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ITALIA. CONTE: “CANDREVA ha capito cosa voglio dagli esterni e ne ha tratto beneficio”

Chiusa e archiviata la sesta giornata di campionato con la discussa sfida tra Juve e Roma e i posticipi di Inter e Napoli, è tempo di Nazionale, con l’Italia impegnata contro Azerbaijan e Malta…

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ITALIA – Chiusa e archiviata la sesta giornata di campionato con la discussa sfida tra Juve e Roma e i posticipi di Inter e Napoli, è tempo di Nazionale, con l’Italia impegnata contro Azerbaijan e Malta per le qualificazioni a Euro 2016 e oggi il ct azzurro Antonio CONTE è intervenuto in conferenza stampa partendo proprio dal big match di ieri allo ‘Juventus Stadium’.

Antonio, ieri sera hai visto la partita a casa in tv: giudizio su quello che è successo e su Francesco Totti?
«Guardate, per quel che riguarda me e i calciatori. Quando si arriva in Nazionale si parla solo di Nazionale. Io ho già dato… Continuerò a fare questo. Su domande sul campionato risponderò quando non c’è il campionato. La parantesi campionato si chiude con l’ultima partita, ora se ne apre un’altra. Molto importante perché ci sono due partite di qualificazione per l’Europeo».

Ma che clima c’è nel calcio italiano?
«Cercheremo di rasserenare il clima con la Nazionale, visto che non è sereno. Adesso ci sono due partite importanti e bisogna avere la forza di concentrarci su due impegni che per noi sono la vita».

Quanto sei contento di essere l’allenatore della Nazionale in questo momento?
«Ma io sono sempre contento, fin dal 18 agosto. Ho detto che sono entrato in un top club ed è un grande orgoglio a prescindere».

E in più adesso sei fuori dalla mischia? (ride)
«Ma no, sono contentissimo di quello che sto facendo».

De Rossi, Pirlo, Verratti chi si deve adattare se saranno tutti disponibili?
«Vediamo: ho in testa un calcio in cui servono determinate caratteristiche per determinati ruoli. Ne giocherà uno: può capitare durante la partita che durante una partita se c’è bisogno di più possesso posso cambiare, ma gli interni devono essere di gamba e di inserimento».

Zaza ha sentito il peso delle responsabilità e si è un pochino perso?
«Io penso che non sia cambiato niente per Simone, nel senso che nel momento in cui è venuto in Nazionale, ha fatto bene e ha fatto gol si tende a esaltare. L’abbiamo seguito in queste giornate e non ha mai fatto mancare l’impegno. Se poi si pensa che lui possa fare trenta gol e risolvere tutti i problemi del Sassuolo siamo lontani anni luce dalla verità, magari fa gol in Nazionale e direte che è un giocatore di campionato».

Rapporti interni fra giocatori possono essere compromessi dai veleni del campionato?
«Durante la battaglia ognuno porta la sua bandiera, poi quando si arriva nel club Italia si rappresenta tutta la Nazione, si torna amici e compagni della stessa squadra. Si ha la stessa unità di intenti. Sarà così come è sempre stato nel passato. E’ inevitabile che quando ci si gioca contro… Io stesso potevo essere amicissimo con un avversario, ma nei novanta minuti diventava un nemico da battere. Poi in Nazionale si era sotto un’unica bandiera e si rappresenta un Paese che, ricordiamolo, è in un momento di difficoltà. E secondo me questo deve valere non solo per i calciatori, ma anche delle tifoserie. Farò di tutto perché questo avvenga e farò di tutto per evitare che si crei un clima poco sereno».

Hai abbondanza di registi, ma come hai trovato Marchisio in quella posizione?
«Abbondanza… beh, intanto ci sta capitando di tutto: De Rossi è infortunato, Verratti ha preso un brutto colpo alla caviglia, Pirlo ha giocato ieri dopo tanto tempo. Vediamo adesso c’è Thiago, ma al limite se Verratti non ce la fa posso chiamare Andrea Pirlo».

Sei sereno oltre che contento?
«Sono nella condizione migliore psicofisica per fare l’allenatore della Nazionale».

Com’è avvenuto il riavvicinamento di Pirlo alla Nazionale?
«Ci siamo parlati e mi ha dato tutta la sua disponibilità sotto ogni punti di vista, anche per far crescere Verratti. Per me andare a chiamare lui è una cosa normale e naturale. Mi è piaciuta moltissimo la sua grande disponibilità: vuole portare la sua esperienza da calciatore e umana».

Puoi ridare credibilità al calcio italiano?
«La mia missione è portare la nazionale a giocare un bel calcio, possibilmente con la mentalità vincente. Il mese scorso sono rimasto colpito in modo favorevole: mi auguro che ci sia anche questo mese. Ma sono contento, vedo che c’è un gruppo che ha voglia».

Da fuori dicono che il calcio italiano sta crollando…
«Beh, non mi sembra che sia in crollo. In Europa lo stanno dimostrando i club: siamo un calcio in crescita, in ripresa. E come Nazionale dobbiamo dimostrare questo».

Ti sei sentito infastidito dalle parole di Totti da ex juventino?
«No, oggi io sono l’allenatore della Nazionale. Sono al di sopra e guardo. Dovesse dirmi qualcosa o qualcuno sulla Nazionale non mi tiro indietro a fare battaglia dialettica».

Hai già parlato alla squadra a proposito delle polemiche?
«L’avevo detto già l’altra volta: che sia chiaro ragazzi, qui il campionato resta fuori, con tutti i suoi pensieri e le sue polemiche. Qui si rappresenta la bandiera».

Che tipo di esterni sta studiando?
«Ribadisco sempre il concetto: è importante la posizione che assumono i due esterni, se la posizione di ala la occupano due terzini di ruolo non importa. A me serve qualcuno che faccia la doppia fase: Candreva ha capito cosa voglio da quel ruolo e ne ha tratto beneficio sotto questo punto di vista. Sugli esterni è inevitabile che cambierò molto fra la prima e la seconda, perché c’è poco tempo per recuperare»

Hai visto in questi primi due mesi in Italia un gioco più offensivo e propositivo che possa dare una mano alla Nazionale?
«Basta guardare i risultati: ogni anno nel girone d’andato troviamo le squadre più “leggere” dal punto di vista tattico, perché nel girone d’andata tutti provano a vincere le partite e quindi vedi calcio divertente. Dopo inizi a vedere qualcosa di diverso e ci si irrigidisce e ci si predispone all’aspetto difensivo. Finora abbiamo visto partite divertenti: tanti gol e bel gioco. Guardo le partite non dal punto di vista tattico, ma guardando i calciatori, per trovarne di adatti al nostro sistema di gioco».

Chiariti i problemi con la Juventus per Chiellini di un mese fa?
«Non c’era niente da chiarire. Chiellini è qua e che sta bene, facendo gli scongiuri. L’altra volta era infortunato».

Perché Pellè in questo momento?
«Rappresenta quello che ho detto fin dall’inizio: la meritocrazia. E’ un giocatore che negli ultimi due anni ha un media altissima di gol. Ora è in un campionato più competitivo rispetto all’Olanda e sta diventando protagonista con il Southampton. Noi guardiamo tutti e da parte mia c’è la curiosità di vederli da vicino. credo che Pellè se la sia meritata la convocazione e credo che sia un messaggio a tutti: a chi fa bene viene concessa la possibilità».

Sorpresa Rugani?
«E’ cresciuto tanto con l’Empoli e questo è un segnale per i giocatori dell’Under: siamo qua, aperti per vedere delle belle novità».

Fa un po’ tristezza l’atteggiamento di Balotelli?
«Ha iniziato un percorso nuovo. Diamo tempo a Balotelli di integrarsi nel nuovo campionato, lo stiamo seguendo, così come tutti quelli che giocano all’estero. Io faccio delle convocazioni, non delle esclusioni: è bene diverso».

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