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Lazio Club San Lorenzo: “32 anni accanto ai biancocelesti”

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Il tifo è il cuore pulsante del calcio e la Lazio non fa eccezione. I tifosi biancocelesti si definiscono passionali e temprati. In tal senso, Franco Stella, presidente del Lazio Club San Lorenzo, assieme ai soci non fa mai mancare il proprio affetto e vicinanza ai propri beniamini. Di seguito l’intervista in esclusiva, realizzata dalla redazione di Lazionews.eu.

Com’è nato il Lazio Club San Lorenzo

“Noi nasciamo 32 anni fa, 8 marzo 1993 con l’arrivo di Beppe Signori e la Lazio che rinasce dopo un periodo buio. Abbiamo sfruttato quel momento e siamo ripartiti da questo giocatore che ha ridato entusiasmo a tutto l’ambiente dopo qualche anno di Serie B. L’arrivo di Beppe Signori ha segnato quindi la nascita del nostro fan club. Noi siamo il Lazio club San Lorenzo e si dice che questo quartiere sia per buona parte romanista, il che non è assolutamente vero e abbiamo voluto radunare tutti i laziali del quartiere e dintorni ed alla fine non eravamo nemmeno così pochi. Noi tifosi più veraci abbiamo raccolto sia i miei coetanei che anche i più giovani per far sì che anche loro coltivassero la fede biancoceleste. Se si è creata quindi una vera condivisione del tifo? Sì, certo! Siamo anche andati nelle scuole nei centri della parrocchia per cercare di svegliarli soprattutto. Quello era un momento piuttosto complicato, calcisticamente parlando. Invece questa iniziativa ha ridato entusiasmo. Ora si è creato un bel progetto che viene tramandato in padre in figlio”.

L’organizzazione delle partite del Lazio Club

“C’è stato il boom nel periodo dello scudetto dove abbiamo superato quota cento, all’epoca la Lazio era stellare. Ora non ti dico che sia diminuito l’entusiasmo ma in questo momento all’incirca 70 soci. Siamo quelli veri. In 50 siamo abbonati e seguiamo la Lazio ovunque. In casa, neanche a dirlo ma siamo sempre al seguito biancoceleste anche in trasferta, tanto in Italia, quanto in Europa. Non la lasciamo mai sola”.

Come è stato vissuto il momento europeo magico della Lazio

“All’inizio siamo rimasti anche abbastanza sorpresi perché non eravamo abituati a vedere la Lazio essere così competitiva in Europa. Soprattutto per quanto riguarda le trasferte europee, io ne ho viste tante, credo tutto e lontano dall’Olimpico non aveva mai primeggiato in questo contesto. Vederla vincere ogni volta è stato un sogno quest’anno. Quella di Glasgow è stata una trasferta stupenda. Contro il Celtic è stato meraviglioso vincerla all’ultimo. Pedro ha fatto gol proprio sotto il nostro settore e non è spiegabile a parola la gioia che ci ha dato”.

Progetto senza titolo (4)

Cosa aspettarsi dalla seconda parte di stagione sia in Europa League che in campionato

“Credo che il mercato di gennaio, seppur contenuto, abbia rinforzato la rosa. Io ritengo la sessione invernale positiva. Lotito non è noto per puntare sulla finestra di calciomercato invernale. Quest’anno ne sono arrivati tre e peraltro tutti giovani. È stato fatto il massimo per le nostre potenzialità. Sarà complicato lottare per questo quarto posto. La Juventus si è rifatta sotto però ecco ad inizio stagione nessuno pensava che la Lazio potesse essere lì a lottare per giocarsi la Champions League la prossima stagione. Io personalmente punterei di più all’Europa. Ora dobbiamo giocarci gli ottavi che sono alla nostra portata (contro il Viktoria Plzen), poi la battaglia credo si farà più dura dai quarti in poi”.

Sull’operato di Baroni

“Io personalmente l’ho accolto con molta curiosità e simpatia. Sarri è stato un ottimo allenatore per la Lazio ma quando è arrivato tre anni fa ci eravamo tutti un po’ illusi che fosse lui il profilo giusto per fare il salto di qualità. In parte mi ha deluso ma soprattutto l’anno scorso era palese che la squadra non lo seguisse e non credesse più in lui. Ricordo delle partite piuttosto brutte. Onestamente mi auguravo che lasciasse dopo quel Salernitana-Lazio, quando perdemmo a Salerno 2-1 in una partita assurda. Baroni l’ho invece accolto con molta curiosità e simpatia. È una persona seria con molto entusiasmo dato che questa è la sua prima grande occasione per allenare una squadra di un certo livello e si era comportato bene anche in altri contesti. Basti pensare a ciò che ha fatto a Verona. È un uomo capace di comunicare in modo efficace con i giocatori e questo metodo funziona. Mi ricorda molto Maestrelli in termini di approccio. Anche lui era arrivato in una Lazio che era in Serie B ed ha preso il comando della brigata che poi è diventata appunto famosissima. Il connubio che era stato creato con questi ragazzi ha portato ad ottenere risultati storici. Io ho un ricordo limpido di quegli anni. Avevo circa vent’anni quando ha fatto quelle stagioni strepitose dalla cadetteria allo scudetto. Eravamo tutti increduli”.

I progetti futuri

“A fine marzo festeggiamo i 32 anni del Lazio Club San Lorenzo. Come ogni anno organizziamo una festa di compleanno ed invitiamo il figlio di Tommaso Maestrelli, Massimo, i nostri amici che poi diventano simpatizzanti. Saranno presenti anche Delio Rossi, Riccardo Cucchi e tutti quelli della squadra della stagione 1973/1974 quali Giancarlo Oddi, Franco Nanni ed altri. Qui ognuno ricorda la vecchia Lazio con il nuovo che sta arrivando”.

Riproduzione riservata – @Lazionews.eu

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