia progetto, ma riguardando quelle immagini è possibile comprendere il tutto: il calcio è nato dall’amore e solo l’amore potrà tenerlo unito così, come lo conosciamo. Scommettiamo?

Daniele Izzo
Pubblicato il 21/04/2021

Non perdiamoci di vista, seguici!
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram