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Le voci dal Convegno della Lazio contro Bullismo e Cyberbullismo: Abodi, Onorato, Gualtieri, Lotito, Fabiani e tanti altri

Dal nostro inviato – Claudio Troilo
La Lazio scende in campo contro il bullismo e il cyberbullismo. Nella giornata di oggi, martedì 3 giugno 2025, dalle ore 9:30, presso la Sala Conferenze dello Stadio Olimpico, va in scena il il primo convegno dedicato a questi temi dal titolo: “Bullismo e Cyberbullismo nella scuola e nello sport: come prevenire ed arginare il fenomeno”. Noi di Lazionews.eu siamo lì per voi e ve lo racconteremo in diretta LIVE, passo dopo passo.
Tra i relatori ci saranno il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il Presidente della Lazio Claudio Lotito, il Prefetto di Roma Lamberto Giannini, la Presidentessa della Fondazione S.S. Lazio Mezzaroma e l’assessore al Comune di Roma Capitale Alessandro Onorato.
Leggi anche: La Lazio contro bullismo e cyberbullismo: il comunicato del club
Il convegno dedicato a bullismo e cyberbullismo: il racconto in diretta LIVE
Presenti in sala il Presidente della regione Lazio Francesco Rocca e la Presidentessa della Fondazione S.S. Lazio Cristina Mezzaroma. Sul milione di ragazzi attenzionati, tra i 25 e i 19 anni, il 47% dei ragazzi è stato vittima di episodi di violenza, il 37% artefice e il 23% sia artefice che vittima. Se nel triennio 2021/2023 era più le ragazze a segnalare bullismo, ora sono più i ragazzi.
Gli interventi dei relatori
CRISTINA MEZZAROMA – La presidentessa della Fondazione S.S. Lazio legge un pensiero da lei scritto sul tema della violenza, del bullismo e del cyberbullismo. “Educare è una responsabilità che ci riguarda da vicino e nessuno può chimarsene fuori. Perché la Lazio Calcio? Perché lo sport può lanciare un segnale forte, credibile e concreto, senza retorica e demagogia. La cultura del rispetto non è un traguardo ma un cammino comune”.
FRANCESCO ROCCA (Presidente Regione Lazio) – “Bisogna scoprire l’altro, capirne la bellezza e l’unicità. Io sento in questa mia veste tutto il nostro fallimento, tutto quello che noi istituzioni avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto. L’elemento di divisione è il male della nostra società, noi per primi siamo bulli verso gli altri. Noi per primi dobbiamo educarci a scoprire nell’altro la sua autenticità.
Le parole fanno più male di un osso rotto. Chi ha vissuto, poi, può replicare e a sua volta ripetere un atto di violenza. Bisogna tenere insieme tutte le parti sociali, civili e religiose. Non do lezioni di bullismo perché noi adulti siamo i primi che dobbiamo cercare di essere meno bulli e violenti, anche verbalmente. Questa è un’iniziativa importante; per concludere lasciatemi fare una battuta…a Roma come laziale mi sento un po’ bullizzato”.
SAMANTHA BERNARDI (Presidentessa Breaking the Silence) – “L’odio non è virtuale, e non è virtuale neanche il dolore e la sofferenza. Bullismo e cyberbullismo sono fenomeni ad ampio spettro e per questo dobbiamo essere uniti e combattere tutti assieme. Dobbiamo segnalare, denunciare, e non solo la violenza fisica ma anche quella psicologica e verbale. Ancora i riti di iniziazione, la violenza economica, di genere ma anche il doping imposto. Tutti insieme dobbiamo agire verso un’unica direzione per raggiungere un unico obiettivo: creare una rete di protezione importante”.
Nel corso dei lavori, hanno relazionato anche Alessandra Belardini (Polizia Postale), il Colonnello dei Carabinieri Barbare Vitale l’Avvocata Silvia Morescanti.
Alle ore 11:00 termina il primo blocco della prima parte del Convegno.
Alle ore 11:25 riprendono i lavori.
CLAUDIO LOTITO – “Quando divenni presidente della Lazio volevo un calcio didascalico e moralizzatore, nel senso che fosse portatore di messaggi positivi ed esempi virtuosi. Bisogna insegnare ai giovani, attraverso un processo di formazione che passi anche per l’autorità ecclesiastica ed è per questo motivo che sto erigendo una chiesa a Formello.
Questa è un’occasione importante per far capire come nascono queste iniziative. Tutte queste agenzie di formazione sono crollate e ora i ragazzi si formano soltanto attraverso i telefoni cellulari. Si confonde il virtuale con la realtà; sto organizzando un disegno di legge che vada anche a reprimere questi fenomeni. Quando presi la Lazio, ero già convinto all’epoca che il calcio doveva agire verso questa direzione. Nel club c’è anche uno psicologo, figura da me fortemente voluta, e questo perché eventuali disagi vanno affrontati con un’azione congiunta.
Dobbiamo fare emergere con forza il valore della squadra e dell’aiuto reciproco. Si vince tutti assieme, e si perde tutti assieme. Non esiste più il ruolo della famiglia. Noi dobbiamo prima formare i ragazzi facendogli capire che il valore della persona è sopra qualsiasi cosa. Devi essere te stesso, stop. Noi ci siamo prefissi di portare avanti questa battaglia per eliminare questi fenomeni e per fare leggi dure, che reprimano certi fenomeni. Noi come Lazio ci batteremo sempre per questo”.
ANDREA ABODI (Ministro dello Sport e dei Giovani) – Abbiamo diritto alle emozioni e alla fragilità, alla sconfitta e di non essere tutti numeri uno e fenomeni. Abbiamo diritto di aiutare le persone in difficoltà. Ringrazio la Lazio per questo convegno, spero possa essere d’esempio. Mi auguro che anche la Roma riprenda il suo progetto che ha lasciato andare. Bisogna saper ascoltare i genitori, gli insegnanti e gli allenatori. Sono tutti educatori. Non tutti abbiamo questa dote e questa attenzione, siamo distratti.
Queste cose le hai dentro e puoi allenarle, quando si fanno le selezioni per ricoprire certi ruoli bisognerebbe individuare anche queste caratteristiche che non sono secondarie. Chi ricopre questi ruoli ha una responsabilità enorme. Il nostro compito si consacra se entriamo in sintonia con i vostri bisogni, esigenze e aspirazioni. Non c’è cosa peggiore, dopo che ti è stata attribuita una responsabilità pubblica, di non chiudere il mandato.
Il valore principale che lo sport insegna è il rispetto, dentro questo concetto c’è tutto. Quando c’è rispetto non c’è sopraffazione, non c’è violenza. Violenza negli stadi? Anche nello stadio ci sono forme di bullismo, la volontà è di pochi che vanno contro la maggioranza dei tifosi. Bisogna rendere gli stadi a dimensione umana, che inducano a comportamenti corretti. Quando uno manca di rispetto a un altro, deve uscire dallo stadio. Stiamo cercando di riaffermare il senso del rispetto.
Non abbiamo bisogno di chissà che stadi, ma stadi liberi, luoghi di civiltà. A me non piacciono i giudizi sommari, le responsabilità collettive. Stiamo lavorando tutti insieme per questo obiettivo. Ho molta fiducia nei tifosi della Curva, sono convinto che lì ci sia passione senso di libertà. Peccato che ci sono anche dei delinquenti che hanno cercato di condizionare la vita della moltitudine. Stiamo cercando di individuare le responsabilità per non condizionare tutti gli altri”.
ROBERTO GUALTIERI (Sindaco di Roma) – “Grazie al presidente Lotito, alla fondazione e alla polisportiva per questo convegno. Questa è una battaglia che si può vincere solo se tutti fanno la loro parte, facendo soprattutto un lavoro di prevenzione. Noi come Roma Capitale abbiamo varato dei programmi per tantissime scuole che potranno realizzare attività culturali e di approfondimento per contrastare questo fenomeno. È importante essere insieme e il fatto che una società sportiva così blasonata e importante come la Lazio faccia questo, per noi è importante. Chi fa sport, fatto di valori sani e importantissimi, se li trasmette ha una marcia in più, queste iniziative aiutano molto, perché certi messaggi se dati da certi soggetti sono un aiuto in più”.
ALESSANDRO ONORATO (Assessore Grandi Eventi, Sport, Turismo Comune di Roma) – “Questa è un’iniziativa preziosa. Dicono che i giovani di oggi siano peggiori di quelli di ieri, invece credo che ora i ragazzi si trovano ad affrontare delle sfide difficilissime. Guardando anche a cosa scrivono oggi gli adulti sui social, questo è un elemento drammatico da non sottovalutare. Noi in passato non avevamo questo problema, il fenomeno del bullismo era relegato a scuola. Oggi il problema è serio, comincio a essere preoccupato anche per le mie bambine. La famiglia in queste situazioni è fondamentale. Faccio i complimenti alla Lazio, non so quante società hanno avuto il coraggio di rompere il rapporto con tifoserie violente e fare campagne contro ogni forma di discriminazione. Siamo contenti perché è la squadra della nostra città”.
Termina la prima parte del convegno – ore 13:15
Comincia la seconda parte del convegno – ore 14:30
GIANLUCA GRASSADONIA (Allenatore Lazio Women) – Questi sono temi che condividiamo ongi giorno. La Lazio è una famiglia, so quanto la dottoressa Cristina Mezzaroma tenga a queste vicende. Ho la fortuna di essere al 38esimo anno di professionismo, tra calciatore e allenatore. Da tre anni sto nel mondo femminile, è un’esperienza bellissima. Avendo allenato tutti, questi confronti e dialoghi sono fondamentali e importanti. Per me quello che conta è il continuo confronto con la rosa in tutte quelle che sono le dinamiche quotidiane.
Non possiamo seguire tutto, ma dobbiamo capire i momenti. Anche nella gestione dei gruppi bisogna evitare che possa passare qualcosa che sia difficile da riprendere. Sono fortunato anche ad avere uno staff che mi supporta tanto. Non nego che nel corso delle mie esperienze ci sono stati casi che potevano sfociare nel bullismo. Bisogna aiutare i più deboli, non tralasciamo nessuno, in particolare chi ne ha più bisogno. Le donne sono sempre più avanti degli uomini, è molto più difficile la gestione di un gruppo femminile rispetto al maschile.
Le donne sono più vere e dirette, l’uomo è più subdolo. Da questo punto di vista penso sia più difficile della gestione del calcio maschile, le donne hanno un’energia diversa. Qualche ragazza che voleva prevaricare verso una compagna che magari caratterialmente era più debole, in precedenza ho ringraziato il mio staff perché grazie a un gioco di squadra siamo riusciti a individuare la dinamica e a stopparla prima che potesse diventare qualcosa di più grave”.
ANGELO FABIANI (Direttore Sportivo Lazio) – “L’argomento è molto più profondo di argomenti lodevoli che ho sentito e merita la massima attenzione. Voglio salutare i ragazzi che sono venuti e ringraziare chi ha voluto fortemente questa giornata, non la ringrazio per avermi invitato perché ne avrei fatto a meno. Io vedo molte forze dell’ordine a cui farei un applauso perché nella quotidianità e nella normalità ci si dimentica che esistono, loro sono sempre pronti a accoglierci e a starci a sentire a risolvere i nostri problemi. La cosa che mi ha colpito di oggi, avendo una bimba di 14 anni, è aver sentito questi tre ragazzi che hanno dovuto lasciare la scuola.
È una sconfitta per la nostra società, per tutti. Si sono dovuti privare di una scuola per andare altrove e grazie alla dottoressa Pini hanno trovato un nuovo stimolo, ma nessuno ha pensato di andare dai genitori che facevano parte della scuole e chiedergli come mai i loro figli si sono comportati in maniera indegna. Loro tre saranno molto più forti e si realizzeranno rispetto a loro che hanno compiuto gesti ignobili, la vita che ho fatto mi ha messo sempre di fronte a situazioni dure non è che io non abbia subito bullismo. A 11 anni sono rimasto orfano di padre e madre, vi lascio immaginare quante ne ho passate. se oggi mi guardo dietro, quelli che mi evitavano sono rimasti al palo e io con grande forza di volontà sono dove sono arrivato oggi.
Nella prima vita lavorativa ho fatto un mestiere duro, per circa dieci anni ho indossato una divisa della polizia penitenziaria. Ho fatto servizio negli istituti, a via della Longara. Dobbiamo preoccuparci da dove nasce il bullismo, nasce nelle nostre famiglie dalla non educazione dei nostri genitori. Ci sono problematiche serie come alcolismo e droghe, se i genitori non fanno un’attenta osservazione si arriva troppo tardi per intervenire e diventa difficile. La responsabilità è di noi genitori, poi dobbiamo ringraziare gli psicologi e tante altre figure che cercano di recuperare le mancanze di in genitori. La mia esperienza mi ha portato a maturare questa convinzione secondo cui tutto parte dalle mura domestiche.
Un tempo l’imbecille che andava al bar diceva tante stupidaggini che retavano dentro al bar, oggi con i social quell’imbecille fa il giro del mondo. Un mio più stretto collaboratore, Bianchi, lui era social e gli dissi ‘se vuoi vivere tranquillo, togliti da qui’. Quando sono arrivato alla Lazio, abbiamo avuto casi spigolosi risolti con strumenti che abbiamo a disposizione senza ferire chi ha commesso un atto di bullismo. Abbiamo usato gli strumenti che ci dà la Costituzione, le norme e mi auguro che qui i genitori abbiano capito il senso della Società Lazio e della famiglia Lazio e siano intervenuti per andare a curare il problema.
Tutti i giorni ci imbattiamo in situazioni delicate e rubando una frase dell’avvocato: bisogna usare il filtro della mente’, perché abbiamo a che fare con dei minori e con cose che sono delicate. Concludo dicendo, metterei in tutte le scuole e soprattutto in tutte le abitazioni quella frase: “Vigilando, redimere”. È piena di poesia e significato, quando entri in un istituto penitenziario bisogna recuperare chi ha commesso un reato. Recuperare la moralità, il soggetto e l’individuo. Chi commette reati a volte è anche costretto, vergognoso di chiedere aiuto e di appoggiarsi alle istituzioni e finisce per commettere qualcosa che non pensava di fare. Il nostro compito è di aiutare queste persone, fare sorveglianza attenta e assidua per far sì che i giovani crescano con la gioia e si godano la loro infanzia perché solo così possiamo avere una generazione che onori la società”.
ANTONIETTA CASTIELLO (Capitana Lazio Women) – “Vorrei ringraziare il presidente per questo evento. La cosa che tengo a dire è che spesso sentiamo dire che chi sia vittima di bullismo sia il debole, io credo che il vero debole è il bullo. Il debole non è quello che subisce tutto ciò che è negativo, ho visto con i miei occhi a scuola un gruppo di ragazze che se la prendevano con una coetanea che aveva dei problemi ma interiormente era forte.
Ci siamo ritrovate io e lei contro quattro ragazze, sono intervenuta nel difenderla perché non aveva nessun motivo per essere bullizzata. Chi è vittima di bullismo non abbia paura di chiedere aiuto, non chiedo ai ragazzi e alle ragazze di sentirsi in dovere di smettere di essere bulli perché non ci riusciremo mai. Chiedo loro di mettersi nei panni degli altri e diamo peso a tutto ciò che per noi magari è futile. Per sentirsi grandi si possono fare altre cose, non c’è bisogno di denigrare gli altri”.
“Mister Grassadonia? È un po’ bullo. Cerca di mettere pace in un gruppo in cui ci sono personalità forti, cerca di mettersi sempre sulla stessa linea delle ragazze. Non fa sentire inferiore nessuno sia chi gioca tanto sia chi gioca meno. Noi Lazio lavoriamo tutte per far sentire tutte sullo stesso livello, sia se giochi sia se non giochi sia se hai il nome sia se non ti conosce nessuno”.
DANIELE DOVERI (Arbitro di Serie A) – “Queste iniziative sono importantissime per prevenire gli episodi di bullismo. Oggi sono presidente della sezione arbitri di Roma 1 che conta 800 associati, e molti sono ragazzi adolescenti. Il cyberbullismo contro gli arbitri di calcio è molto sentito, soprattutto tra i giovani. È doveroso ricordare che l’arbitro è una figura fondamentale nel campo di gioco, è un educatore soprattutto a livello giovanile. Troppo spesso però purtroppo è un bersaglio, mi riferisco soprattutto ai genitori, agli allenatori e ai dirigenti. La critica è auspicata dal mondo arbitrale, ci offre spunti di crescita per migliorare. Il problema si ha quando arbitri giovani ricevono messaggi di odio e di violenza e quando subiscono commenti a sfondo razzista sui social. Questi comportamenti sono vili e vigliacchi e provocano conseguenze psicologiche importanti, che condizionano negativamente la maturazione e la crescita”.
GUGLIELMO STENDARDO (Ex difensore Lazio) – “Questa lodevole iniziativa dimostra tutta la sensibilità della dottoressa Mezzaroma nei confronti di un tema importantissimo. Ho avuto la fortuna di giocare a calcio, nella Lazio, ringrazio il presidente Lotito che mi ha dato questa opportunità. Sono avvocato, faccio l’allenatore: nella vita è importante diversificare. Giocare a calcio senza avere altre ambizioni credo non vada bene. Nel mio percorso spesso ho avuto momenti meno belli.
In quei momenti meno belli lo studio, la cultura e l’istruzione mi hanno aiutato tantissimo. Il calcio è un contratto di lavoro a tempo determinato, la cultura invece nessun potrà mai portarla via. Il bullismo è violenza, a volte fisica e altre verbale. È configurato come un reato proprio.
Serve fare attenzione, soprattutto al web. La conoscenza è l’unica cosa che mai nessuno potrà portare via. Mai abbandonare lo studio: l’uomo più sa e più può. Dobbiamo essere degni di vivere intensamente il viaggio della vita, la conoscenza è l’unico elemento chiave che ci dà la possibilità di viaggiare con serenità. Fare sport con serenità penso sia la cosa più bella che abbiamo a disposizione”.
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di Claudio Troilo

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