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FOCUS Neuer vs Reina: la sfida tra i pionieri del ruolo

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FOCUS FACCIA A FACCIA NEUER REINA – È tempo di Champions League. È tempo di LazioBayern Monaco. Un match attesissimo da entrambe le parti. I tedeschi hanno il compito di mantenere il titolo di Campioni d’Europa, mentre i biancocelesti sognano e sperano di poter far bene. Perché battere i detentori del titolo, o comunque tenergli testa, sarebbe una dimostrazione di fermezza e coraggio. Era l’ultima squadra che avrebbe voluto affrontare Simone Inzaghi, ma il destino così ha deciso. Ora spetta alla Lazio tenere il campo contro i giocatori di Hans Flick e provare a gonfiare la rete. Occhio però, perché i Die Roten, tra i pali, hanno Manuel Neuer. Sarà una sfida interessante sotto tutti i punti vista e Pepe Reina, ex Bayern, dovrà mostrare le sue capacità, finora impeccabili, dinanzi agli occhi del Nummer Eins tedesco.

Manuel Neuer, Nummer Eins

Sì, è vero. La Lazio martedì incontra il Bayern Monaco, la squadra più forte del mondo. Ha quel Robert Lewandowski che corre, dribbla e segna come se non ci fosse un domani. Ma senza Manuel Neuer dove si troverebbero ora i bavaresi? Già, perché se la squadra di Inzaghi deve temere qualcuno, è proprio del portiere migliore al mondo che si deve preoccupare. Definirlo come l’attuale miglior goalkeeper può sembrare sconsiderato ma la sua incredibile lista di riconoscimenti individuali e collettivi rendono questa affermazione ancora più forte: Neuer, Nummer Eins.

Ma come ha avuto inizio la sua spettacolare carriera?

Manuel era uno studente di prima classe che scendeva presto la mattina per fare i compiti, ma non quelli di scuola. Studiava ogni mossa del suo eroe, l’allora portiere dello Schalke04Jens Lehmann. La famiglia lo ha sempre supportato; il fratello Marcel lo teneva fuori dai guai a scuola: “Manuel non è un artista nato. Ogni tanto disegnavo i suoi compiti d’arte e glieli portavo in classe, dicendo: “Oh Manuel, avevi lasciato di nuovo i tuoi compiti d’arte a casa” “. E pensare che se il padre, Peter, non si fosse trasferito da Baden-Württemburg a Gelsenkirchen prima della sua nascita, Neuer non avrebbe mai potuto vedere il vecchio stadio dello Schalke04 dalla finestra della sua cameretta. Probabilmente non sarebbe scoccato l’amore per i Die Knappen e la sua carriera calcistica sarebbe andata in modo diverso. Invece, il 19 agosto 2006, quando il numero uno dello Schalke04, Frank Rost, si infortunò, il gigante tedesco all’età di 20 anni, indossò i guantoni e iniziò la sua scalata tra i migliori. In cinque stagioni nel club della sua città natale, Neuer si è trasformato da giovane promettente a Campione del Mondo e non ha perso tempo a farlo: Capitano del Bayern Monaco e della Germania. La sua bacheca piena di trofei parla chiaro: Manuel Neuer über alles.

Pepe Reina, el animador

Se si pensa a Pepe Reina le prime parole che vengono in mente sono carisma, forza e senso dell’umorismo. Ma lo spagnolo è molto di più: padre di una famiglia numerosissima, attore nel tempo libero e uomo d’affari. Dall’incontro fino ad arrivare al matrimonio con la sua amata Yolanda, la dinastia Reina non ha smesso di crescere: Sira, Thiago, Luca, Grecia e Alma, i cinque figli di Pepe e sua moglie. A differenza di Manuel Neuer, la carriera calcistica del portiere è stata influenzata dal padre: Miguel Reina, ex portiere. Lui il supporto principale per realizzare il suo sogno. Gli ha insegnato tutto il necessario per entrare tra i migliori, ma non solo tatticamente. Lo spirito e il carattere di Pepe, soprattutto durante la sua permanenza nella Nazionale spagnola, gli hanno affibbiato il titolo di “cheerleader” della squadra. Il suo carisma ha contribuito anche alla partecipazione di varie campagne pubblicitarie. È stato protagonista di una pubblicità di Seguros Groupama, con lo slogan “Mi sento al sicuro” e ha partecipato al cortometraggio Invictus, il corriere di César, diretto da Javier Fesser, dove fa la parte di un messaggero per l’Impero Romano. 15 minuti pieni di umorismo.

Quel pizzico di “Pepe” in più

Forse Reina era quel pizzico in più di “Pepe” che serviva alla Lazio. Il gruppo c’era, serviva solo uno showman. L’animador de la fiesta che si fa sentire dalla linea di fondo campo e che incoraggia i compagni dopo un gol subito. Forse serviva quella qualità in più in fase di distribuzione o il suo gioco con i piedi, un po’ alla Neuer…ma non troppo. È stato un processo rapido: dall’arrivo a Roma e l’esordio con “La Bamba” fino a quegli interventi provvidenziali che hanno salvato più volte il risultato. Martedì sarà fondamentale continuare con questo spirito, soprattutto perché dall’altra parte del campo c’è Manuel che, per un anno a Monaco di Baviera, lo ha oscurato, facendogli scaldare la panchina.

Francesca D’Amato

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