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Un silenzio lungo 73 giorni: Inzaghi tra dubbi, sogni e cuore
INZAGHI LAZIO – Dalla Finale di Coppa Italia dello scorso 15 maggio all’ultimo allenamento della Lazio sotto le Tre Cime di Lavaredo…
INZAGHI LAZIO – Dalla Finale di Coppa Italia dello scorso 15 maggio all’ultimo allenamento della Lazio sotto le Tre Cime di Lavaredo. Simone Inzaghi torna a parlare in conferenza stampa, dopo 73 giorni di silenzio. Un arco di tempo lunghissimo che ha visto alternarsi umori e sensazioni diverse nella società e tra i tifosi biancocelesti. Le idi di maggio sembravano poter essere fatali al nativo di Piacenza. Scuro in volto nonostante una Coppa Italia appena alzata al cielo, l’allenatore dalla pancia dell’Olimpico aveva lanciato i primi diktat. “Quando si fa l’allenatore ci possono essere momenti meno belli, mi aspettavo di essere un po’ tutelato per i tanti anni passati qui ma non è stato così“. E a chi chiedeva del futuro, Simone rispondeva con un melanconico “Nulla è scontato“.
Inzaghi e le voci di calciomercato
Non è stato facile per Simone digerire l’ennesima Champions League solo sfiorata. Il tecnico piacentino sperava in un salto di qualità della sua Lazio, ancora una volta fuori dall’Europa che conta con le ultime tre giornate di campionato utili solo a dar spazio a chi non ne aveva avuto in stagione. Intanto il calciomercato incombeva e, con esso, le voci che volevano l’ex attaccante come sostituto di Allegri sulla panchina della Juve. “Inzaghi va alla Juventus? Non lo so, questo lo vedremo”, le parole sibilline di Lotito che lasciava aperta la possibilità di vedere Simone in bianconero. Siamo a fine maggio e, inaspettatamente, il valzer di panchine in Serie A coinvolge anche chi sembrava destinato ad una vita intera alla Lazio. Ma Simone non piace solo alla prima della classe. L’Atalanta e poi il Milan chiedono dell’allenatore biancoceleste, reputato tra i migliori in circolazione. E se quel famoso salto di qualità tanto cercato e sperato Inzaghi lo tentasse lontano dalla Capitale? E se, per crescere, al tecnico piacentino servissero nuovi stimoli ed obiettivi diversi? Tanti i dubbi che attanagliano i tifosi capitolini, tanti gli interrogativi che il classe ’76 si pone prima di arrivare ad una incredibile (e insperata) svolta.
Lazio, Inzaghi e le condizioni per il rinnovo
“Ho voluto prendere una pausa di riflessione, dopo tre anni avevo bisogno di fare chiarezza con me stesso” ammette Simone, che poi annuncia: “Sono pronto per un nuovo ciclo, per una nuova sfida, per un bel progetto tecnico in accordo con la società.” Già, perché Inzaghi ha scelto di restare non solo per amore della squadra che da 20 anni lo vede protagonista. A convincere il mister a rinnovare fino al 2021 è stato anche il ds Tare, che gli ha promesso gli acquisti richiesti e le garanzie per centrare (stavolta non più solo a parole), quella Champions tanto desiderata. “Sono ambizioso e voglio crescere, ma in questo momento voglio far bene qui. Il mio futuro è la Lazio“, chiosa l’allenatore. I tifosi tirano un sospiro di sollievo. Insieme a loro, i ‘senatori’ biancocelesti, convinti che non possa esistere una Lazio senza il mister dei record. Poi, di nuovo, il silenzio ed un’unica priorità: tornare in campo insieme a quel gruppo costruito con umiltà, sacrificio e tanto cuore.
La Lazio di Inzaghi ad Auronzo
L’abbraccio con il popolo biancoceleste avviene solo il 12 luglio, il giorno dell’arrivo della squadra ad Auronzo di Cadore. Simone Inzaghi torna a fare l’allenatore sul campo, dopo esser riuscito nel miracolo di fare tattica anche in vacanza con appena 4 bicchieri di vetro ed una tovaglia. Occhiali da sole sempre indosso, testa bassa e concentrazione solo sugli aspetti sportivi. Il mister inizia a studiare la Lazio che verrà, stesso modulo (3-5-2) ma interpreti diversi. Il tecnico dà il benvenuto a Lazzari, suo pupillo da ormai due stagioni, ed accoglie Jony, Vavro ed Adekanye. La squadra lo segue, mostra un buon gioco e segna tanti gol nelle amichevoli di Auronzo. Inzaghi si concede qualche giro in bicicletta, si presta con la solita disponibilità ad autografi e selfie, accompagnati sempre da un “Forza Lazio” finale. Con o senza Milinkovic, la squadra è pronta a lottare per il quarto posto con Simone Inzaghi a comandare il battaglione. Le urla, la grinta ed il cuore di un laziale vero. Tutto sembra tornato alla normalità. Il periodo buio di fine maggio è passato come un brutto temporale estivo. Tra promesse, rinnovi e trattative di mercato, la Lazio rinasce dall’abbraccio tra il mister e l’ambiente biancoceleste. Un matrimonio indissolubile dal quale ripartire, con una meta già segnata sul navigatore. L’Europa aspetta la Lazio di Inzaghi.
Marco Barbaliscia – Alessandra Marcelli
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