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Lazio Club Toscana: “Una passione in trasferta che dura da una vita”

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Lazio Club Toscana

Il tifo per la Lazio non si limita ai confini regionali. I colori biancocelesti hanno tifosi ed appassionati in tutta Italia. Ne è un esempio il Lazio Club Toscana che supporta i propri beniamini lontano dall’Olimpico e vive perennemente in trasferta. Questa lontananza rende tutto più vivo e passionale. Ci racconta di questa passione lunga una vita il presidente Maurizio Zini.

Gli albori del Lazio Club Toscana

“Nasce l’anno nel 1999, quindi la stagione dello scudetto di Eriksson, da un gruppo di persone nate in parte nel Lazio ed in parte toscane ma di fede biancoceleste. Non si direbbe ma in Toscana sono davvero tanti coloro che tifano Lazio. All’epoca c’erano due tv a pagamento che trasmettevano i match  di Serie A e ci avevano dato in comodo d’usa una stanza in un albergo in provincia di Pisa per vedere le partite. Quello era un luogo centrale per molti tifosi e noi avevamo messo un decoder e ci trovavamo lì per vedere la Lazio tutti insieme. Quella è stata quindi la prima sede. Tutto è nato per aggregare i laziali sparsi nelle varie province toscane. Oggi, grazie alla tecnologia, abbiamo la nostra chat che è molto attiva e tramite la quale riusciamo a coprire il territorio. Non solo, previo consenso degli altri associati, ci sono persone fuori regione che si sono volute unire. Lo dico spesso, per noi, abitando lontano da Roma, ogni partita è una trasferta e quindi abbiamo numerosi soci che seguono il club sia nella capitale che in giro per l’Italia”.

L’organizzazione partite

“Noi cerchiamo di seguire la Lazio ovunque. Ci sono alcuni soci che seguono la squadra già dal ritiro di Auronzo, è una tradizione storica che cerchiamo di portare avanti e questo lo facciamo da anni. In tal senso, c’è anche un aneddoto divertente. Qualche anno fa c’era un mio amico che faceva l’assistente, seguiva la squadra con la bicicletta, ed un giocatore gli ha persino chiesto un passaggio una volta. Questi sono gli episodi divertenti che si portano nel cuore. Noi ci siamo fatti carico di portare la lazialità nei vari ambiti della Toscana. Io sono fondatore e  promotore di un progetto che si chiama “Aquile Toscane” che serve per far conoscere il mondo biancoceleste. Tramite la collaborazione di una squadra del luogo ed il presidente Lotito, mi ero occupato di creare il centro regionale della Lazio, nello specifico in provincia di Pisa.

Maurizio Zini, presidente Lazio Club Toscana, e Claudio Lotito
@Lazionews.eu

Da lì sono partito con lo svolgimento della Coppa dell’amicizia tosco-laziale con la possibilità di avere fatto due finali allo Stadio Olimpico di Roma prima di Lazio-Reggina e Lazio-Palermo, iniziativa patrocinata dai vari enti regionali. Questa è la storia di una vita che si affianca e va di pari passo ad una passione calcistica. Ti racconto questo aneddoto. Mia moglie aveva piantato in giardino dei fiori giallorossi e dopo essere sbocciati, non hanno avuto vita particolarmente lunga. Io sono giornalista e questo mi ha dato l’opportunità di seguire ulteriormente la squadra. La più grande soddisfazione in tal senso è stata portare la Supercoppa Europea, quella vinta contro la Juventus, assieme a Maurizio Manzini. Grazie al mio ruolo nel giornalismo, sono nel team per quanto riguarda la comunicazione del Trofeo Maestrelli che ha avuto luogo il 18 marzo. Il nostro club è dedicato a Gabriele Sandri, con il consenso dei familiari e del consiglio direttivo”. 

La mia storia da tifoso della Lazio

“Io sono nato a Roma nel 1963, mio papà si è trasferito in Toscana nel 1962 ed in seguito mi sono spostato anch’io. Ho avuto uno zio che ha giocato nelle giovanili della Lazio, ovvero Fabrizio Zini. In casa mia era possibile trovare tifosi di ogni squadra ma nel 1977 sono andato in collegio a Roma e da quel giorno dove c’era la Lazio, c’ero anch’io. Ora, come in passato, sono sempre vicino alla squadra dalla Toscana). Ho fatto due mandati da dieci anni dell’ AILC (Associazione Italiana Lazio Club) e questo è il secondo in qualità di dirigente nazionale. Questa è però l’attualità.

Copertina Guerin Sportivo
Copertina Guerin Sportivo

Io sono partito quattordicenne dalla curva ma in occasione della vittoria dello scudetto del 2000 sono stato immortalato sulla copertina del Guerin Sportivo e quella foto è finita poi sui vari giornali sportivi in giro per il mondo. In quell’immagine ci siamo io Eriksson e Cragnotti. È stato un premio alla passione della mia vita. Solo chi c’era quel 14 maggio può capire l’emozione di quel momento. E soprattutto l’attesa. Sono 25 anni da allora.

Maurizio Zini con Pavel Nedved
@Lazionews.eu

Su Baroni

“È un allenatore che aveva poco credito a Roma, invece si sta rivelando capace, valido e nonostante non abbia giocatori di prima fascia, sta mettendo in scena un bel calcio. Sta facendo fare bella figura alla Lazio anche in ambito europeo. Ci tengo però a dire al mister che lo aspettiamo ad Empoli. Per noi il derby non è solo con la Roma ma anche contro le squadre toscane. Baroni ha creato un gruppo. Quando vedi i ragazzi che vanno sotto la curva ed esultano tutti insieme e si divertono, vedi proprio la forza del collettivo. Plauso quindi al tecnico ma anche a tutto lo staff. Lo stesso massaggiatore oppure il magazziniere sono ruoli importanti e lui è riuscito a creare una coesione globale, unendo le varie sinergie”.

Sul finale di stagione

“Io mi aspetto ciò che sogna ogni tifoso laziale. Giochiamo una partita dopo l’altra e vediamo come va. Vedendo l’impatto che la Lazio ha avuto sul campionato, ci aspettavamo di vedere questi risultati anche in Europa. Ciò che ha stupito è stata la forza del gruppo, spesso la vittoria quest’anno è arrivata grazie a quello. Ciò mi ricorda quello che accadde con Eugenio Fascetti in panchina, ovviamente con dinamiche diverse, che tanti tifosi come me hanno vissuto in prima persona. I biancocelesti  erano stati puniti con una penalizzazione di nove punti ma la forza del collettivo ha permesso alla squadra di salvarsi. Quest’ultimo disse alla squadra “chi non se la sente, può anche andare via”. Questi sono allenatori, tra l’altro toscano pure lui. Tanti tecnici provenienti dalla Toscana hanno una visione del calcio vincente”.

Su Giorgio Chinaglia

“Il numero nove della Lazio Che ha vinto lo scudetto nel 1974 è stato uno dei miei idoli”.

Riproduzione riservata – @Lazionews.eu

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